Capitolo 18

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NEYTAN'S POV.

Appena apro la porta rimango imbambolato ad ammirarla in tutta la sua bellezza. Indossa un accappatoio bianco e un asciugamano in testa che raccoglie i suoi capelli.
«Scusami non volevo spaventarti, sono mortificato, ma ho bussato senza avere tua risposta. Mi sono preoccupato, quindi sono entrato. Tutto qui.» biascico, continuando a fissarla e con uno sguardo da pesce lesso.
«Oh mio Dio! Neytan mi ha spaventata a morte!
Non ti ho sentito bussare, sono appena uscita dalla vasca da bagno e sto parlando al telefono con Stive. Ti serve qualcosa?»
«No! Volevo solo sapere se andava tutto bene...», comincio a balbettare anche perché non so che scusa inventarmi: «No volevo solo organizzarmi con il lavoro, tutto qua!»
Ecco fatta la figura del coglione.
«Ma se hai da fare posso passare dopo, così non ti disturbo!»
«No, tranquillo. Dammi 10 minuti, il tempo che mi vesto e torno subito.»

DESYRÈ'S POV.

«Dai Stive, sei matto? Secondo te ero nuda? Ma dai! Sono in accappatoio, non è così tragica la cosa.»
«Sì Desy, lo è! Tu non lo conosci, è un vero maniaco, credimi, si starà già facendo i suoi fulmini mentali. Non immagini nemmeno cosa possa fare la sua mente malata.»
«Okay ora stai esagerando papino, calmati. Starò attenta, promesso, ma ora devo andare.»

Quando mi trovo davanti Neytan mi manca il respiro per quanto sia bello. Non lo avevo mai visto in tenuta sportiva. E poi quei capelli, così disordinati, senza un pizzico di gelatina, mi fanno impazzire ancora di più. Continuo a guardarlo rimanendo senza fiato, non rendendomi conto di stare ancora a telefono con Stive (me ne ero proprio dimenticata, cazzo), e sono proprio le sue urla che mi riportano alla realtà.
«Dimmi papino.» gli rispondo ridendo.
«Stai attenta, okay? Solo questo ti chiedo. Qualsiasi cosa basta uno squillo e gli strappo le palle a quello stronzo.»
«Okay Stive ma ora devo lavorare.»
«Desyrè?» sento Neytan chiamarmi.
«Sì?»
«Salutami Stive, okay?»
«Cosa?...» chiedo sbalordita, rimanendo a bocca aperta.
«Ti prego salutamelo!»
«Stive?»
«Sì piccola?»
«Senti, Neytan...» mi intrattengo dal dirlo, anche perché già so quanto si incavolerà, ma forse è giusto che io lo faccia. Faccio un gran respiro e le parole mi escono tutte di un fiato: «Neyt ti saluta, ora devo andare.»
Sento Stive prendere fiato e urlare più del dovuto. Se fosse stato qua lo avrebbe ucciso di sicuro, ma per fortuna siamo molto lontani da lui.
«Senti Desyrè, dì a quella faccia di cazzo del tuo capo che non ci provasse a fare lo stronzo con me, okay?»
«Okay Stive, scusami, ma ora davvero devo proprio andare, ci sentiamo dopo, ciao e scusami ancora.»

Se non attaccavo subito la telefonata conoscendolo sarebbe andato per le lunghe. Avrà pure ragione, ma io non c'entro e non voglio entrare nelle loro questioni. Faccio un gran respiro prima di parlare.
«Scusami Neytan, è che Stive...»
«Tranquilla, lo so che gli occorre tempo, spero solo che un giorno tornerà tutto come prima. Sai, mi manca davvero tanto...»

Sono ore che studiamo su quelle dannate carte. Faccio un gran respiro stendendo la schiena sul divano.
"Basta non ne posso più, devo prendermi una pausa prima che il cervello mi vada in fumo".
Chiudo gli occhi per rilassarmi, finalmente posso godermi questo bellissimo divano. Neytan se la ride e i miei occhi non esitano ad aprirsi per guardarlo.
«Cos'hai da ridere?»
Continuo a fissarlo accorgendomi di quanto sia bello.
«Niente, niente.» dice, alzando le mani al petto in segno di resa ma continua a farlo e questo mi irrita un po'.
«Mi dici cosa ti è preso?»
«Mi dispiace ma mio padre si sbagliava quando questa mattina diceva che sei una degli avvocati migliori su questo campo.»
«E con questo cosa vuoi dire?»
«Niente, solo che si sbagliava, tutto qui.»

NEYTAN'S POV.

«Cosa vuoi dire, spiegami perché si sarebbe sbagliato.» insiste, incrociando le braccia al petto con aria agguerrita.
Continuo a ridere, quando si arrabbia è ancora più bella.
«Nulla, è solo che se sei davvero così brava come dice a quest'ora avresti già finito, invece, come vedo, ti sei solo incasinata e il cervello ti va in fumo.» rispondo continuando a punzecchiarla.
«Senti cocco, ma chi ti credi di essere?» mi sfida, alzandosi dal divano.
«Tu non sai un bel niente di me, okay?»
Non riesco più a trattenermi e scoppio in una gran risata, forte da svegliare un condominio. La vedo arrabbiarsi ancora di più, tanto da farmi quasi tenerezza, ma che allo stesso tempo mi fa eccitare.

«Scusami, sto scherzando, okay? Non volevo offenderti, è che credevo di farti rilassare prendendoti in giro, ma come vedo non ci sono riuscito, scusami ancora, sono un vero stronzo.»

DESYRÈ'S POV.

«Sì Neytan, sei un vero stronzo, anzi, dirò di più: sei un coglione.»
Vedo che continua a ridere. Ma cos'ha il suo cervello che non va? Noto il suo viso diventare rosso e non riesco a fermare il mio sorriso vedendolo in quello stato di allegria. Se non fossi stata con lui in questa stanza avrei scommesso che fosse ubriaco.
Dopo svariate ammonizioni da parte mia si tranquillizza stendendosi su quel maledetto divano che invidio da morire. Restiamo un paio di minuti in silenzio ed io non riesco a non guardarlo.

NEYTAN'S POV.

È ancora arrabbiata, si vede dal modo in cui si mordicchia le labbra. Se continua a farlo non so per quanto riuscirò a resistere. Mi alzo per cercare di distrarmi dai miei pensieri bollenti.
Con cautela mi avvicino a lei, con la speranza di rimediare sedendole di fianco. Con voce gentile cerco di attirare il suo sguardo
«Hey guardami, ti prego. Scusa, non volevo, davvero. Stavo solo scherzando, volevo solo punzecchiarti per scaricare un po' di stress, e quando ho visto che eri arrabbiata ho continuato perché...», mi fermo in tempo prima che possa fare un altro errore, ma quando i suoi occhi si specchiano nei miei mi accorgo che ormai sono davvero fottuto.

Nulla Può SuccedertiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora