14 | Sei in trappola

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CAPITOLO 14
Sei in trappola

Rimango sbigottita, tanto che aggrotto la fronte e probabilmente la mia faccia parla per me.
Maeve non pare per niente colpita dalle sue stesse parole, Nicholas invece rimane per un attimo stupito ma poi accenna un colpo di risata.

Mhm... molto interessante come rivelazione, credo.

Sposto lo sguardo da lui a lei che si porta una mano alla bocca scoppiando a ridere.

«Oh, scusate! Scusate... è solo che sono passati tanti anni e... niente! Mi è uscito senza volerlo» scuote la testa divertita e dà un'occhiata a Nicholas.
«Quindi voi due...» si risente la mia voce e cerco di fare un discorso di senso compiuto.

Il mio ragazzo guarda Maeve e sembra pensarci bene prima di rispondere.

«Ci siamo frequentati per un po', ma tanto tempo fa» liquida la cosa e io annuisco in silenzio.
«Sì, Nick era un ragazzino quando l'ho conosciuto. Tuo padre ti sta ancora col fiato sul collo?» gli chiede curiosa.

Lui scuote la testa. «Si è messo l'anima in pace.»

«Era ora!» sorride lei e poggia una mano sulla sua spalla scuotendolo divertita. «Cavolo... tanta massa muscolare. Sei diventato un vero uomo, eh? Sai, ti invidio» dice voltandosi verso di me.
La guardo confusa.

«Tienitelo stretto altrimenti potrei rubartelo!» scherza ed ora non c'è nessun sbigottimento, solo una voglia immensa di tirarle un pugno nella sua bellissima faccia di merda.

«Davvero?» chiedo alzando un sopracciglio con un piccolo sorriso sulle labbra, uno che probabilmente mi esce in un modo abbastanza preoccupante perché Nicholas riprende parola.
«Maeve è molto... anticonvenzionale in termini di battute. Non sei cambiata molto...» sorride per poi rivolgersi Maeve e sembra veramente troppo tranquillo mentre il mio sangue invece sta iniziando a ribollirmi nelle vene perché la mano della sua vecchia buona amica gli è ancora addosso e lui non sembra minimamente intenzionato a toglierla così come aveva fatto tempo fa con quella Gwen, la bionda della ridicola cena a quattro.

Maeve ride e finalmente toglie la mano sventolandola con fare teatrale.
«Mi sono sposata, ho divorziato, poi mi sono risposata e l'ho scoperto a tradirmi con Jacky, una gatta morta che ogni tanto si ricordava il motivo per cui era nel nostro plotone ovvero fare il medico soccorritore, per il resto si faceva tutti quelli che poteva e mio marito era un cerebroleso, ma quantomeno ci sapeva fare a letto... Tu, invece?» risponde come se niente fosse e la sua totale nonchalance mi lascia abbastanza spiazzata. Forse il linguaggio diretto e abbastanza discutibile è una cosa di loro, soldati. Ricordo Nicholas agli inizi, non si faceva alcun scrupolo a dire quello che voleva. Sì, forse è questo...

Nicholas, invece, sembra rimanere non stupito ma qualcosa di ben diverso, però simile, sembra delusione, non ne sono certa. Non ho tempo per decifrarlo perché si toglie subito via dalla faccia l'espressione e torna il Nicholas di prima, quello che avevo visto con quei due ragazzi.

«Ho avuto altre missioni in Afghanistan... e poi mi sono fermato qui per qualche mese» risponde avvicinandosi e attirandomi a sé con un braccio e di colpo il nervosismo crolla a terra e diventa polvere.

Non devo essere gelosa perché non c'è niente di cui esserlo. Mi fido di lui.
Ma davanti a me resta di fatto che c'è la donna con cui lui ha avuto la sua prima volta che tra l'altro è bellissima, divertente e mega solare. E mi dà fastidio.

«Ti sei innamorato?» scherza lei mollandomi una lunga occhiata. «Anche tu fai l'accademia militare?» mi chiede.

«No, mio padre però è un agente federale» replico con orgoglio, giocandomi una carta che mai avrei immaginato. Non parlo con papà da quel Natale a Seattle e usarlo solo per fare bella figura — credo, non lo so nemmeno io che diavolo sto facendo, mi fa sentire abbastanza patetica.
Lei annuisce ma non sembra per niente colpita.
«Quindi che fai con esattezza? Ci deve essere un motivo se Nick ti avrà scelta.»

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