Capitolo 7

2.4K 39 0
                                    




Sono in ritardo cazzo, non ci voleva proprio oggi che ho dei colloqui di lavoro. Cosa dirò?!
"Mi scusi, ma stanotte non ho chiuso occhio perché un bellissimo ragazzo mi ha fulminato il cervello!"

Esco di corsa dal mio appartamento senza prendere neanche un caffè. Dio sa quanto ne ho bisogno al mattino.
Sono in sala d'attesa, al mio terzo e spero ultimo
colloquio. Mi guardo in giro sentendomi un po' in imbarazzo, cerco di essere il più naturale possibile.
Qui tutti mi guardano e non riesco a capire il perché. Noto in lontananza un uomo con un costosissimo vestito blu scuro, con un'aria molto sicura di sé.

Lo sento urlare al telefono: quasi mi fa paura.
Si ferma di fronte a me e mi fissa come se volesse spogliarmi. Il suo sorriso mi mette i brividi, Dio santo ma lo sa che ha più di cinquant'anni?
Una voce femminile e molto cordiale attira la mia attenzione:
«Signorina Tomas la prego si accomodi. Il Signor Carter la sta aspettando.»
E mi accorgo di essere terribilmente tesa.

Spero tanto che questa volta il colloquio vada bene. Entro in una stanza molto grande e mi rendo conto di essere sola. Mi guardo un po' intorno, notando il buon gusto nell'arredamento. Ad un tratto una voce maschile mi fa letteralmente sobbalzare.

JOSHUA'S POV.

«Mi hai rotto i coglioni, quand'è che cresci? E smetti una volta per tutte di ubriacarti e andare a puttane. Dio santo Neytan smettila, così non andrai lontano!»

Riattacco girando la mia sedia verso l'ufficio.
Lì davanti a me c'è una splendida fanciulla palesemente imbarazzata. Mi incanto a guardare il suo aspetto. Devo dire, niente male.

DESYRÈ'S POV.

«Mi scusi signor Carter, non sapevo che fosse lì. Non volevo disturbarla, sono desolata! Non so cosa dirle mi spiace!» Le parole mi escono tutto d'un fiato.
«No signorina Tomas mi scusi lei, prego si accomodi e mi scusi ancora.»

Finalmente possiamo iniziare.
Mi siedo e mi sento sempre più fuori luogo. Parliamo per svariati minuti.
Mi chiede praticamente di tutto, continuando a fissarmi come un cane in calore.
Finalmente dopo tanto imbarazzo firmo la mia assunzione. Vorrei saltellare per tutto lo studio, ma è meglio evitare.
Ad un tratto sento delle urla provenire da dietro la porta dell'ufficio. Improvvisamente la porta si apre e le urla sono più udibili. Senza voltarmi, rimango pietrificata su quella sedia dall'imbarazzo.

NEYTAN'S POV.

«Dannazione papà, ti avevo detto che questa cosa l'avrei fatta io, cazzo! E poi non venirmi a dire quello che devo fare della mia vita e delle mie fottutissime puttane, perché su questo sono esattamente come te! Sono un gradissimo figlio di puttana che non se ne frega un cazzo di nessuno, tanto meno delle troie che mi porto a letto ogni fottutissimo giorno. Come si dice? Tale padre tale figlio!»

«Sono incazzatissimo, oggi potevo farlo io quel colloquio e conoscere quella ragazza dagli occhi smeraldo che mi stanno facendo uscire fuori di testa, e finalmente portarmela a letto come tutte le altre ma tu devi rompermi i coglioni mettendoti di mezzo per rovinare tutto come hai sempre fatto.»
Sono fuori di me ormai. Mi sento la testa scoppiare, cammino con le mani tra i capelli e la sensazione di spaccare tutto aumenta sempre di più.

«Neytan modera i termini, sto tenendo un colloquio con la signorina Tomas, a lei non interessa la tua vita privata. E non permetterti di parlarmi in questo modo, se sei ancora ubriaco vattene a casa. Qui stiamo lavorando.»
Cerco di calmarmi ma la rabbia dentro di me aumenta ad ogni parola che sento uscire dalla sua bocca. Stringo i pugni.
«Giuro che se dici un'altra fottutissima parola ti ammazzo, lo giuro papà.»

DESYRÈ'S POV.

Volevo scomparire completamente, chi si sarebbe mai immaginato che la mia assunzione sarebbe stata così movimentata? Sono imbarazzata a ritrovarmi lì nel bel mezzo di una discussione tra padre e figlio.
Purtroppo sono qui, non posso certo scomparire, anche se lo vorrei.
Quando d'improvviso il mio nuovo capo si alza e dice:
«Signorina Tomas, le presento mio figlio Neytan, Neytan Carter.»
Faccio un gran respiro cercando di riprendermi dopo quello che è successo. Mi alzo con molta difficoltà tenendo lo sguardo ancora basso e stendo la mano:
«Piacere di conoscerla Neytan. Mi scusi, Signor Neytan Carter!»
Quando il mio sguardo si alza, mi sento svenire.
Non è possibile, è lui!

Al tocco della sua mano sento una scossa che scorre per tutto il mio corpo, mi sento venir meno e più lo guardo più mi sento svenire. Rimango stregata e questo mi fa venir in mente cose terribili, ma nello stesso momento sento un'adrenalina che mi fa venir voglia di... oh Dio mio, solo lui sa che cosa vorrei...

NEYTAN'S POV.

Cosa? Ma stiamo scherzando!?
«Signorina Tomas?»
No, ditemi che sto sognando! Come è possibile? I colloqui dovevano essere un'ora fa!
Quando vedo la sua mano avvicinarsi a me per presentarsi la prendo tra le mie, e mi accorgo che toccarla è ancora più bello.

Noto che il suo sguardo è deluso.
Beh, il minimo dopo quello che è successo. Chi non lo sarebbe. Sono fottuto cazzo.
Cerco in tutti i modi di rimediare:
«Chiamami Neytan e puoi darmi del tu, siamo coetanei.»
Veniamo interrotti dalla mia segretaria che ricorda a mio padre che deve andare in riunione. Quando lui esce dall'ufficio mi accorgo che le nostre mani sono ancora unite, rimaniamo fermi a guardarci senza dirci nulla.

Nulla Può SuccedertiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora