33 | Safari

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CAPITOLO 33
Safari


«Dove vai, in un safari?» chiedo guardandolo dalla testa ai piedi in mezzo ad un capanno di jet e altri aerei privati. La zona è desolata, evidentemente ci siamo solo noi due e quasi quasi mi sale l'impulso di picchiare Kieran solo per il semplice gusto di farlo.

Dietro di lui c'è un aereo bianco dalle piccole dimensioni su cui spicca il nome "Blue Skyline" con il simbolo stilizzato di un falco, mentre lui veste una camicia di lino, una di quelle che indossa sempre Ethan quando andiamo in barca, le gambe sono fasciate da un paio di pantaloni color cachi, ai piedi, invece, ha dei mocassini marroncino chiaro. Con gli occhiali da sole sul setto nasale il suo aspetto mi crea una spiacevole sensazione al centro del petto perché davanti a me mi sembra a tratti di vedere Nicholas.

Il suo modo elegante di vestire, il portamento eretto e raffinato e ora che Kieran ha quei occhiali da sole... La loro somiglianza è fastidiosa.
A quanto pare non c'è un solo membro della famiglia O'Brien a saper essere umile e vestire una semplice t-shirt e scarpe da ginnastica.

Rimando subito indietro la saliva e con lo zaino in spalla continuo a camminare in sua direzione.
Kieran alza un po' gli angoli della bocca, rifilandomi un sorrisetto misto a una smorfia.
«Tu, invece? I servizi segreti ti hanno incaricata per far fuori un politico a qualche serata di beneficenza?»

Mi fermo davanti a lui. Tolgo gli occhiali da sole, li metto al collo, tiro giù il cappuccio della felpa nera e giro il berretto dei Lakers al contrario.
«Avevi detto di passare inosservati. Questo lo chiami passare inosservati?» lo indico con un cenno di mento.

«A nord della costa si schiatta di caldo in questo periodo dell'anno, per non parlare dell'umidità. Almeno hai indossato dei pantaloncini... anche se da uomo. Ad ogni modo gran belle gambe...» sorride sfacciatamente e come di conseguenza gli alzo il mio meraviglioso dito medio strappandogli una risata.

«Mi piace il tuo taglio di capelli» fa poi e tende il palmo verso la scala dell'aereo facendomi segno di salire.
«Vai pure per primo» replico.
Lui sorride.
«Ora che sei diventato un maschio hai anche sviluppato il tuo sesto senso da gentiluomo? Non mi dispiace essere viziato...»

Alzo gli occhi al cielo e attendo che salga quelle stramaledette scale per fare lo stesso anch'io.
Prendo posto su una delle poltrone, Kieran davanti mentre il tavolo ci divide. Toglie gli occhiali, li poggia al colletto e nel frattempo l'assistente di volo fa la sua apparsa dopo che lo sportello viene chiuso.

Versa un calice di bollicine a Kieran e fa per fare lo stesso anche a me ma la fermo con un cenno di mano.

«Sei diventata astemia come mio fratello?» chiede bevendo un sorso dal suo bicchiere.

«A me non piaci, sono qui perché devo, perciò ora chiudi quella cazzo di bocca prima che ti ficchi quel bicchiere giù per la gola e a meno che tu non debba dirmi qualcosa di strettamente necessario non mi devi rivolgere parola. Chiaro?» spiego glaciale senza sbattere ciglio.

Kieran resta stupito ma poi annuisce con un sorrisetto.
«È il tuo aereo privato?» chiedo dopo un paio di minuti riferendomi al Blue Skyline. Lui scuote la testa.
«Se avessi usato quello della famiglia, mio padre sarebbe venuto a saperlo. È di un amico, me l'ha dato in prestito.»

Quasi non rido per la situazione a dir poco esilarante. Il massimo che so dare io in prestito ai miei amici è l'elastico per i capelli, che adesso nemmeno mi serve più, ma non di certo un aereo privato di chissà quante migliaia di dollari.

«Se Nick dovesse essere lì, che farai?» sento chiedere quindi distolgo gli occhi dal finestrino alla mia destra.
«Non è tornato a San Francisco, perciò qualcosa l'ha spaventato a tal punto da fuggire in Australia» aggiunge. «Magari ha capito che sei un po' schizzata» sorride divertito.

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