3 | Fidati di me

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CAPITOLO 3
Fidati di me

Solita routine.
Mi sveglio alle otto e mezza, esco dalla stanza da letto ancora mezza assonnata, raggiungo il bagno, mi cambio, vado verso il tavolo da pranzo e trovo un casseruola termica, un post-it giallo attaccato su di esso e un bicchiere vuoto, testa in giù posato su un tovagliolo.
Stacco il post-it e gli do un'occhiata.
"Frullato fragole, banana, latte di cocco in frigo, secondo scaffale. Bevilo."

Istintivamente mi spunta un tenue sorriso.
Prendo il frullato, lo verso nel bicchiere e mi siedo al tavolo togliendo il coperchio dalla casseruola scoprendo così due fluffy pancakes, sopra di essi del miele e una quenelle di Nutella.
Faccio colazione, metto tutto nel lavastoviglie e poi esco dall'appartamento. Prendo la Kawasaki, mi dirigo al Pink Ocean dove accosto e spingo la porta, trovando un Ethan vestito col solito completo nero, il gilet e in alto sulla scala.

«Che combini?» rido lievemente beccandolo ad appendere delle decorazioni natalizie. China la testa in mia direzione.
«Quest'anno voglio lucine ovunque, non il solito e triste alberello che cade a pezzi posto di fianco all'entrata» schiocca la lingua contro il palato e mi fa segno di avvicinarmi tutto emozionato. Rido non potendo farne a meno e lascio la borsa sul tavolo accanto.
«Denise è d'accordo?» chiedo come di conseguenza. Lui mi molla un'occhiata.
«Denise ha smesso di avere voce in capitolo» sorride in uno strano modo. Aggrotto la fronte.
«Che hai fatto? L'hai rapita e chiusa nel tuo scantinato perché ti ha detto di no? È sequestro di persona» scherzo afferrando una ghirlanda verde con cui prendo a giocare.
«Streghetta» mi richiama. Sollevo lo sguardo. «Stai ammirando Sua Altezza Imperale Nuovo Manager del Pink Ocean» si indica con una mano in completa superbia e i miei neuroni si inceppano di colpo.

Corruccio le sopracciglia. «Aspetta, cosa?»
Un sorriso confuso mi dipinge le labbra.
Ethan annuisce.
«Ho la avuto la promozione.»

Sbarro gli occhi.
«Oh. Mio. Dio» scandisco ogni singola parola. Lui scuote la testa con soddisfazione. «Oh. Mio. Dio» ripeto credendoci a stento.
«Aspetta! È ora! Ethan è il momento! È quel momento! Il momento! È il cazzo di momento!» tiro fuori il cellulare e apro Spotify.
«Quel momento?» mi fa lui. Sollevo frettolosamente lo sguardo e annuisco con un sorriso spiaccicato in faccia.
«Il momento
Dico seria fissandolo diritto negli occhi. Lui scende subito dalla scala, si piazza davanti a me e mi guarda.
«È il momento» ripete scioccato. Scuoto la testa con un sorrisetto.
«Il momento» ripeto.
Collego il bluetooth alle casse del locale, premo play sulla canzone, poggio il telefono accanto la borsa e Circus di Britney Spears parte a tutto volume.

Ethan si mette a ridere, io alzo la ghirlanda poggiandogliela dietro al collo, lo avvicino con fare seducente a me ridendo come una matta e inizio a muovere la testa a ritmo. Lui mi imita e sotto le note della nostra prima canzone, quella che ci ha fatto conoscere sul serio, iniziamo a ballare al centro sala del locale, l'orario di apertura fra poco, le decorazioni natalizie buttate sul tavolo e alcune per terra e Ethan e io che cantiamo a squarciagola i versi facendo movenze da spogliarello sexy in perfetto stile Las Vegas. Lui punta un dito in mia direzione, io nella sua e poi ci avviciniamo afferrandoci le mani, facendo piroette a vicenda rischiando di inciampare e rotolare per terra.

Le mani nelle sue, scivolo lungo le sue gambe e lui fino a toccare con le ginocchia il pavimento e lui inizia a fare le movenze di Bully Meguire facendomi scoppiare a ridere di faccia contro i suoi pantaloni.
Il mio miglior amico ha finalmente avuto quello che si meritava da tempo. La sua promozione e non una qualsiasi.

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