Capitolo 35

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Sono così elettrizzata, non vedo l'ora di tornare a casa. Neytan non fa che chiamarmi ogni due secondi per sapere se sono arrivata. Poco fa è entrato come una furia nel mio ufficio, dicendomi di tornare subito a casa.

«Neytan sto lavorando non posso, ne ho ancora per un'altra ora. E poi scusa perché dovrei andare, sembra che tu mi stia cacciando, cos'hai? Devi vederti con qualcuna?» mi arrabbio al suo modo brusco di farmene tornare a casa.
«Ma dai Desyrè che dici! Perché pensi a questo?»
«È da stamattina che sei strano, stai sempre con quel dannato telefono a parlare chissà con chi, e non mi hai degnato nemmeno di uno sguardo.»

«No Piccola è che ho avuto da fare tutto qui. Ora però torna a casa hai lavorato troppo oggi e non mi va che ti stanchi, anche perché quando lo sei, non sei molto disponibile.» gli sorrido.
«E poi non dimenticare che stasera verrò da te quindi dovrai pur cucinare qualcosa no?»
Lo guardo sospettosa, sicuramente starà tramando qualcosa.
«Ok, ma devi promettere che stasera butterai via quel telefono e sarai tutto mio.»
«Ok piccola te lo prometto.»

Sono appena uscita dal mio ufficio e il cellulare continua a squillare, ma lo ignoro.

«Neyt la smetti di chiamarmi ogni singolo minuto? In questo momento sto salendo le scale, mi dici cosa ti è preso stasera?»
Quando apro la porta del mio appartamento, non riesco a credere ai miei occhi.
«Oh mio Dio, Neyt!»
«Ben tornata a casa piccola! A tra poco.»
Sono ancora con il cellulare appoggiato vicino al mio orecchio, ma Neyt ha già riagganciato. Sono incantata da tutto ciò, non mi sarei mai aspettata tutto questo. Nei miei sogni l'ho sempre immaginato così, ma Neyt lo ha reso reale.

La casa è piena di luci e addobbi natalizi, sembra di stare in quei grandi magazzini dove tutto è perfetto, i miei occhi non fanno altro che guardarsi intorno e ho una gran paura di toccare per non rovinare niente. C'è un grande albero di natale addobbato alla perfezione con palline bianche e fiori rossi. In un angolo della stanza, un piccolo bosco con tronchi innevati e scoiattoli. Su una mensola c'è anche un piccolo presepe che mi ricorda della mia città natale. Cammino per la casa con ancora la mano davanti alla bocca, sono meravigliata da tutto ciò. Anche in cucina non mancano gli addobbi, ci sono candele ovunque che rendono l'ambiente ancora più magico.

Mi appoggio allo stipite della porta cercando di cogliere la visione migliore a tutto questo. Neyt è appena arrivato, mi guarda dalla porta d'entrata con un sorriso smagliante.
«Ehi, ti è piaciuta la sorpresa?»
Dai miei occhi scendono lacrime, lacrime di gioia. La mia mente non fa altro che pensare a lei, a come mi sarebbe piaciuto che mamma fosse qui con me. Ritorno in quella stanza che avevo lasciato per pochi secondi e lo guardo.
«Grazie Neyt, grazie davvero, non mi sarei mai immaginata tutto questo, è tutto perfetto proprio come ho sempre sognato, giuro.»

Il mio viso è nelle sue mani, chiudo gli occhi e mi abbandono al suo tocco che mi provoca una strana vibrazione che non riesco ancora a definire. Il suo sorriso è sempre più smagliante, mi guarda con quel suo sguardo da furbetto indicandomi con il dito di guardare in alto, quando i nostri occhi guardano il soffitto, mi accorgo di stare sotto un bellissimo e splendido vischio. Gli sorrido, mettendogli le braccia intorno al collo, e gli dico:
«Con molto piacere Signor Carter.»

Dopo questa magnifica sorpresa ho deciso di preparare un bel pranzetto e godermi la serenità di questo momento. Anche se devo dire che sono troppo euforica per tutto ciò, che non riesco a concentrarmi vedendo tutte quelle luci che illuminano il viso del mio Neytan.
Appena finito di cenare io e Neyt ci sediamo con un plaid sotto l'albero di Natale, l'ho sempre visto fare nei film e ogni volta che vedevo quell'immagine mi si formava un nodo in gola faticoso da mandare giù. Io e mia madre sognavamo spesso tutto ciò ma più che sognarlo per lei, lo sperava per me. Tutti i giorni mi ripeteva di non smettere di sognare e di credere sempre in qualcosa, perché la vita tutto sommato non era solo grigia e nera, ma era anche fatta di sfumature che noi stessi purtroppo non eravamo in grado di decifrare.
«Sai? Avrei voluto che mia madre vedesse tutto questo.» penso parlando ad alta voce.
«Lo so piccola, avrei voluto anch'io che mia madre fosse qui.»

«Neytan, parlami di lei, finora ti ho parlato di me, ma di te mai.»
«Non c'è molto da sapere su di me, non ho mai fatto nulla di buono a parte stare con te stasera. 
Sono un tale disastro e un grandissimo stronzo, ecco questo sono io.»
«Dai sii serio, so che sei un coglione e anche uno stronzo ma avrai qualcosa di bello del tuo passato da raccontarmi no? E poi a parte gli scherzi non sei un disastro, sei solo stronzo tutto qua.»
Sorrido strizzandogli l'occhio.

NEYTAN'S POV.

È così bella quando sorride, non so come faccia a farlo ancora dopo tutto quello che ha passato.
Mi avvicino per baciarla ma prima di toccare le sue labbra le sussurro:
«Sarò pure uno stronzo ma senza di me sei persa, e senza lo stronzo questa serata magnifica non ci sarebbe stata.» e le ricambio l'occhiolino.
«Perché rifiuti il mio bacio? Non ti va che ti abbia risposto a dovere? Lo hai voluto tu, piccola peste. Dai Desy baciami prima che muoia.» faccio finta di morire. Sbircio per vedere il suo sorriso, si avvicina di fianco, sento il suo profumo invadere le mie narici. Ha ancora gli occhi socchiusi, ma quando sente che ormai il mio bacio sta per arrivare, resta lì ferma, mi guarda e mi sussurra...
«Ritenta cocco sarai più fortunato.»
La guardo ridere rimanendo come un vero coglione, da lì mi rendo conto di quanto mi sia completamente rincoglionito per questa piccola peste vestita da angelo. I miei occhi si perdono nei suoi, e la sua bocca attira la mia così i nostri baci diventano teneri ma illegali.

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