Capitolo 48

666 13 4
                                    

«Dai sbrigati o non faremo in tempo.»
«Dio santo Neyt sono in ritardo!»
Cazzo lo sapevo, mi riduco sempre all'ultimo minuto.
«Arrivooo!» prendo la mia valigia ed esco dalla stanza.

«Desy sbrigati perderemo l'aereo!»
Mi giro per salutare Neyt e mi accorgo di quanto non sia felice di questo viaggio.
«Dai amore è solo una notte, domani sera sarò di ritorno, giuro che saprò come farti tornare il sorriso.»
Lo bacio prima di lasciare l'appartamento.

«Ehy Jen.»
«Sì Neyt!»
«Ti raccomando qualsiasi cosa chiama ok?»
«Ok promesso.» la abbraccia e le dà un ultimo bacio prima di farla andare.
«Stive amico ricordami di questo momento, perché...» sorride già sapendo cosa sta per dire. «Perché quando la lascerai io ne sarò felice!»

Jen lo guarda con uno sguardo assassino, se non fosse stato per Stive che l'ha caricata come un sacco di patate sulla sua spalla lo avrebbe ucciso di sicuro.

Mi è dispiaciuto lasciare Neyt in quel modo, avrebbe voluto accompagnarmi lui all'aeroporto ma purtroppo doveva andare al tribunale per una causa importante.
Stiamo quasi per atterrare, più mi avvicino a questa città più l'ansia sale.
L'ultima volta avevo giurato a me stessa che non avrei più messo piede in quella casa ma le cose purtroppo sono cambiate.

Eccoci arrivate, non la ricordavo così, è davvero enorme. Jen mi tiene per mano come faceva Neyt l'ultima volta che siamo stati qua.
«Buongiorno ragazze, avete fatto un buon viaggio? Prego accomodatevi.»
«Salve Signor Witter.»

Appena varco la soglia di casa Witter un brivido mi percorre la schiena, mi guardo attorno con la speranza di vedere il piccolo Bred.

Ci accomodiamo in salotto, e subito veniamo servite con un ottimo caffè.
«Signorina Tomas tutto bene?»
«Sì Signore, tutto bene.»
Prendo un respiro per spiegare cosa vorrei fare, anche se in questo momento non so proprio cosa fare.
Jen mi aiuta e inizia a spiegare quello che ho in mente.

Io nel frattempo mi guardo intorno per scaricare l'ansia, poi interrompo Jen prendendo la parola.
«Ecco io non so precisamente cosa farò ma se suo figlio mi ha chiesto di aiutarlo sicuramente lui sa come io possa farlo, o almeno spero.» dico sottovoce.

«Mi scusi Signor Witter non vorrei essere indiscreta, ma vorrei vedere la sua stanza se per lei non è un problema.»

Mi meraviglio da sola dopo quello che ho appena detto, non so spiegarmi il perché ma credo di non avere più paura.

«Signorina Tomas la stanza è questa ma se non le dispiace io aspetterò fuori, non me la sento.» non gli faccio finire la frase che lo abbraccio dicendo: «la capisco perfettamente.»

Jen non mi lascia un secondo sola, mi guarda prima di entrare con me.
«Ehy Desy tranquilla non ti lascio ok?»
Annuisco e faccio un gran respiro prima di entrare.

È molto luminosa, le pareti sono di un celeste pastello. Al centro un gran tappeto bianco con un letto di una piazza e mezza, ci sono foto di alcuni giocatori di football, sulla mia sinistra un televisione maxi schermo di ultima generazione, con al centro una poltrona come quelle per i videogame. È tutto perfettamente in ordine, dietro al letto c'è una gran vetrata con una tenda di velo bianca aggrappata sui lati, mi avvicino lentamente alla vetrata e lì mi accorgo che è quella dove l'ho visto per prima volta.

Jen mi mette una mano sulla spalla per tranquillizzarmi, e le dico che sto bene. Mi giro per abbracciarla, ma quando lo faccio salto dallo spavento.
«Bred!»
Mi irrigidisco e lui indietreggia al mio spavento.
«Tranquillo Bred va tutto bene, credevo fosse Jen la mia amica.»

Jen mi guarda quasi terrorizzata dal mio urlo ma quando le faccio segno che è qui lei si rilassa, o almeno credo.

«Piccolo ora mi devi ascoltare ok? Non abbiamo troppo tempo, io ho un piano ma tu devi aiutarmi. So bene che sei terrorizzato, lo ero anch'io ma fidati non devi avere paura.»
Non faccio in tempo a finire che loro sono qua.

L'ansia sale, i brividi prendono possesso di tutto il corpo. Il cuore batte forte, come se volesse uscire dal mio petto. Cerco di prendere aria ma i miei polmoni falliscono.

Bred si siede a terra rannicchiandosi nel suo corpicino, mi guarda terrorizzato con le lacrime che scendono sul suo viso. Trema dalla paura:
«Loro sono più forti, non riesco.»
Jen cerca di aiutarmi dopo l'urlo che ho dato, ma non può, ormai non può più fare nulla, è troppo tardi.

Quando il mio corpo sta per abbandonarmi una presa forte sul braccio attira la mia attenzione.

Oh mio Dio mamma?
Lei mi guarda ed io sono senza parole.
«Ascoltami Desyrè ce la puoi fare, tu sei forte lo sei sempre stata.»
«No mamma non lo sono.»
«Sì amore mio lo sei, non lasciare che loro vincano hai una vita da vivere ricordi?»

A quelle parole tutto ritorna nella mia mente, come se pochi minuti prima avesse cancellato tutto:
Era una domenica mattina, io e mamma guardavamo un film in bianco e nero e quando finì io non facevo che piangere perché non volevo che finisse. Lei mi giurò che un giorno avrei avuto anch'io quella storia d'amore se solo lo avessi voluto veramente, io non le credevo perché per quello che vivevamo non poteva mai succedere una cosa così bella. Ma dopo ciò che accadde, per farla stare meglio le giurai con tutta me stessa che se lei si fosse ripresa io avrei fatto il possibile per vivere una vita come quella del film.

«Mamma!»
«Sì tesoro lo so! Dai non mollare io sono qui con te non ti lascio sola.»
A quelle parole la paura svanisce, il dolore e la rabbia prendono il sopravvento e urlo come non ho mai fatto prima d'ora.

Ormai sapevo di potercela fare, ero decisa, glielo avevo promesso. Presi tutta la forza che avevo in corpo, perché quello che avevamo passato non era stato semplice per me, i ricordi di una vita presero possesso della mia mente: le grida, i pianti, le paure, le nottate, i lividi, mia nonna, e alla fine la morte di mia madre, era troppo il dolore che mi avevano procurato, e decisi in quell'istante che loro non avrebbero preso anche me, perché avevo tutto il diritto di essere felice, perché in fondo tutti meritavano almeno una volta nella propria vita momenti felici.

«Non mi fate paura, mi sentite? Mi volete, beh che aspettate sono qui dai prendetemi. Non ho più paura di voi, non più ormai.»
Bred mi guarda e noto che ha smesso di piangere, anche il tremore è passato. Con lo sguardo cerco Jen e vedo che si è rannicchiata sotto la grande scrivania.

Quando il suo viso guarda il mio noto paura, il suo viso è pallido sicuramente dallo spavento.
«Jen tutto bene? Ehy Jen rispondi.»
«Sì Desy sto bene.» risponde con voce tremante.
«Desy tu tutto bene?»
«Sì amica tutto bene.»
All'improvviso tutto trema attorno a noi, mi tengo stretta vicino alla grande scrivania, è come se nella stanza fosse appena entrato un tornato, alzo gli occhi per vedere cosa sta succedendo e rivedo lei, mamma! «Sì amore ce l'hai fatta, sono fiera di te, ricorda la promessa ok? E ricordati che ti sento bambina mia, ogni volta che mi parli io ti sento.»
«MAMMA TI VOGLIO BENE.»
«Anch'io amore mio, tanto.»

Nulla Può SuccedertiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora