Capitolo 38

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Al mio risveglio mi trovai sola nel mio grande letto, ero davvero felice di come avevo trascorso il giorno di Natale e decisi di continuare a godermi la mia serenità. Con un sorriso stampato sulle labbra accarezzai la mia collana, e fu proprio in quel momento che mi accorsi di quanto ero stata una vera  idiota ad aver dimenticato di dare a Neytan il mio regalo.

Mi preparai velocemente implorando Dio che mi avrebbe perdonato per essermi addormentata e dimenticata di lui. Ma che cazzo ho nel cervello? Corro in cucina per prendere le chiavi della macchina e lo vedo lì, in boxer in tutto il suo splendore a preparare la colazione.
«Ehy dove corri di prima mattina? Stavo per portarti la colazione in camera.»
Mi prende per i fianchi avvicinandomi a lui.
«Credevo che non avessi impegni oggi, avevo già programmato la giornata: colazione e tante, tante coccole, e per finire saresti stata mia!» disse dandomi un bacio che io avrei saltato direttamente al suo "mia".

«Buongiorno anche a te Neytan, scusami sono stata un'idiota, ieri sono praticamente crollata dimenticandomi di darti questo.»
Lui mi guarda e tutto avrebbe immaginato, ma non questo. Ci mette un po' prima di aprirlo. Mi sta facendo morire ad ogni pezzetto di carta che strappa, ma quando finalmente lo apre rimane senza parole. «Wow è bellissimo!» gli dico di girarlo per non mancare un'incisione con la scritta "LA TUA PICCOLA PESTE, TI AMO."
A quella frase i suoi occhi diventano più luminosi, mi abbraccia e mi prende il viso tra le mani, poi scandendo ogni parola mi dice: «Ti amo tanto.»
«Scusami se non te l'ho dato ieri,» piagnucolo, «mi perdoni?»
«Non so piccola devo pensarci!»
«Neyt sei proprio sicuro? Se fossi in te ci penserei bene, perché a dire il vero oltre all'orologio come regalo ne ho ancora un altro da darti.»
«Ok allora ti perdono.» dice frettoloso, e io rido a quell'affermazione.
«Immaginavo, ma dovrai attendere un po' per il secondo regalo, resisterai?»

NEYTAN'S POV.

«No, se la metti così non resisto un solo secondo, già sono eccitato solo a guardarti.» la stiracchio tra le mie braccia. Ma ormai sono partito e non resisto un solo minuto in più, la prendo in braccio e la porto in camera dove finalmente riuscirò a punirla per aver dimenticato il mio regalo.

«Dai smettila non era proprio questa l'idea che la mia mente aveva in programma! Cioè lo avevo immaginato diversamente, mi aspettavo una cosa più romantica: io che ti davo il regalo e tu mi avresti presa tra le braccia dicendomi quanto mi ami eccetera eccetera, e poi avrei mmm come dire... ah ecco avremmo visto le stelle.»
La guardo e non resisto al suo buffo racconto, che in realtà mi ha un po' affascinato e allo stesso tempo annoiato. Sorride ma mentre lo fa incomincio a baciarla dolcemente. In pochissimi secondi tutto diventa molto più che dolce, i nostri respiri aumentano come il desiderio si rafforza. Non resistiamo più a quella tortura e ci abbandoniamo ai nostri desideri più perversi.
«Giuro che da oggi in poi questa sarà la tua punizione ad ogni mancanza che avrai nei miei riguardi.» mi guardo con gli occhi pieni di desiderio, i nostri occhi si incastrano alla perfezione e i respiri diventano più ansiosi. Il desiderio sembra esplodere. Si morde il labro e la sua mano mi afferra per i capelli avvicinandomi a lei, ma prima di baciarmi dice:
«Se non la smetti di parlare ti prometto che non scenderai da questo letto e che te ne pentirai amaramente Carter, te lo giuro.»

DESYRÈ'S POV.

Finalmente sola: Neyt se n'è andato, aveva delle pratiche da consegnare ad un cliente. Prima di uscire dal mio appartamento mi ha raccomandato di non farmi molto bella per la sera perché sennò non sarebbe uscito da quella casa, e che mi avrebbe riportata di nuovo a letto. Giuro che quando fa così lo ammazzerei.

Sono già da 15 minuti in macchina con Neytan, ma lui non ha detto una parola da quando mi è venuto a prendere.
«Ehy problemi?»
«No piccola tranquilla, tutto ok!»
È un'ora che pranziamo in questo ristorante e Neytan continua nel suo silenzio, e questa cosa non mi piace. Se non voleva uscire poteva dirlo, non sono abituata a fare la bella statuina.

«Dannazione Neyt mi dici cos'hai? Sono due ore che siamo a tavola e non mi hai degnato di uno sguardo, in più non parli, mi dici cosa diavolo ti prende?» Sono davvero incazzata.
«Sono solo stanco tutto qui.»
Sono davvero sconvolta del suo comportamento, prima che degeneri decido di alzarmi e andarmene il più lontano possibile da quel tavolo e da lui.

Sono appena rientrata a casa dopo aver preso un taxi, sono incavolata nera.
«Stive e tu che ci fai qui? Non dovevi stare con tua madre?»
«Ehy sei tornata, come va tutto bene? Mi sono spaventato!» mi accarezza il viso con uno sguardo di compassione.
«Ma che ti prende? Cosa c'è nell'aria stasera che non va? Siete tutti strani!»
Poi rifletto alle sue parole.
«Come sapevi che sarei tornata? E poi perché mi guardi in quel modo?» ora sono davvero incazzata, e urlandogli contro gli dico:
«No Stive non dirmi di calmarmi! È tutta la sera che Neytan non mi degna di uno sguardo, poi torno qua, e cosa strana tu mi stavi aspettando guardandomi in quel modo, e poi mi chiedi se sto bene? Spiegami perché io non ci sto capendo nulla.» cammino per la stanza come una pazza appena uscita dal manicomio.

«Chi era al telefono? ... Stive chi cazzo era al telefono?»
«Neytan, voleva sapere se eri rientrata.»

La serata non poteva andare peggio di così, sono ore che cerco di dormire ma dopo quello che è successo con Neytan e Stive, mi è difficile farlo. Sono le tre di notte, mi alzo per andare in cucina a preparare una tisana rilassante visto che sono ancora incazzata. «Cosa fai ancora sveglia?»
Lo guardo e vorrei ucciderlo.
«Stive ti prego lasciami in pace!»
Prendo la mia tisana e mi siedo di fronte a lui senza dire una parola. Lui mi guarda e chiude il suo cellulare.
«Mi dici perché sei ancora sveglia?»
«Beh Stive posso farti la stessa domanda.»
«Sì è vero ma l'ho fatta prima io.» risponde facendomi l'occhiolino.
«Non ci provare a fare lo stronzo con me.»

Mi siedo bevendo la mia tisana. Il silenzio è davvero assordante, ma finalmente mi sento più rilassata. Stive si avvicina facendomi la stessa domanda, lo guardo e quando vedo il suo sguardo preoccupato gli dico:
«Non riesco a dormire. E tu invece perché ancora sveglio?» mi sorride, si avvicina spostando i miei capelli da un lato.
«Se te lo dico dovrò ucciderti.»
«Sei davvero un idiota Stive, lo sei davvero tanto.»

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