30 - Yoo

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Per Yoo era impossibile accettarlo.

Erano stati a un passo da lei. L'avevano quasi raggiunta.

Poi, era arrivata quella chiamata.

«L'hanno presa.»

Yoo aveva sentito il terreno sotto i suoi piedi crollare. Si era aggrappato alla spalla di Whiskey per non perdere l'equilibrio. Sorprendentemente, Whiskey non lo aveva cacciato e lo aveva persino sorretto, posando una mano sul suo braccio. Senza guardarlo, lo aveva tenuto stretto, impedendogli di cadere.

La rabbia era stata la seconda emozione che Yoo aveva sentito. Di un'intensità estrema, lo aveva spinto ad alzare lo sguardo su Spider. La colpa di quel fallimento era sua. Se Diana, la ragazza che dovevano proteggere, era stata rapita era tutta colpa sua. Avrebbe dovuto ucciderlo quando ne aveva avuto la possibilità.

Si era sentito sul punto di prendere la pistola e sparargli, ma poi aveva visto le emozioni sul suo volto. Il senso di colpa non è un'emozione facile da celare. I suoi occhi, aperti e feriti, avevano cercato quelli di Whiskey per primo, come se stesse pregando l'amico di offrirgli un modo per risolvere ciò che aveva combinato.

Nessuno di loro si era davvero aspettato che Diana venisse presa prima che riuscissero a trovarla. In suo vantaggio aveva avuto solo poche ore, che erano riusciti a recuperare appena avevano ritrovato l'automobile.

Da ore di distanza erano passati a minuti.

Minuti che si erano comunque dimostrati fatidici.

E ora Diana era in mani nemiche, che volevano farle cose che Yoo non osò nemmeno immaginare.

Non aveva idea di cosa volesse dire essere una Tamahime finché Siva non lo aveva spiegato nel dettaglio. Aveva parlato di una divinità conosciuta con diversi nomi che si divertiva a spargere i propri poteri in giro per l'universo. Yoo e gli americani avevano trovato la sua storia impossibile da credere.

Esisteva un solo Dio e di certo non andava in giro a spargere poteri strani.

«E allora come spieghi ciò che è successo?»

Yoo non aveva risposto. Al posto suo, Spider aveva detto: «Una bomba».

«Una bomba?» Siva aveva ripetuto le sue parole con scherno, come se stesse ascoltando uno stupido arrampicarsi sugli specchi.

Whiskey, che aveva guidato per primo, si era introdotto: «Una bomba che è partita da lei. Se fosse stata una bomba normale, ci sarebbero state schegge all'interno della stanza, non verso l'esterno. E noi saremmo stati feriti gravemente».

«Cosa stai insinuando?» gli aveva chiesto Spider, seduto accanto a lui.

Siva aveva parlato prima che Whiskey potesse farlo. «Diana ha usato il suo potere!»

«E quale sarebbe?» Anche se Yoo non era stato convinto dalla sua storia, aveva voluto tenersi aperta anche quella strada.

«Non lo so.» Lo sguardo di Siva era diventato pensieroso, di una concentrazione che Yoo gli aveva visto solamente quando aveva toccato Diana per portarla via dall'incubo. «Potrebbe essere manipolazione dell'aria o telecinesi. Non posso ancora arrivare a una conclusione certa perché lo ha usato davanti a me solo una volta.»

Spider si era voltato verso di lui. «Ma ti stai ascoltando? Sembri pazzo!»

Siva aveva riso, non per divertimento ma con odio. «Oh, la tua gente è conosciuta per definire pazzo chiunque abbia ragione e la pensi un po' fuori dalle righe.»

Pensando che con "la tua gente" intendesse gli americani, Yoo non era intervenuto, soprattutto perché in parte concordava con lui.

«Che cazzo stai dicendo?» aveva sbottato Spider.

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