Yoo aveva avuto un altro incubo. Simile all'ultimo, si era ritrovato nella casa dei suoi nonni, solo che questa volta suo fratello non era venuto a salvarlo.
Si destò sudato e con le palpitazioni. Spostò lo sguardo sull'orologio che si trovava nel comodino alla sua destra. Erano appena le quattro di notte. A disposizione avrebbe avuto altre ore di sonno, ma scelse di alzarsi, consapevole che avrebbe fatto fatica a riaddormentarsi.
Lasciò la stanza che condivideva con Ghost per andare verso il bagno. Intenzionato a farsi una doccia lunga e interrotta, cambiò idea appena si rese conto di sentire una voce lontana e debole.
Guardò verso la cucina, direzione dalla quale sembrava provenire il canto.
Il sonno gli impedì di attivare la paura. Il suo corpo si mosse cauto. La cucina era vuota e spenta, illuminata solo dalla luce che stava filtrando dalla portafinestra del balcone. Yoo si strinse nelle spalle, venendo avvolto da una folata di aria fredda. Non si sorprese di trovare la portafinestra aperta, né di vedere la sagoma della ragazza che era seduta lì fuori. Questa volta non c'erano tende a nascondere la sua figura e lei non era seduta per terra, avendo scelto di accovacciarsi in una delle due poltroncine presenti sul balcone.
La voce era la sua. Delicata e in una lingua che lui non conosceva, stava cantando una melodia melanconica e pacifica.
Prima di spaventarla, Yoo diede un colpetto sul tavolo della cucina, avvertendo la ragazza della sua presenza.
I suoi occhi, tristi e stanchi, scattarono su di lui. Non si ritrasse e gli offrì un sorriso gentile, che Yoo interpretò come il permesso di uscire e farle compagnia. Se si fosse reso conto di disturbarla, se ne sarebbe andato via immediatamente.
«Ehi» le disse a bassa voce, avvicinandosi per occupare la poltroncina davanti a lei. «Incubo?»
«Incubo.»
Si stava stringendo le gambe con le braccia. La sua attenzione tornò sull'esterno. Il loro nuovo appartamento si trovava in una città serena e isolata. Essendo al quinto piano di una palazzina centrale, riuscivano a vedere tutte le abitazioni francesi ancora addormentate.
«Cosa stavi cantando?» le chiese, pensando che parlare avrebbe aiutato entrambi a scacciare i ricordi dei sogni appena avuti.
«Una canzone italiana» spiegò, mettendo un piede a terra. «Era di un cartone animato che mi piaceva molto da piccola.»
Yoo restò in silenzio, scavando nella sua testa per trovare una risposta decente o un'altra domanda da rivolgerle. Bocciò tutte le opzioni che gli furono proposte, sentendosi di nuovo come un adolescente incapace di parlare alla ragazza che gli piaceva. Aggrottò la fronte, infastidito dai suoi stessi pensieri.
Diana non gli piaceva.
Nel tempo che lui impiegò per pensare e insultarsi, Diana mise entrambi i piedi a terra. Li fece penzolare dalla poltrona. «A volte, cantare mi aiuta» ammise. «O comunque ascoltare della musica.»
«A me aiuta il silenzio.»
Un sorriso giocoso le increspò le labbra. «Ti ho disturbato, quindi?»
«No, certo che no» si affrettò a dire, imbarazzato.
Le guance di Diana si riempirono del suo sorriso. «Puoi dirmelo se sto rubando il tuo momento di pace. Non è un problema.»
Yoo si passò una mano nei capelli. Come avrebbe potuto dirle che lui la voleva lì senza dirlo apertamente? «Sei arrivata prima tu» finì per dire.
Diana ridacchiò. «Come sei gentile a lasciarmi il mio posto qui fuori» lo prese in giro.
Yoo distolse lo sguardo e sospirò, non sapendo cos'altro dire. Non si capacitava ancora dell'abilità di Diana di mandargli il cervello in cortocircuito.
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The Sun and her planets | 18+
ChickLitAttirati dalla ricompensa di un milione di dollari ciascuno, cinque mercenari vengono assoldati per un incarico all'apparenza semplice e rapido. La missione prevede che proteggano una giovane donna per tre mesi, durante i quali dovranno spostarsi e...