48 - Diana

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Tre incubi nella stessa notte era un nuovo record a cui Diana non aveva mai ambito. L'ultimo, che aveva fatto dopo che Yoo l'aveva accompagnata fino al suo letto, era stato il più terrificante. Si era ritrovata in una stanza minuscola, circondata dalle persone che erano morte per colpa sua. Le avevano urlato addosso, colpendola con il suo stesso potere. Diana si era ritrovata in un cerchio di dolore in cui lei non poteva né scappare né parlare. Era rimasta immobile, passiva.

In piedi, stretta nelle spalle, osservò svogliatamente gli uomini scegliere chi sarebbe rimasto indietro quel pomeriggio.

Il lago dietro di lei le sembrò gelido come al solito. Si chiese per quanto ancora avrebbe resistito prima di arrendersi. Sentiva già la forza di volontà scemarle via.

Venne sorteggiato Ghost. Diana sorrise. «Che peccato, non potremo ammirare i tuoi bei tatuaggi.»

Li aveva scoperti per la prima volta quando avevano dormito nella stessa stanza. Ghost si era cambiato davanti a lei, dandole le spalle e lei aveva potuto ammirare (sperando di non essere notata) tutte le sue cicatrici e il suo braccio sinistro coperto di tatuaggi.

Non era l'unico ad averli, ma sembrava quello con il maggior numero.

Ghost la ignorò e Diana cercò di non offendersi. Si rivolse ai suoi compagni: «Buona fortuna».

Perché stava parlando loro come se non fosse lei quella che doveva farsi distruggere per completare la sfida?

Schioccò la lingua con irritazione e si voltò per cambiarsi. Non attese gli altri per entrare in acqua. Mise i piedi a mollo, concedendosi qualche minuto per abituarsi al gelido abbraccio del lago. Non poteva venire scelto un mare caldo e accogliente? Alzò lo sguardo verso il cielo azzurro sopra le loro teste. Il sole li stava osservando con il suo calore estivo, che di solito Diana trovava piacevole.

«Procediamo?» La voce di Spider le arrivò dalle spalle.

Diana avanzò, senza rispondere né accertarsi che la stessero seguendo. La maglietta, che Yoo le aveva gentilmente prestato, aderì al suo corpo. Diana abbassò lo sguardo sul proprio seno, detestando il modo in cui i suoi capezzoli reagivano al freddo.

Non si girò finché l'acqua non le ebbe raggiunto le spalle. Essendo il suo petto finalmente coperto si voltò verso gli uomini che la stavano seguendo. Guardò Yoo, che era l'unico a non aver già intrapreso quel viaggio, e gli spiegò come comportarsi.

Si immerse sotto la superficie e nuotò finché non percepì la corrente avvolgerla. Si lasciò andare, permettendo a quell'energia di trasportarla fino in fondo. Stava iniziando a piacerle. Poteva chiudere gli occhi e rilassarsi, sicura che ci fosse qualcos'altro a prendersi cura di lei.

Aprì gli occhi solo per nuotare in superficie. Appena il suo volto uscì allo scoperto, si riempì i polmoni di aria, sorridendo per il sollievo che il suo corpo stava provando. Contò le teste esposte e guardò l'espressione spaventata di Yoo, trattenendosi dal ridere. Probabilmente lei stessa aveva avuto una reazione simile la prima volta che era entrata in quella grotta.

Attese ancora qualche minuto, godendosi la strana e tetra atmosfera della grotta. Poi, quando le sembrò che gli altri si fossero ripresi, nuotò verso la riva.

Si issò su e raggiunse con lentezza la parete. Il peso della notte passata insonne stava iniziando a farsi sentire. Mise la mano sulla roccia e sospirò.

La stanza in cui si teneva la sfida si spalancò davanti a loro e a Diana sembrò di sentire scivolare via le poche energie che ancora aveva dentro di sé. Capì che la stanchezza che sentiva non era solo fisica.

Avanzò con passo strisciato. Non aveva alcuna voglia di umiliarsi di nuovo di fronte a quegli uomini. Il giorno prima aveva sentito il peso dei loro sguardi su di lei per tutto il tempo e le era sembrato di impazzire.

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