Capitolo 50

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Witter ha appena lasciato la sala pranzo.
E devo dire che per noi non si mette molto bene,
Neytan mi guarda come se volesse uccidermi, e Stive ha ricominciato a non guardarmi.

«Ora voi mi spiegate che ci fate in questa cazzo di casa.»
Ringhia ad ogni sua parola.
Jen prende la parola, ma questa volta mi accorgo che è più brava a raccontare palle che a risolvere il problema.

«Neyt calmati, ti prego non arrabbiarti con lei.
Tu lo sai perché sono qui, il Signor Witter dopo il nostro arrivo ci ha raccontato tutto.
Quindi non sono stata l'unica a mentire.

So che lo hai fatto a fin di bene, ma era un mio problema e avevo il diritto di sapere e prendere io una decisione su cosa fare.
E così ho fatto, quindi non c'è bisogno che tu ti arrabbi.»

«No Desy, hai dimenticato cosa è successo l'ultima volta che hai messo piede in questa casa?» risponde sempre con tono rabbioso.
«No Netyan non l'ho dimenticato ed è proprio per questo che ho deciso di ritornare.»

«Cazzo e perché mi hai mentito?»
«Perché sapevo che non me lo avresti permesso! E tu lo sai.»

Silenzio.
«Come fai a dirlo Desy.» dice rassegnato a quello che gli ho appena detto.
«Perché non avresti mai messo in pericolo la mia vita!»

Mi avvicino gli prendo il viso tra le mani, guardandolo diritto negli occhi.
«È la verità e tu lo sai perché se te lo avessi detto avresti fatto di tutto per impedirmelo.»

«Cazzo Desy a me però potevi dirlo.» Stive mi interrompe alzando la voce.
«Non hai pensato almeno per una volta che io avrei potuto appoggiare la tua scelta?»
Lo guardo con un sorriso sulle labbra.
«Lo avresti fatto? Io non credo proprio.»

Dopo che gli racconto tutto, tutto quello che era successo, Stive corre ad abbracciarmi, ma Neyt esce dalla stanza senza dire una parola.

Dopo tutto quello che è successo sono davvero triste di dover andare via da quella casa e dal Signor Witter. Quando sto per farlo una lacrima scende sulle mie guance.
«Signorina non faccia così, le prometto che la verrò a trovare più spesso, ovviamente lei può venire quando vuole, è sempre la benvenuta.»
Lo abbraccio forte, talmente forte, dicendo: «GRAZIE MILLE.»

«No grazie a lei Tomas.» mi accarezza i capelli e mi tiene ancora stretta tra le sue braccia.
Tira su col naso e cerca di schiarirsi la voce.
«Signor Carter ci rivedremo tra poche settimane.»
Tenendo la mano nella sua, lo attira verso di sé per ringraziarlo.
«No Witter sono io a ringraziare lei.»
«Stive ragazzo è stato un vero piacere conoscerla, mi raccomando non se la faccia scappare ok?»
Ride a quelle ultime parole.
«Ok non lo farò!»
«Signorina  Anderson lei sì che mi mancherà.» ride.
«No davvero mi sono divertito molto con lei, è davvero un spasso. È così che dite voi ragazzo giusto?» dice facendole l'occhiolino.
«Si prenda cura di lei, cara Jen. È davvero un'ottima  amica, quando vengo a Los Angeles non si dimentichi di quella promessa!»
Lo abbraccia e annuisce.
«Promesso Signor Witter.»

Il viaggio sembra non finire mai, Neyt continua ad ignorarmi e io lo lascio fare. Jen continua a litigare con Stive, di come mai si trovava in quel bar, quando
aveva incontrato il suo capo. Rido per come ha ribaltato la situazione, devo dire che ci sa fare la ragazza. Guardo le meraviglie che mi scorrono davanti al finestrino dell'auto, è davvero molto bella  la natura che ci circonda. La radio continua a trasmettere canzoni che non fanno altro che farmi pensare a lei, mia madre.
Di quanto sia stato bella vederla per l'ultima volta.

Finalmente dopo ore di viaggio siamo a casa.
Dopo essermi fatta un bagno caldo esco con solo un telo avvolto al mio corpo. 
«Ehi Neyt mi hai spaventato! Che ci fai qui? Non eri andato via un'ora fa?»
Continua a fissarmi senza fiatare, come sempre faccio fatica a decifrare la sua espressione.

«Sì ma sono ritornato!»
Stringo il telo vicino al mio corpo nudo per sentirmi più coperta.

Faccio un gran respiro.
«Neyt se sei venuto per litigare non mi va, sono davvero stanca.» rispondo passandogli davanti per entrare nella cabina armadio. Lui mi ferma, mi guarda e con occhi lucidi mi abbraccia. Lo lascio fare anche perché tra le sue braccia mi sento a casa, mi bacia la nuca stringendomi più forte, più di quando non lo stesse già facendo.

«SCUSAMI AMORE SONO UN IDIOTA.»
«Lo so Neyt, ma non importa perché sei il mio idiota preferito.» gli sorrido e le nostre labbra si uniscono facendomi dimenticare tutto il resto.

Finalmente posso dire che stanotte ho veramente dormito da Dio. Sono carica, talmente carica che decido di preparare una ricca colazione. Jen dopo il frastuono che ho appena fatto ai fornelli si sveglia, decidendo di darmi una mano.

È perfetto, la tavola è dannatamente perfetta.
«Sai Desy potremmo metterci a società e aprirci un catering tutto nostro, abbiamo veramente fatto un ottimo lavoro. Quando ti sposerai, organizzerò tutto io, e tu non dovrai temere di niente.»

«Chi si sposerà?»
Neyt ci guarda ancora assonato con i capelli tutti arruffati, ridiamo a quella scena.
«Nessuno Neyt, chi si dovrebbe sposare oggi come oggi!»
Jen cerca di nascondere quello che stava dicendo pochi minuti fa.

Stive continua appena mette piede in cucina:
«Chi si sposa?»
«Dannazione ragazzi nessuno, chi dovrebbe sposarsi?»
Guardiamo Jen, e ci rendiamo conto di quanto sia buffa quando si arrabbia.
«Che avete da guardare, ho qualcosa tra i capelli? Dai ragazzi, ditemelo vi prego!» ridiamo, e lei si incavola sempre di più. 

«Vi odio quando fate così!»
«No amore non hai nulla che non va, sei perfetta così come sei.»
«Stive smettila lo sai che non funziona con me.»
La bacia e lei si tranquillizza.
«Ok Jen, ma lasciamelo dire, sei bellissima e ti amo da impazzire, anche se so che con te non funziona, ma te lo dico lo stesso finché tu un giorno non crederai veramente a quello che dico.»
La bacia intensamente anche se sa che dopo lo vorrà uccidere, dopo averlo fatto in pubblico.

Nulla Può SuccedertiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora