10 - Siva

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Siva non si alzò subito.

Restò con la guancia premuta sulla mano, che stava usando come rialzo, e gli occhi chiusi. Gli altri suoi sensi erano all'erta. Appena Diana fosse scomparsa tra gli alberi, si sarebbe alzato e l'avrebbe seguita, assicurandosi di restare nascosto.

Come Diana, Siva non aveva sonno. Si era sdraiato lo stesso per cercare di risposarsi e perché sperava di poter sentire qualcosa di interessante mentre gli altri pensavano che stesse dormendo. Non avrebbe definito la conversazione tra Diana e Whiskey interessante, però era restato fermo ad ascoltare ogni parola, ignorando il fastidio che aveva provato nel riconoscere che lui ci stava provando con la sua preda.

Non era un gioco!

Quegli uomini non stavano facendo altro che trattare Diana come se fosse un oggetto di cui volevano liberarsi velocemente. Non avevano alcun diritto di flirtare con lei.

Siva aveva ignorato le sue emozioni ed era restato in ascolto, attendendo il momento migliore per svelarsi.

Avendo gli occhi chiusi, non era riuscito a capire cosa stesse succedendo. Da ciò che aveva sentito, gli era parso che Diana stesse usando qualche tipo di magia su Whiskey per farlo addormentare. Siva si era concentrato sul sentire lo scorrere del sangue della ragazza, ma i suoi battiti erano normali, come se lei non stesse facendo niente.

Siva si voltò di lato e osò aprire un occhio. Diana era sparita.

Svelto, si tirò su. Guardò velocemente gli altri uomini, erano ancora addormentati in un cerchio scomposto e incompleto. Provò un po' di senso di colpa nel lasciarli lì indifesi.

Si morse il labbro, ricordandosi quale fosse la sua missione e iniziò a camminare.

Non aveva mentito quando aveva detto di sentire la voce della foresta. Era un richiamo più flebile di quello a cui era abituato quando si addentrava nelle foreste del suo mondo. Lì, la natura era rigogliosa, ancora padrona, e la sua voce rimbombava nelle orecchie di chi la attraversava.

Siva.

Quella foresta si stava limitando a pronunciare il suo nome e guidarlo nella direzione che voleva.

Siva la accontentò, camminando con cautela per non rischiare di essere sentito o visto dalla sua preda. Dopo qualche minuto, riuscì ad avvistarla muoversi con leggerezza tra i tronchi sottili degli alberi. Siva rallentò e si abbassò per immedesimarsi meglio nella vegetazione.

Dopo ogni passo, la voce si fece più forte.

Siva percepì il cambiamento prima di riuscire a sentirlo con i sensi. La sua pelle si accapponò e lui continuò a muoversi, mentre fissava con meraviglia la foresta cambiare davanti ai suoi occhi.

Il cielo divenne di un azzurro chiaro e limpido, con nessuna nuvola a coprirlo. Siva si mosse tra alberi più spessi e alti, con il muschio verde scuro che ne copriva gran parte della corteccia.

L'odore di erba e legno gli riempì le narici, e Siva si godette quel profumo familiare.

Anche se non riusciva a vedere dove si trovasse Diana, sapeva di star andando nella direzione giusta.

Alcune farfalle volarono davanti ai suoi occhi, accogliendolo con ali di colori cangianti che stavano creando disegni strani e bellissimi. Siva porse un palmo al cielo, offrendo alle farfalle un po' di riposo. Quando entrambe premettero le loro zampine sulla sua mano, Siva sentì la felicità riempirgli i polmoni di aria.

Siva.

«Sto arrivando» mormorò in risposta, riprendendo a camminare.

Le farfalle tornarono in volo e lo seguirono.

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