Capitolo 2

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"Il mio odore ?
Eppure ho preso i soppressori stamattina, com'è possibile che ancora riesce a percepirlo."

<Scusa Kacchan, deve essere fastidioso anche se mi sembra strano, sono sicuro di aver preso la pillola stamattina.>
Il biondo era poggiato alla poltrona con gli occhi chiusi, respirava in modo regolare con la bocca leggermente umida e aperta, istintivamente Izuku accavalló le gambe.
Quando non urlava il verdino si fermava ad osservarlo. Era veramente bello questo non si poteva negare, il fisico tonico e muscoloso, le spalle robuste, gli occhi color rubino e quel suo odore di caramello salato, non avrebbe dovuto annusare l'odore di nessun alpha ma Kacchan era nella sua vita da quando erano piccoli, sarebbe stato impossibile.
I suoi occhi cominciarono a vagare osservando il suo corpo, la mascella squadrata, il pomo d'Adamo, il collo, le mani ancora con ancora qualche fasciatura, i pantaloni...
<Nerd che cazzo ti guardi ?> Katsuki lo fissava da sotto le lunghe ciglia con aria interrogativa senza però cambiare posizione.
<Non è che per caso sei...?> il biondo non fini la frase ma Izuku capi al volo. Arrossì prepotentemente per il pensiero che il suo amico/rivale aveva appena avuto ma rispose ugualmente.
<Anche se fosse ?> lo fissò alzando un sopracciglio e sporgendosi in avanti con i gomiti poggiati sulle gambe.
La reazione su istantanea, Bakugo aprì gli occhi immediatamente rilasciando feromoni di dominazione mettendosi nella stessa posizione del verdino.
<Non penso che dovresti giocare con il fuoco, Deku.> deglutí.
<Non vedo nessun fuoco, Kacchan.> gli occhi di Katsuki diventarono ancora più rossi.
Anche se voleva fortemente negarlo a sé stesso il suo amico e rivale gli faceva effetto più di quanto avrebbe dovuto.
<Non farmelo ripetere.>
<Kacchan> deglutí rumorosamente cercando di rimanere vigile anche sopportando l'odore dell'alpha di fronte a lui.
<Devi riempire tutta la stanza? Non mi sembra carino verso gli altri.>
<Ehhhhh ? Ti da fastidio il mio odore ?> lo guardò arrabbiato.
<Ho detto che può dare fastidio agli altri.> Izuku si alzò e questo fece innervosire ancora di più Katsuki.
<Chi cazzo se ne frega di quelle comparse, a te da fastidio?>
Adesso anche il biondo era in piedi e gli si era avvicinato sorpassando il tavolino.
Deku ebbe un brivido, sapeva che si stava mettendo nei guai.
<Non ho detto questo.>
<Non è una risposta, nerd. Dammi una risposta giusta o ti faccio saltare in aria.>
Il verdino ci mise troppo a rispondere e Bakugo lo prese per la maglietta e lo strattonó avvicinandolo.
Iniziava a mancare aria nella stanza ma nessuno dei due se ne accorse, troppo presi a fissarsi, troppo pericolosamente vicini.
<Non mi potrebbe mai dare fastidio, lo sento da quando siamo bambini Kacchan.> disse sospirando e cercando di non rilasciare feromoni, aveva iniziato a sudare per la vicinanza con il corpo dell'altro.
Una voce fuori le scale lì fece staccare immediatamente giusto il tempo per riprendere fiato e permettere a Deku di lasciare la stanza per dirigersi verso la sua.

<Tsk.> sputó fuori il biondo vedendo IIda comparire in cucina.
<Ah ciao Deku> disse, il ragazzo ma non lo stava più ascoltando, assorto nei pensieri e decisamente non in condizione di poter sostenere una qualsiasi conversazione, ormai stava già spingendo il bottone dell'ascensore.
Sperava di non incontrare nessuno così da chiudersi in stanza per cercare di calmare il suo calore fuori controllo, di solito i soppressori facevano effetto. C'era qualcosa di anomalo quel giorno.

Una volta arrivato si era accasciato con la schiena alla porta mentre riprendeva fiato, l'erezione ormai gli rendeva i pantaloni fin troppo stretti, respirava in modo affannato e aveva il viso completamente rosso. Solo Kacchan gli faceva quell'effetto.
Si liberò dei pantaloni e cominciò a toccarsi, doveva sfogare almeno un pó quella frustrazione che aveva cercato di nascondere.
Chiuse gli occhi e ripensó ai minuti precedenti, al suo rivale, il suo corpo, il momento in cui erano stati così vicini da poter sentire l'uno  il respiro dell'altro.
Ci aveva messo poco a venire, l'odore di caramello ancora riusciva a sentirselo addosso.
Ma che diamine sto facendo, non dovrei pensare a uno come lui in questi momenti. Diamine.
Più cercava di evitarlo più la vicinanza con il biondino lo stuzzicava, gli piaceva sfidarlo e dimostrargli che non era più il Deku buono a nulla ma forse non era solo quello.
Con troppi pensieri nella testa aveva cercato di farsi una doccia e riprendersi, il programma era quello di allenarsi e rimanere concentrato sull'obiettivo nel modo più assoluto.
O così continuava a ripetersi.







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