Capitolo 31

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Sono davanti alla finestra del mio appartamento, sorseggiando il mio terzo caffè. Non ho praticamente chiuso occhio dopo quello che è successo stanotte, e la testa mi fa un male cane.

«Buongiorno Piccola! Come ti senti?»
«Ehi no ti prego non chiedermelo, preferisco non rispondere, a te invece come va?» gli prendo la mano.
«Meglio grazie!»
«Senti, noi dobbiamo parlare di quello che è successo.»
«No Stive ora proprio no, ti prego.» ma mi ammonisce dicendomi:
«Invece parliamo!»

«So che sei preoccupata per me e che mi vuoi bene, ma quello che è successo tra me e Neytan non ti riguarda, lo capisci vero?» il mio tono di voce sembra addolcirsi.
«È qui che ti sbagli Stive, riguarda anche me! Mi ha mentito su tutto.»
«Ti sbagli Desy, ha mentito a me non a te! Io voglio che tu sia felice lo sai, e se lui può essere la tua felicità io ne sarò contento, credimi, voglio solo che quello che ha fatto a me non diventi un tuo fatto personale.»

«Ho riflettuto tanto stanotte e credo che voi meritiate almeno una chance di stare insieme, almeno dagli una possibilità. Non voglio che finisca tutto prima di cominciare, conosco Neytan ed è vero che in passato ha fatto tanti errori, ma li ho fatti anch'io e non voglio che per causa mia voi non possiate essere felici. Solo perché lui ha fatto lo stronzo. Io non sono come lui, non voglio abbassarmi ai suoi stessi livelli lo capisci vero?»
«No Stive non farlo, non difenderlo, non dopo quello che ti ha fatto. Proprio non ti capisco! Cos'hai? Ma hai sentito quello che ti ha detto ieri sera o eri talmente ubriaco che te lo sei scordato?»
«Sì Desyrè l'ho sentito, ed è per questo che non riesco a dargli tutte le colpe. Lo conosco e so che se  lo ha fatto ci sarà stata una ragione, non è così stupido come credi. Non credere che per me sia facile tutto questo, ho ancora tanta rabbia dentro e sicuramente mi dovrà dare una spiegazione più dettagliata perché in tutti questi anni ho accumulato così tante domande che non mi accontento di semplici risposte. Ecco perché ho deciso di chiarire una volta e per sempre: gli ho appena mandato un messaggio, e tra meno di un'ora andrò da lui. E finalmente potrò ricominciare.»

Sono dovuta andare in ufficio stamattina, anche se preferivo riprendermi dopo la sbornia di ieri sera. Giuro che da oggi in poi le mie labbra non toccheranno più alcolici. Stive non si è fatto ancora sentire, e di Neytan neanche l'ombra. Spero solo che non si ammazzino.
I miei pensieri vengono però interrotti.
«Signorina Tomas disturbo?»
«Buongiorno Signor Carter, posso esserle di aiuto?»
«Mi dispiace disturbarla durante l'ora di pranzo ma  ho appena ricevuto una telefonata del Signor Witter che tra meno di un'ora sarà qui in azienda e l'aspetterà in sala riunioni per incontrare lei e mio figlio Neytan.»

Oh mio Dio, l'ansia ricomincia a salire. Perché vuole vederci, cosa sarà successo?
«Va bene Signor Carter.»
«Ah dimenticavo, Signorina Tomas sa che fine abbia fatto Neytan?»
«No mi spiace Signor Carter, ma se vuole posso chiamarlo io per avvisarlo dell'arrivo del Signor Witter.»
«Sì grazie gliene sarò grato.»
La paura ricomincia a salire, e non faccio altro che girare nel mio ufficio, cercando di calmarmi. Dannazione Neytan, rispondi a questo cazzo di cellulare!

Sono nel panico più totale. Sento il mio cellulare vibrare sulla mia scrivania.
«Neytan, perché non rispondevi? Avrò fatto più di venti chiamate, ma dov'eri?»
«Desy calmati ero sotto la doccia, cos'hai? Ti sento strana. È successo qualcosa?»
«Sì il Signor Witter sarà in città tra pochi minuti, e vuole vederci.»
«Tranquilla piccola cerca di rilassarti, pochi minuti e arrivo, ora prendi un caffè. Io sarò da te tra poco.»

Passano pochi minuti e Neytan è già nel mio ufficio, non so perché ma quando c'è lui mi sento più tranquilla. Il suo sguardo è assente, continua a guardare fuori dalla finestra con aria triste, i miei occhi sono fissi su di lui e non riesco a non guardarlo, più lo guardo e più mi viene voglia di stringerlo tra le mie braccia. Quando i miei pensieri vanno oltre il confine, il Signor Carter ci avvisa che il Signor Witter è appena arrivato.

Sono letteralmente pietrificata davanti al Signor Witter, Neytan invece è molto disinvolto, dal suo volto non lascia trapelare nulla e questo mi fa davvero imbestialire, ma come diavolo ci riesce?
«Allora Signor Witter, come mai di questa visita, so che voleva vederci?»
«Sì Signor Carter, ad essere sincero, più che vedere lei, e non si offenda la prego, volevo vedere la Signorina Tomas!»
Ecco lo sapevo, penso, cosa ho fatto ora?
«C-erto, Signore mi dica.» cerco di essere il più professionale possibile.

«Pochi giorni fa lei e il signor Carter siete stati nella mia casa per chiudere quell'affare, si ricorda vero?» annuisco.
«Però la prima volta non è stato possibile siccome lei non si è sentita molto bene. Siete ritornati il giorno dopo, e a dire il vero vedevo che non si era ancora ripresa del tutto. Non voglio andare per le lunghe, quindi mi scusi se sono un po' frettoloso, ma devo sapere.»
«Stia tranquillo.» gli sorrido, facendo segno di continuare.
«Lei prima di andarsene mi disse una cosa per me molto importante.» lo guardo stranita.
«Lei mi disse che avrei dovuto salutarle mio figlio giusto?»
«Certo.» gli rispondo educatamente con un sorriso sulle labbra.
«E poi aggiunse di dirgli anche che non doveva avere paura e che non doveva scusarsi con lei perché non ce n'era il bisogno, giusto?»
«S-sì Signor Witter, è giusto, ma continuo a non seguirla.» e mentre cerco di capire Neytan si alza dalla sedia.
«Signore si sente bene?»
«Sì Carter grazie sto bene.»
«Ne è sicuro?»
«Sì davvero stia tranquillo! Lei è sicura di quello che sta dicendo Signorina?»
«Sì, perché non dovrei? Mi creda non riesco a capire perché le sembra strano tutto ciò?»
Dopo svariati minuti di silenzio, ricomincia.

«Vorrei solo dirle Signorina Tomas che io avrei tanto voluto salutare mio figlio da parte sua, ma purtroppo non ho potuto, e non credo che potrò.»
Silenzio.
Neytan prende la parola.
«Mi scusi la franchezza, perché non può dire tutto ciò a suo figlio? Non capisco, che problemi ha con lui? È solo un bambino!»
«Infatti, Signor Carter, Bred junior è solo un bambino, che purtroppo non c'è più da due anni.»
«Mi scusi ma non la seguo.»
Neyt mi guarda stranito, ma io guardo il Signor Witter e vedo una lacrima scendere sul suo viso e da lì tutto diventa più chiaro. Dopo pochi minuti di silenzio...
«N-no non può essere!»
«Sì Signorina Tomas, Bred junior è morto.»

Nulla Può SuccedertiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora