Capitolo 20

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NEYTAN'S POV.

I nostri respiri sono affannati, io continuo a starle sopra mentre lei ha ormai smesso di ridere, ma sulle sue labbra traspare il velo di un sorriso. Ecco, ci risiamo, i nostri occhi si sono di nuovo catturati. Il mio respiro aumenta sempre di più, cazzo, quanto vorrei farla mia. Nella posizione in cui ci troviamo non dovrebbe essere difficile ma lei è diversa e se non voglio perderla dovrò tenere a cuccia i miei istinti.
La mia mano le accarezza il viso, e con un dito le sfioro gli occhi, poi disegno il suo profilo dal naso fino ad arrivare alle labbra rosate. Continuo a sfiorarle e lei le inumidisce con la lingua. Non resisto a quel gesto, faccio una gran fatica e non riesco più a tenere a bada la mia voglia, voglio prenderla e baciarla, baciarla dappertutto e farle sentire il mio fottuto desiderio.
«Non fare così Desy, non riesco a resistere.»

Sussurro, guardandola inerme sotto il mio corpo pesante. Faccio fatica, una gran fottutissima fatica.
Ma decido di lasciarla andare.

«Ora ti lascio andare, okay? Ma prima devi dirmi un cosa.»
Mi guarda annuendo e leccandosi di nuovo le labbra, ma stavolta non si ferma solo a quel gesto: si mordicchia il labbro inferiore con furbizia.
«Desy, ti avverto per l'ultima volta, non fare così.»
«Così come? Io non sto facendo nulla, sei tu che mi hai presa e incastrata sotto il tuo corpo possente, solo perché ridevo per i tuoi capelli buffi.»
«Okay vuoi giocare? E allora giochiamo! Però ti avverto, come tu sai, in ogni gioco ci sono regole da rispettare. Se vuoi giocare allora facciamolo, ok?»
«Sì capo, come vuoi.» risponde ridendo.
A malincuore mi sollevo dal suo corpo, anche perché non resistevo più.

DESYRÈ'S POV.

È più di mezz'ora che facciamo questo gioco. Più che gioco parliamo con la premessa di essere sinceri, e se uno dei due tentenna ad una domanda dovrà pagare un pegno. Sto davvero bene con lui, non avrei mai pensato che dietro il suo aspetto scontroso si nascondesse una persona così semplice.
Più che domande sembra un interrogatorio. Per sua sfortuna ha pagato un paio di pegni e devo dire che sono stata molto cattiva, perché ogni volta che gli ho fatto una domanda mi mordicchiavo il labbro e lui rimaneva per svariati minuti in silenzio, tanto da farmi vincere e fargli pagare il pegno.

Non sono riuscita a trattenermi dal ridere quando l'ho visto bussare alla porta della camera con il cravattino da cameriere e con in mano una bottiglia di champagne e fragole, mi avrebbe uccisa se avesse potuto. Per lui non è stato facile essendo un "Carter" scendere alle 3.00 di notte intrufolandosi in cucina di nascosto quando avrebbe potuto tranquillamente ordinarle dalla camera.
I nostri occhi fanno fatica a restare aperti dalla stanchezza, ma nessuno dei due vuole mollare e porre fine a quella serata così dannatamente perfetta, ma alla fine Neytan, da gentiluomo, decide lui per entrambi.
Ci avviciniamo alla porta che divide le nostre camere da letto. Lo seguo e guardo per l'ultima volta la sua bellezza, ma quando sta per chiudere la porta  si ferma:
«Desy, posso farti una domanda?»
«Certo.»
«Come mai dall'Italia sei arrivata qui a Los Angeles?»

Ecco, ci risiamo, perché mi fanno tutti la stessa domanda? È così strano che un'italiana venga a vivere in una città stupenda come questa? Sono rimasta praticamente senza parole dopo quella domanda, cosa dovrei dirgli?
«Desyrè...»

«... Baciami.»
Come, scusa? Non capisco se è l'ora o lo champagne ma credo che le mie orecchie stiano sentendo quello che forse avrei tanto voluto sentire. Non riesco a capire nulla, la mia mente è altrove. Ma quando sento Neytan chiamarmi...

«Desy, io ho pagato tutti i miei pegni, quindi adesso tocca a te.»
Rimango senza parole dopo quello che ho sentito.
«No, Neytan.» gli rispondo, sorridendo per la trappola in cui crede di avermi fatta cadere. È davvero un gran bastardo però glielo devo: è stato molto stratega da parte sua.
«Non stavamo più giocando, questo è meschino da parte tua.»
«No piccola, ti sbagli, nessuno dei due ha detto di smettere di giocare, e poi c'erano le regole da rispettare, io l'ho fatto, quindi non deludermi. E poi... un avvocato così bravo non ha il coraggio di pagare uno stupido pegno? Ma dai!» ride al mio sguardo omicida.
Faccio un gran respiro prima di agire, anche se devo dire che non mi dispiace poi tanto, avrei solo voluto che il nostro primo bacio fosse stato più naturale, e non programmato addirittura da un pegno.

Finalmente le nostre labbra si toccano e si incastrano perfettamente. Il suo sapore mi fa venir voglia di averne di più e di non staccarmi da lui. Le nostre lingue ormai stanno viaggiando in un mondo senza ritorno. A malincuore mi stacco mordicchiandogli il labbro e guardandolo fisso negli occhi, sento il suo respiro affannoso, sento la voglia che ha di me. Pronuncio il suo nome bisbigliando.
«Neytan.»
«Si, piccola?»
«Ti va di rimanere qui con me questa notte?»

NEYTAN'S POV.

Cazzo, quanto è bella. Il suo sapore, poi...
Non riesco a calmarmi, il mio respiro diventa sempre più affannoso e il mio cuore rischia un infarto. Quando mi sento chiamare in un bisbiglio faccio fatica a non prenderla e farla mia. Ascolto le sue parole, e mi sento al settimo cielo.
Ma dove è stata per tutto questo tempo? Non riesco a rispondere, voglio solo prenderla, baciarla e farla mia, mia per sempre. Ma quando sto per rientrare in camera per rimanere dopo quella sua richiesta, lei mi blocca e avvicinandosi mi sussurra:
«Questo è il tuo pegno, non ti avvicinare nemmeno di un centimetro stanotte alla mia porta neanche per scherzo. Buonanotte cocco! Fine del gioco.»

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