4 - Siva

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L'ansia stava divorando Siva.

La sua vera identità era già stata scoperta?

Non avrebbe dovuto accettare questa missione. Non era la persona giusta per l'incarico.

Era la prima volta che stava tanto lontano da casa. In quel mondo, non c'era niente di familiare. Le luci, i colori e gli odori... Era tutto troppo intenso.

Gli uomini che erano stati incaricati di proteggere la ragazza erano calmi, controllati e gli davano l'impressione di essere degli esperti. Diversamente da loro, quello era il primo lavoro serio di Siva. Quelli che aveva fatto fino a quel momento gli sembrarono delle passeggiate. La sua famiglia non poteva davvero aspettarsi che filasse tutto liscio.

Siva non era bravo come suo fratello maggiore, né attento, o intelligente e agile come lui.

Non era lui.

Si mordicchiò il labbro inferiore, staccandosi le pelle.

Da quando Diana aveva detto quella frase, il panico si era impossessato di lui, spingendolo a pensare al peggio. Non lo aveva lasciato nemmeno per un secondo, logorandolo lentamente dall'interno.

Sebbene logicamente avesse senso concludere che Diana non stesse parlando di lui, Siva non riuscì a sentirsi meglio. Restava la possibilità che lui si fosse già fatto scoprire e quel dubbio lo tormentava.

Alzò lo sguardo sull'uomo che era appoggiato accanto a lui sulla parete. Il suo sguardo era fisso sul muro opposto a loro, che si trovava a due metri di distanza.

Quando Diana si era alzata, avevano aspettato qualche minuto prima di seguirla, tranquillizzandosi solo dopo aver capito che era diretta ai bagni. Il capitano aveva ordinato a lui e l'uomo che si facevano chiamare Ghost di aspettare la ragazza fuori dal bagno e di stare con lei per il resto del tempo che mancava all'aereo.

Siva non aveva mai preso un aereo. Suo fratello maggiore, che in passato aveva già avuto a che fare con i terrestri, gliene aveva parlato, spiegandogli come funzionasse. La sola idea di salire in quella scatola lo fece tremare.

Come facevano i terrestri a entrare in quei cosi?

Doveva sbrigarsi a trovare un modo per uccidere Diana e rubarle il cuore.

Come se avesse percepito che lui la stava aspettando, Diana uscì dai bagni delle donne. La sua testa restò bassa finché Ghost non si mise sulla sua strada.

«Che c'è?» chiese con voce scorbutica, guardando l'uomo che aveva davanti. «Uno adesso non può nemmeno andare in bagno da solo?»

«Non puoi spostarti senza di noi» la rimproverò.

La posizione dell'uomo avrebbe dovuto incutere timore: petto in fuori, braccia incrociate e gambe divaricate, ma Diana non sembrò intimorita.

Alzò gli occhi al cielo e cercò di superarlo. «Adesso vado al gate, papà.»

Siva percepì il respiro di Ghost accelerare e il suo sangue scendere verso le sue gambe. «Veniamo con te» insistette, bloccandole ancora la strada.

«Perché?» Diana si voltò per guardare anche Siva, che rabbrividì.

Non mi guardare, non mi guardare.

Quando finalmente l'avrebbe uccisa, Siva doveva trovare un modo per coprirle gli occhi o non si sarebbe mai dimenticato il momento in cui la vita li lasciava.

Ma era presto per pensare a quel momento. Aveva ancora un piano da organizzare.

Sapeva di doverla prendere da parte, magari portandola in un luogo isolato in cui nessuno, soprattutto non gli altri quattro, potessero vederla. Poi, doveva liberarsi del cadavere, ma quello era ancora semplice. Divorare il suo cuore, ottenere i suoi poteri e infine tornare a casa.

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