Capitolo 10

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Mi sono appena svegliata e devo dire che dopo tanto tempo finalmente mi sento serena. Non immaginavo che questa nuova città mi potesse portare tanta tranquillità.
È vero che sono qui da pochi giorni, ma riesco ad essere finalmente me stessa, e questo mi rende davvero felice.
Ieri sera mi sono davvero divertita, Stive è molto simpatico e penso che diventeremo ottimi amici.

Anche se prima o poi gli dovrò raccontare il mio passato, non mi va di mentirgli dopo ciò che è successo; mi è dispiaciuto vederlo preoccuparsi per me, ma ora non voglio più pensarci.
Sento il mio cellulare vibrare: controllo la mia posta e vedo un numero che non conosco.
"Bellissima buongiorno, sono Stive. Non fare colazione, sto arrivando ;)"

Rileggo quel messaggio e non riesco a non sorridere, è davvero carino.
Gli dico di sbrigarsi ma non appena poso il cellulare sento suonare alla mia porta.
«Buongiorno piccola Desyrè, dormito bene?» mi chiede sbadigliando. Rido per la sua espressione ancora assonnata.

«Non conosco i tuoi gusti quindi ho svaligiato la pasticceria sapendo inoltre quanto mangi.» disse con un sorriso malizioso.
«Sei davvero molto simpatico Stive.» gli rispondo con una smorfia e gli strappo la colazione dalle mani.
«Non so come fai a mangiare così tanto, poi mi spieghi come fai ed essere così in forma. Ma dove lo metti tutto quel cibo? Dovresti essere una balena!»

Lo fulmino con gli occhi, ma mi sciolgo in una risata quando alza le mani in segno di pace.
«Ti sei preparata per domani? Sicuramente sarai  agitata per il tuo primo giorno di lavoro, anche se non mi hai ancora detto dov'è che andrai.
Spero per te che non sia una delle aziende dei Carter, perché se così fosse avrai bisogno di trovarti un nuovo lavoro, cara Desyrè.»
Lo guardo: il suo sguardo è cambiato, è incazzato nero e non ne comprendo il motivo.
Io annuisco semplicemente.
«Stive perché questa faccia?», chiedo con calma.
«Cosa hanno che non va i Carter?»
Noto il suo viso mutare di peggio in peggio: vedo rabbia, dolore, non riesco bene a decifrarlo.
«Stive rispondimi ti prego.»
L'ansia sale, mi sta spaventando.
«Io non riesco a capirti Desyrè, perché proprio lì? Qui a Los Angeles ci sono tanti posti per lavorare, perché hai scelto i Carter?» i suoi occhi mi scrutano e sono furiosi.
«Ti rendi conto di quanto sia stronzo quel fottuto cazzone di Neytan Carter? Dio santo, non riesco a controllare la mia rabbia.»
«Ok Stive, ora calmati, mi sta facendo venire il mal di testa vederti camminare avanti e indietro.»

«Siediti e spiegami perché ce l'hai così tanto con i Carter, anzi con Neytan Carter.», sospiro e mi siedo.
Ora voglio capire.
«Non c'è molto da dire, in due parole è uno stronzo, bastardo! Ecco cos'è Neytan e spero per te che non avrai mai la sfortuna di conoscerlo perché credimi non merita nemmeno un tuo sguardo.»

STIVE'S POV.

Faccio un gran respiro, e decido di raccontarle tutto, così starà alla larga da quel bastardo.
«Conosco Neytan da anni ormai, eravamo grandi amici. Ci conoscemmo al liceo. Lui è sempre stato un figlio di puttana, ma a me non dispiaceva perché in fondo era una bella persona. In quel periodo legammo molto. Uscivamo tutte le sere e ci divertivamo davvero tanto, eravamo sincronizzati tra ragazze e locali, facevamo invidia a tutti. Decidemmo di continuare gli studi: lui scelse giurisprudenza mentre io desideravo diventare uno scrittore. La nostra amicizia diventò sempre più affiatata, anche se avevamo progetti diversi per il nostro futuro, ma questo non ci allontanò, anzi. Eravamo culo e camicia.

Quando i nostri sogni si avverarono, incominciammo a lavorare come pazzi e quelle serate insieme per noi erano una liberazione da tutto quel lavoro che ci sfiniva.» mentre continuo il mio racconto mi dirigo verso la finestra, facendo lunghi sospiri.
«Un giorno finii prima di lavorare e decisi di andare nel suo ufficio per prenderci qualcosa da bere, e fu lì che conobbi Hanna. Era stupenda, mi incantai. Non riuscivo a toglierle gli occhi da dosso. Fui catturato dalla sua bellezza, Neytan subito se ne accorse e decise di assumerla.

Io lo ringraziai saltandogli addosso dalla gioia, mi prese in giro tutto il giorno per come ero rimasto imbambolato.» sorrido a quei ricordi.
«I giorni passavano ed io andavo spesso da lui proprio per incontrare Hanna.
Uno di questi giorni mi feci coraggio e la invitai ad uscire. Tra noi nacque una bellissima storia d'amore, eravamo nati per stare insieme, o almeno credevo.

Quando la storia si fece più importante iniziai a vedere Neytan diverso, non ho mai capito il perché. Anche se tra noi non era cambiato nulla, uscivamo quasi tutte le sera. Non ho mai permesso che il mio rapporto con Hanna ostacolasse quello tra me e Neytan, anche perché sapevo che lui aveva bisogno di me come io di lui. Però lui cominciò a frequentare altre persone, si ubriacava tutte le sere e cambiava ragazza di continuo.

Era diventato un vero stronzo, cercai in tutti modi di farlo tornare in sé ma non ci riuscivo, anzi peggioravo la situazione. Ero stanco delle sue cazzate, così decisi di lasciarlo perdere, ma ovviamente non ci riuscii, perché anche se era un coglione gli volevo davvero bene.
La mia relazione con Hanna andava sempre meglio, avevo deciso di sposarla e chiesi consiglio a Neytan. Lui era contentissimo, si propose anche di farmi da testimone se lei avesse accettato, perché io non ero sicuro che una donna così straordinaria volesse stare con me per sempre, ma Neyt mi rassicurò dicendomi che quello speciale ero io.

Ero contentissimo perché lui stava tornando quello di prima, e credevo che tutto si sarebbe messo a posto. Dovevo solo trovare il modo speciale di chiedere ad Hanna di sposarmi.
La sera della proposta organizzai tutto alla perfezione. Cena in spiaggia al lume di candela e allo scoccare della mezzanotte tanti fuochi d'artificio con la scritta "mi vuoi sposare?"»

Nulla Può SuccedertiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora