63 - Diana

109 12 8
                                    

Avvertenze:

Tentativo di stupro (non c'entrano i nostri cinque uomini). Uso di droga. 

Se non vi piaccioni tematiche pesanti, saltate il capitolo. 

Fine. 


Un drink non bastò a scacciare il vuoto che Diana aveva dentro.

Erano seduti in un grande pub, affollato soprattutto da stranieri. Lo avevano trovato su internet e le recensioni erano ottime, facendole pensare che i cocktail fossero buoni, ma Diana ne aveva preso uno che non le piaceva.

Gli uomini seduti intorno a lei continuavano a cercare di avere una conversazione normale. Tentativi che Diana apprezzò, nonostante li stesse rendendo inutili.

Non voleva parlare.

Non voleva fare niente.

In quel momento, era un guscio vuoto, solo e abbandonato sull'orlo della strada.

Si costrinse a finire il drink e, mentre deglutiva forzatamente, girò tra le dita il bicchiere. Era irresponsabile da parte sua continuare a bere. Da quando era partita per quella missione, lo stava facendo troppo spesso. Se avesse continuato così, non ci sarebbero state che conseguenze negative.

Corpo sano, mente sana era il detto. Diana stava ostacolando entrambe e, presto, di sano sarebbe rimasto ben poco in lei.

Eppure, scostò la sedia e si mise in piedi. Sapendo che stava attirando su di sé l'attenzione degli altri, si sbrigò a dire: «Prendo un altro drink». Si allontanò di qualche passo e aggiunse, vedendo Ghost già intenzionato a seguirla: «Da sola, per favore».

«Diana.» Whiskey le afferrò il polso e cercò il suo sguardo. La sua espressione era dura. «Non allontanarti troppo.»

Annuì, promettendo che si sarebbe limitata a raggiungere il bancone. Avrebbe bevuto il suo secondo drink e poi sarebbe subito tornata da loro. Aveva solo bisogno di un momento da sola, lontana da tutti.

Si aggirò tra la folla, riuscendo ad arrivare al bar, in cui alcuni camerieri stavano servendo i clienti. Non avendo voglia di parlare con nessuno né di essere approcciata, scelse di mettersi accanto a una donna adulta. Il suo aspetto le fece pensare a una donna del posto, che era appena uscita da lavoro. Da una prima occhiata non le sembrò un profilo minaccioso.

Seduta nello sgabello accanto al suo, attirò l'attenzione di un cameriere, che le disse che sarebbe venuto subito da lei.

Non vedeva l'ora di tornare in hotel, infilarsi sotto coperte del letto e chiudere gli occhi. Andare a dormire da ubriaca forse le avrebbe permesso di spegnere il cervello e non avrebbe trovato nessun incubo ad aspettarla.

«Ciao.»

In un primo momento, Diana pensò di essersi sbagliata. Il pub era rumoroso e c'erano tante persone, era improbabile che quella donna stesse parlando proprio con lei. Capì di essersi sbagliata solo quando lei picchiettò sul bancone di legno con un dito, proprio a pochi centimetri dal braccio che Diana aveva appoggiato lì.

«Scusi?» chiese, rivolgendo la sua completa attenzione alla donna.

«Ti ho salutata» disse con un sorriso cordiale.

«Oh...» Diana si sforzò di ricambiare, nonostante non fosse dell'umore di avere a che fare con nessuno, figurarsi una sconosciuta. «Buonasera.»

La donna aggrottò la fronte. Dalle sue rughe, Diana intuì che dovesse avere tra i trentacinque e quaranta anni. «Che ci fa una bella ragazza come te, qui da sola?»

The Sun and her planets | 18+Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora