Capitolo 3

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DESYRÈ'S POV.

Sto camminando da quasi un'ora in questa bellissima città, guardando tutti i minimi dettagli anche se non so dove diavolo stia andando, dato che non conosco ancora bene il posto.
Non mi sono mai allontanata dalla mia Italia, questa è praticamente la prima volta che faccio un cambiamento così radicale nella mia vita, mi sono spostata spesso di città in città ma mai così.

Dopo quello che è successo, e dopo la morte di mia madre, ho deciso di cambiare del tutto. Restare lì mi avrebbe solo portato più angoscia. Avrei praticamente avuto sempre paura che mi trovassero.

Assaporo le bellezze di questo posto: qui è tutto così magico.
Mi siedo su una panchina per leggere il mio nuovo libro: "i passi dell'amore".

Girando la prima pagina, noto una Signora di mezza età ben vestita con a spasso un bellissimo cagnolino. Non mi ero accorta di essermi seduta nelle aree riservate agli animali.
Noto che anche lei mi guarda, con un sorriso gentile sulle labbra. Si avvicina sedendomisi di fianco.
Io per l'imbarazzo abbasso lo sguardo e continuo a leggere il mio libro, quando sento la sua voce.
«Sei nuova? Non ti ho mai visto qui prima d'ora!»
Per non essere scortese alzo lo sguardo dal mio libro e rispondo annuendo.

«Allora mi presento, sono Miss Mery Green, ma tu chiamami solo Miss Mery.»
Mi sorride, e io con un po' di imbarazzo mi presento:
«È un piacere Miss Mery, io sono Desyrè, Desyrè  Tomas.»
Continua a fissarmi e non capisco proprio il perché.
Con l'imbarazzo più totale decido di chiudere il mio libro e andarmene da lì. Quando sto per alzarmi Miss Mery mi blocca per il braccio e io incomincio a tremare, rimanendo paralizzata.
Non riesco a muovermi, ho paura. Ho tanta paura.

«Scusami piccola non volevo spaventarti, sono così mortificata... volevo solo dirti che ti era caduto questo dal libro.»
Mi lascia il braccio accorgendosi di quanto fossi spaventata, cercava solo di aiutarmi e di tranquillizzarmi il più possibile. A volte sono così impertinente che faccio allontanare le persone. Non lo faccio apposta, è solo che sono sola da anni.
Se non fosse per Snoopy, il mio cagnolino, sarei già morta. Faccio un gran respiro prima di rispondere:
«No si figuri signora, è solo che mi ha preso alla sprovvista. Ero così attirata dalla mia lettura che mi sono spaventata, tutto qui!
Comunque è stato un piacere conoscerla, ma ora devo proprio scappare.» Mentre parlo continuo a balbettare.

Sono praticamente fuggita da Miss Mery e un po' mi dispiace. Ho visto il suo viso, era davvero dispiaciuto per avermi fatta spaventare così tanto. Nei suoi occhi traspirava un velo di tristezza, e questo mi ha fatto tanta tenerezza. Ma in fondo lei che colpa ne ha? La colpa è solo mia, che dopo tutto non riesco a fidarmi di nessuno.
Continuo a camminare, cercando di non pensare a Miss Mery. Sento un odore di caffè che cattura le mie narici e dall'altra parte del marciapiede noto una caffetteria molto carina.

Decido di fermarmi e di ordinarne uno, anche se mi manca tanto il caffè italiano. Attraverso la strada e prima di entrare noto dalla vetrata un bellissimo ragazzo: è alto sul metro e ottantacinque, i suoi capelli sono di un nero corvino. Indossa un paio di jeans scuri con una camicia bianca, e i primi tre bottoni sono aperti facendo notare i suoi pettorali.
Entro e mi blocco di fronte a lui, attirata dalla sua fisicità. Faccio fatica a respirare e sto pensando letteralmente di scappare, per evitare che la sua presenza mi catturi. Ma nel momento in cui sto per girarmi, i suoi occhi incrociano i miei e rimango rapita da quello sguardo.
Dopo qualche minuto in cui tutto il mondo intorno a me sembra non esistere, qualcosa spezza l'incantesimo e i miei occhi si staccano dai suoi.
Cerco di sedermi ad un tavolo, e con la coda dell'occhio mi accorgo che mi sta ancora fissando.
Faccio un gran sorriso mordendomi il labbro inferiore, vedo che non si è accorto che il barista gli ha praticamente rovesciato la bevanda sui vestiti, sporcando la sua bella camicia ormai non più bianca.

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