6 | Ti voglio bene, ma sei stupita

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CAPITOLO 6
Ti voglio bene, ma sei stupita


«Sta facendo il giro di internet questa roba.» Lo sento mormorare. «Ma insomma... Perché fai sempre a botte? Non puoi comportarti come una ragazza? Hai mai pensato che magari sei ermafrodita e accanto alle ovaie hai dei testicoli che producono troppo testosterone ed è questa la causa della tua impulsività e violenza brutale da pazza scatenata?» chiede guardando per la milionesima volta il video.

Stravaccato sul suo divano, l'albero di Natale accanto al caminetto in vetro con il pellet che brucia, sorseggia il suo gin tonic con il plaid a coprirgli le gambe.

Sospiro pesantemente dalla cucina, dove sono seduta su uno sgabello a bere la cioccolata calda.
Sono passati esattamente sette giorni da quello che è successo tra le mura della Untold Sparks. Credevo che così avrei messo fine alla faccenda dell'articolo da giornale, Ryan e il suo pedinamento per conto di Elijah Minnick, invece qualcuno tra i suoi dipendenti ha avuto la strabiliante idea di tirare fuori il cellulare e registrare ogni cosa. A partire dallo stendere le guardie di sicurezza fino a spaccare la vetrata dell'ufficio del loro capo.

Minnick ha però fatto una sola cosa buona: ha smesso di ficcare il naso nella mia vita, oltre che ovviamente evitare di chiamare la polizia e farmi arrestare.
Se pensavo che fermare Minnick mi avrebbe ridato la mia vita tranquilla, mi sbagliavo di grosso. Sapevo che i miei piani sono molto spesso fallimentari ma questa volta credevo sul serio che avrei raggiunto il mio obiettivo ed è successo, con la sola eccezione che ora al posto della Untold Sparks a starmi col fiato sul collo, sono finita nell'occhio del ciclone mediatico.

«Nicholas che ne pensa?» chiede poi, sporgendosi sul bracciolo per guardarmi meglio.
«Oh, lui non lo sa» dico con un gesto di mano. Ethan aggrotta la fronte.
«Non capisce niente di social network o comunque... di internet» mi spiego meglio ridendo lievemente.

Se prima lo prendevo in giro per questa cosa, adesso la sua quasi completa ignoranza in fatto di tecnologia è il mio unico punto a favore. Sinceramente non so cosa potrebbe pensare a riguardo... cioè sapeva fossi fuori di testa, no? Non dovrebbe affatto sorprenderlo vedermi dare di matto.

Quando gli avevo parlato di quel articolo, lui era troppo tranquillo e penso se ne sia del tutto dimenticato. Aveva detto di fidarmi di lui, che se qualcuno mi avrebbe dato fastidio lui avrebbe sistemato ogni cosa e io ho annuito, ma poi mi sono ricordata che io sono Veronica Francesca Kyle, non ho bisogno di nessuno, i problemi io li risolvo da sola, non mi serve di certo un uomo, in questo caso Nicholas.

Ma forse avrei dovuto lasciarmi aiutare da un uomo questa volta, uno nettamente più pacato e diplomatico di me, se ignorata la parte in cui Nicholas ha riempito di botte O'Donnell... e non è finito in un video su Internet. Ma come avrà fatto? Mhm...

La porta dell'entrata si sente aprire, io mi volto come di conseguenza stranita e parlando del diavolo...

I suoi occhi azzurri finiscono su di me, mi guarda, la porta ancora aperta alle sue spalle da cui viene freddo.
Stasera veste i soliti vestiti, con solo l'aggiunta della giacca pesante della polizia che gli dona questa affascinante aria da sbirro. Molto affascinante...

«Chi è?» chiede Ethan.
Sotto il mio sguardo, Nicholas finalmente si sblocca, chiude la porta, avanza silenziosamente finché non è abbastanza vicino da sentire di nuovo Ethan.
«Ah, ciao Nick!» lo saluta tutto esaltato e io lo guardo male. Ethan ha un debole per Nicholas che non capirò mai a fondo.

Nicholas, invece, si gira verso di me e mi viene incontro. Si ferma, tira fuori il suo cellulare e sblocca semplicemente lo schermo mostrandomi una schermata.

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