53 - Spider

159 15 17
                                    

Oscar non era felice. Seduto nei sedili posteriori, stava fissando Diana cantare a squarciagola, mentre allungava le mani per colpire la spalla di Ghost che invece stava guidando. La sua gioia non era riuscita a contagiare a Oscar, che si stava ritrovando a osservarli infastidito.

Non sarebbe dovuta essere tanto espansiva con Ghost. Non se lo meritava.

Li aveva abbandonati e poi era tornato come se niente fosse. La parte peggiore era che nessuno stava dicendo niente. Gli altri sembravano avergli perdonato quel tradimento con estrema facilità.

Lui, al contrario, non aveva smesso di pensarci.

Soprattutto quando vedeva Diana avvicinarsi al suo compagno. Avrebbe voluto afferrarla e portarla via. Ma si tratteneva, consapevole che l'avrebbe spaventata e infastidita.

Era costretto dunque a restare in disparte a fissarlo, programmando come dividerli senza creare una scenata e come dirglielo. Credeva con certezza che Diana avrebbe avuto una reazione forte appena fosse venuta a sapere che Ghost li aveva abbandonati.

Arrivati davanti al loro secondo appartamento, scesero dall'auto. Diana si stiracchiò, allungando le braccia verso l'alto. «La prossima volta chiudo io» annunciò, voltandosi per guardarli, sorridente.

«Hai la patente?» le chiese Yoo, sorpreso che lei lo avesse proposto.

Diana si agitò. «Certo che ho la patente! Come pensi che sia riuscita ad arrivare fino alla stazione quando sono scappata?» Nessuno le rispose, come se non fossero disposti a ricordarsi di quel giorno nefasto. Diana allora andò avanti: «L'ho presa poco dopo i diciotto anni. Sono stata tra le prime persone nella mia classe». Si indicò il petto con orgoglio. «E sono anche molto brava a guidare.» Ricevette solo sguardi scettici che la fecero infuriare. «I vostri pregiudizi di genere mi disgustano. Lo giuro, vi mostrerò cosa so fare!»

Ghost le afferrò la testa, facendo aderire il palmo guantato sui suoi capelli, e la girò su se stessa, facendole fronteggiare la porta del palazzo. «Non guiderai.»

«Perché no, scusa?»

Whiskey le passò accanto, fermandosi davanti al portone per aprirlo con l'unico mazzo di chiavi che avevano. «Perché ci pensiamo già noi.»

Diana fu pronta a opporsi. «Siva non ha ancora mai guidato, posso prendere il suo turno.»

«Non stiamo facendo a turni» disse Yoo.

Capendo che non avrebbe vinto con loro, Diana incrociò le braccia al petto. «Siete difficili, davvero. Impossibili!» Seguirono insulti sottovoce in italiano. Dalle sue espressioni, Oscar intuì che stesse ripetendo le loro parole, aggiungendo imprecazioni colorite.

Whiskey le rivolse uno sguardo severo, ammonendola, e Siva sembrò sorpreso di quello che stava sentendo. Oscar strinse la presa sui sacchetti della spesa che avevano riempito, desiderando a sua volta sapere parlare l'italiano. Conoscendo lo spagnolo, aveva pensato che sarebbe stato più facile capirla, ma presto si era reso conto che restavano due lingue separate.

Entrarono nell'appartamento e Oscar lasciò le borse sul tavolo. Diana si fiondò verso le bottiglie di alcol che avevano comprato. Whiskey la circondò da dietro, afferrandole entrambi i polsi in una mano per impedirle di prenderle. «Dopo cena» sancì.

Diana alzò gli occhi al cielo. «Volevo solo metterle a posto.»

Whiskey la lasciò andare, restando ancora molto vicino a lei. «Certo» commentò, ironico.

Poteva negarlo quanto voleva, ma Oscar era sicuro che tra loro due fosse successo qualcosa. Erano stati chiusi troppo a lungo nel bagno. E quando lei era uscita, gli era sembrata a corto di fiato e imbarazzata. Non gli era nemmeno sfuggita l'erezione di Whiskey, trattenuta nei suoi pantaloni stretti.

The Sun and her planets | 18+Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora