Capitolo 49

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JENNIFER'S POV.

«Signor Witter è più di un'ora che ha perso i sensi, mi sto veramente preoccupando.»
«Tranquilla Signorina Anderson la dottoressa ha detto che è in perfetta salute, dobbiamo solo aspettare.»

«Faccio preparare due caffè ok? Stia tranquilla.»
Annuisco.
Noto delle chiamate di Stive e Neyt sul cellulare seguite da dei messaggi, ma ormai è l'una di notte e non credo sia il caso di chiamare, anche perché non saprei cosa dire.
Il signor Witter entra nella stanza dandomi il caffè.
«Le dirò che il suo caffè è veramente buono.»
Lui sorride, guardando Desy sul letto.
«Posso farle una domanda un po' personale?»
«Certo!»
«Non si sente solo in una casa così grande?»
Lui mi guarda con tristezza, quando sta per rispondere Desy lo anticipa:
«Ti sbagli Jen non è solo!»
«Ehi ben tornata, come ti senti?»
«Bene grazie.»
«Desy ci hai spaventato lo sai!»
Ride a quello che ho appena detto.
«Lo so Jen, anch'io.»

DESYRÈ'S POV.

Vedo il Signor Witter alzarsi per lasciare la stanza ma gli prendo la mano, e lui si gira verso di me.
«Aspetti la prego ho alcune cosa da dirle.

So che per lei tutto questo è strano, e che non sarà facile sentire quello che ho da dire, ma Bred vuole che lo faccia.
Mi ha raccontato un po' la sua storia, e crede che lui non gli voleva bene, ma non è così! Bred la ama davvero tanto, Signor Witter, è rimasto in questa casa per non lasciarlo solo, dopo la sua morte poteva scegliere, ma lui ha scelto di restare nonostante tutto. Sapeva bene delle conseguenze che avrebbe dovuto affrontare, ma ha scelto comunque di restare. »
Lo guardo e dai suoi occhi scendono fiumi di lacrime, si trattiene per non singhiozzare ma fallisce spudoratamente.

Gli accarezzo il viso alzandomi e lo stringo tra le mie braccia per fargli sentire il mio calore.
«Sa? Non ho mai conosciuto mio padre ma mi sarebbe piaciuto che le somigliasse.»
Mi stringe forte per farmi capire che ha apprezzato quello che gli ho appena detto.

«Ragazze io vado a riposare sono davvero stanco, vi auguro una buona notte.»
Mi guarda come se stesse ringraziando Dio per avermi mandata da lui, e mi dà un bacio sulla guancia.
«No, Signor Witter non deve ringraziarmi. Sono io che devo farlo, non lei.»

«Pronto?»
«Dannazione Desy ma dov'eri? È da ieri che io e Stive vi chiamiamo.»
«Ma che ore sono?»
«È questo che sai dire?»

«Neyt calmati mi sono appena svegliata, fammi riprendere prima di incazzarti.»
«Desy dov'è Jen?»
«Stive! È qui con me perché?»
«Passamela.»
«Ragazzi ma che vi prende?»
«Desy passamela!»

«Jen svegliati è Stive.»
«Noo voglio dormire!»
«Jen muoviti è incazzato e non so il perché!»
Prima di rispondere si siede sul letto per essere pronta a tutto.
«Buongiorno amore!»
«Buongiorno un cazzo!»
Mi guarda e sa che anche io ho sentito da come ha urlato.

«Stive cos'hai?»
«Jen dove siete? E non dirmi cazzate perché non me  la bevo.»
«Calmati amore lo sai dove sono.»
Cerca un aiuto da me ma non so proprio cosa dire.

«Non mentirmi Jennifer.»
«Ma che dici perché dovrei farlo?»
«Jen vuoi sapere il perché?»
Silenzio. Lei non dice una parola, ma lui non aspetta una sua risposta.

«Te lo dico subito perché! Ieri in un bar qui al centro per puro caso ho beccato il tuo capo, e guarda un po' non sapeva un cazzo di questo viaggio di lavoro. Ora tu mi spieghi dove sei prima che mi incazzo davvero.»
Dopo aver messo il viva voce sul cellulare in modo da farmi sentire, ci guardiamo sbalordite e non riusciamo a dire una parola, silenzio, solo un fottuto silenzio.

«Cazzo Jen mi dici dove sei, non farmelo ripetere perché non te lo richiedo per la terza vota.»

«Ehy Stiv sono Desy.»
«No con te non ci parlo, passami Jen è una cosa nostra stanne fuori.»
«No Stive è qui che ti sbagli, è colpa mia, comunque siamo dal Signor Witter.»
Riaggancio la telefonata. 

«Desy perché lo hai fatto?»
«Perché è giusto così! Ormai quello che dovevo fare l'ho fatto, e comunque al nostro ritorno gli avremmo raccontato tutto no? Perché aspettare.»

«Signore è veramente tutto buono.»
Ridiamo per come Jen quasi si strozza per la quantità di cibo che ha in bocca.
«Oddio Jen ma dove lo metti tutto quello che mangi?»
Siamo tutti e tre a tavola, il Signor Witter ha veramente esagerato per quello che ha fatto preparare, ma lui era contento perché quelle ricche colazioni non le faceva da molti anni ormai.

Bill il maggiordomo attira la nostra attenzione:
«Il Signor Carter è arrivato Signore!»
Io e Jen ci guardiamo, speriamo che non facciano scenate.

«Ehy Signor Neytan, prego accomodatevi.
Piacere io sono Witter.» tende la mano a Stive.
«Stive Green Signore, è un piacere conoscerla di persona.»
«Dai non fate cerimonie e accomodatevi. Sicuramente dopo il viaggio avrete sicuramente fame.»
Neyt non mi toglie gli occhi di dosso, Stive invece non riesce nemmeno a guardarmi.
Ma per fortuna c'è il Signor Witter a togliere l'imbarazzo.
«Allora Neyt come procedono gli affari?»
«Bene Signore molto bene!»

«E tu Green cosa fai per vivere?»
Interrompo prima che lui risponda:
«Stive è uno scrittore, un gran scrittore, anche se a dire il vero non ho ancora letto nessun suo libro.»
Lo guardo e finalmente lo fa anche lui.
«Mi scusi Signor Witter, non è di mia abitudine comportarmi così ma proprio non riesco a trattenermi, posso chiederle come mai di questa loro visita?»

Rimango rapita dalle parole di Neyt, anche in questa circostanza è stato impassibile da non far traspirare nessun tipo di emozioni.
Devo dire però che quando lo fa è davvero irresistibile.

«Ok ragazze dopo questo non mi resta altro che lasciare a voi l'onore.»
Jen non resiste a non parlare.
«Ma come Signore era andato così bene finora, che sulla parte più difficile ci lasca sole?»
Rido a quello che ha appena detto ma non sono l'unica a farlo, anche Stive la guarda con gli occhi di chi è veramente innamorato.

«Sì Signorina Anderson ora tocca a voi, io questi drammi li ho già vissuti in passato, e se devo essere sincero non ero molto bravo a cavarmela. Sono abbastanza sicuro che lei se la cavi meglio di me, ma questo lei lo sa già.»
Ci fa un occhiolino ed esce dalla stanza.

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