Capitolo 15

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Sono ancora sconvolta per tutto quello che ho sentito poco fa in ufficio. Ma come si permette? Sarà pure bello da togliere il fiato, ma quando è troppo è troppo.
Entro come una furia nel mio appartamento dando un urlo di liberazione. Quando vedo Stive guardarmi dal divano noto la sua espressione preoccupata e deduco che stia cercando una spiegazione al mio comportamento.

«È un coglione, ecco cos'è!», poi lo imito:
«"Papà, io non posso, ho altri impegni"» dico, ripetendo le parole di Neytan.
«Dannazione avresti dovuto vederlo Stive, lui e quel bel faccino che si ritrova. Sai, avevi proprio ragione riguardo a lui, è proprio uno stronzo.»

«Ok Desy, adesso calmati e spiegami cosa è successo.»
Provo a calmarmi, anche se in questo momento mi è molto difficile.
Incomincio a preparare le valige spiegando tutto a Stive, dopotutto sono stati amici per anni, chi meglio di lui lo conosce?
Bussano alla porta e io mi incavolo di nuovo perché già so chi è, e ora come ora vorrei spaccargli la faccia.
«Piccola finisci di preparare le valigie sennò farai tardi, qui ci penso io.»

«Chi non muore si rivede! Come mai qui Neytan? Hai perso qualcosa?»
«Stive! E tu che ci fai qui?»
«Beh, io qui ci vivo, tu piuttosto, che ci fai qui?»
«Scusami Stive, forse ho sbagliato appartamento, cercavo Desyrè.»
«No Neytan, non hai sbagliato affatto. Desy è di là che prepara le valigie, prego accomodati. Mi stava giusto spiegando ciò che è successo ma poi sei arrivato tu.»

NEYTAN'S POV.

Entro nell'appartamento, e devo dire che sono rimasto senza parole. Non avrei mai pensato ad una cosa del genere. Dalla mia bocca escono parole che la mia mente non ha avuto il tempo di pensare:
«Scusami Stive, vivete insieme?»
«Sì Neytan, ti crea qualche problema forse?»

STIVE'S POV.

Dio mio quanto mi diverte vederlo in questo stato, se non fosse stato per Desyrè che ha subito fatto irruzione nella stanza mi sarei divertito ancora di più, ma forse ci sarei andato troppo pesante. Non pesate quanto lui, però.

«Sono quasi pronta, dammi solo qualche minuto e andiamo.»

Sono ancora arrabbiato con lui per quello che ha fatto con Hanna, ma mi stupisce il modo in cui guarda Desy, sembra quasi che le piaccia davvero. Spero solo che non si prenda gioco di lei, lui sa essere un gran coglione e questo mi spaventa.
So quanto a lei piaccia lui, anche se non me lo ha ancora detto, forse perché non vuole deludermi dato ciò che le ho raccontato, ma si vede lontano un miglio che le piace un casino.

Quando la vedo con le valigia pronta mi viene una malinconia dentro che non riesco a nascondere.

«Dai Stive, mancherò solo un paio di giorni, non fare quella faccia. Ti chiamerò tutti i giorni, promesso. Anzi ogni mezz'ora, così non sentirai la mia mancanza.»
Quando la mia piccola Desy lascia il nostro appartamento i miei occhi si incrociano con quelli di Neytan:
«Non ti azzardare a farla soffrire o fare le tue solite cazzate, perché giuro che se non ti ho ucciso tempo fa lo farò adesso, promesso.»

NEYTAN'S POV.

L'aria in quell'appartamento era così irrespirabile, non vedevo l'ora di uscire a prendere un po' d'aria fresca. Sono rimasto di merda quando Stive mi ha aperto la porta, ero quasi convinto di aver sbagliato, o almeno lo speravo. Tra loro c'è una bella intesa, si vede che si amano tanto e questo mi ha spezzato letteralmente il cuore.

Come potrò competere con il loro amore?! Che speranza avrò? E poi non mi va di fare lo stronzo e ripetere lo stesso errore. Non so all'epoca cosa mi sia preso, ero ubriaco, e lei non faceva altro che provarci sfacciatamente, dicendomi che io ero sempre stato quello che desiderava e che sposava Stive solo perché gli faceva una gran pena. Da quella sera non mi sono mai perdonato per quello che ho fatto. Sì, è vero, ero ubriaco marcio e stavo passando un periodo di merda, ma non dovevo cadere nella sua trappola, dovevo parlarne con lui ma a quei tempi il mio cazzo era più forte del mio cervello.

A Stive non ho mai raccontato cosa sia successo quella sera, anche perché senza motivo lui non volle più essermi amico. Credevo che Hanna gli avesse raccontato tutto ma lei ha sempre negato, dicendomi che non rispondeva più alle sue telefonate.
Dopo quei giorni in carcere, vedere Stive mi fece ancora più male; volevo aiutarlo, anche se io non ero la persona giusta per farlo. Poi vederlo lì in quello stato mi fece ancora più male, i suoi occhi erano così tetri da far paura.

Non capivo perché fosse così incazzato con me, forse il suo cuore diceva di esserlo, anche se lui non era al corrente di tutto ciò. Ebbi paura, paura di affrontarlo, me ne andai con la coda tra le gambe e non provai più a chiamarlo.

DESYRÈ'S POV.

Siamo in macchina da quasi mezz'ora e Neytan non si è degnato di dire una parola. Noto il suo viso triste e questi mi fa una gran tenerezza. Non so cosa gli sia preso, non l'ho mai visto così taciturno da quando lo conosco. Mi faccio coraggio e cerco di rompere il ghiaccio.
«Come mai così silenzioso? Sei ancora incazzato con tuo padre per questo viaggio d'affari?»
«No, che dici, stavo solo pensando, tutto qua! Anzi, volevo chiederti scusa per stamattina in ufficio, non volevo offenderti, è solo che odio quando mio padre non mi mette al corrente delle situazioni. E poi non volevo che venissi tu, non perché non sia felice, anzi, era quello che volevo dall'inizio! Sei molto brava nel tuo lavoro, forse più di me, solo che sapendo che stai con Stive mi dispiaceva farvi stare lontani per 3 giorni, tutto qua.»

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