29 | Il suo posto preferito

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CAPITOLO 29
Il suo posto preferito

«Ti stai divertendo?»
Spunto alle sue spalle e quasi non gli faccio venire un colpo tanto da rovesciarsi addosso il bicchiere da cui stava sorseggiando. Logan mi guarda per poi lanciare una frettolosa occhiata in giro.

«Oh, sì, sto una meraviglia! Una insegnante si è avvicinata, mi ha chiesto chi fossi e siccome non sapevo che dire ho preso in prestito la storia di Ethan e le ho detto che sono gay e faccio il barman, e che... Ah! Sì, che sono qui con Florence Dixon. A proposito, mi sono lasciato scappare che sei buddista e che fai volontariato nel Kenya quando non sei troppo impegnata dal tuo lavoro ovvero una umile hostess di voli internazionali. Poi ho scoperto che insegna biologia e mi ha chiesto cosa ne pensassi della community LGBTQ+.»

Lo guardo esattamente per tre secondi per poi scoppiare a ridere.
«Le ho risposto che mia sorella gemella è lesbica, che mia madre si identifica come un uomo e che ho dei cugini in Montana che mungono alpaca.»

Corruccio la fronte. «Ma gli alpaca non si mungono.»

Logan ci riflette su. «Nella mia storia gli alpaca sono creature magiche che prendono la bandiera della community gay e la portano in giro saltellando sulle montagne» dice e io rimango a fissarlo ammutolita per poi ridere. Mi verso della semplice Coca-Cola in un bicchiere di cartone rosso e lo porto alla bocca.

«Sono una hostess, quindi. Lo sai soffro il mal di aereo?» dico sovrappensiero cercando di non ridere ma è davvero difficile.

Logan annuisce. «E con i tuoi soldi fai volontariato nel Kenya. Porti l'acqua, pianti le piante... Ti dai fare, Florence, sei un'icona, wow...» mormora teatralmente stupito. Gli mollo una spallata che lo fa ridacchiare divertito.

«Ehi... Ciao!»
Una ragazza, lunghi capelli boccoli e un vestitino nero di pizzo, si materializza accanto a noi. Le do un'occhiata e la becco con gli occhi fissi su Logan che a momenti divora. Mi giro proprio verso di lui che col suo bicchiere in mano la guarda con aria abbastanza smarrita.

«Ciao» risponde Logan cordialmente.

Lei col suo rossetto rosso bordeaux se lo analizza in silenzio per diversi secondi.
«È gay» dico alla tipa così che si levi di torno. Lei improvvisamente torna alla realtà.

«Samuel Kelly, mio fratello, è gay? Davvero?» cantilena lei divertita.

Merda.

«Ti va di ballare?» chiede successivamente a Logan senza il minimo pudore e quasi non resto di stucco.
Lui in silenzio, beccato, mi guarda in attesa di una mia mano d'aiuto.

«Ho diciotto anni quindi non devi preoccuparti, dopo possiamo anche pomiciare se lo vuoi» aggiunge ancora con un sorrisetto beffardo.
La Coca-Cola mi va di traverso.
«Oppure andrò a dire alla professoressa Thompson che ti fingi qualcuno che non sei oltre a fingerti gay. So riconoscere chi lo è, e tu non sei gay. Ora tu vieni e balli con me.»

Quasi mi non casca la mascella. È diabolica.
Guardo istintivamente Logan e mi afferro un labbro tra i denti facendogli segno di acconsentire visto che lo vedo completamente contrariato.

«Vai a ballare» gli dico togliendogli il bicchiere dalla mano e lo spingo dal momento che non vuole muoversi.

«Ma devo proprio?» chiede in un sussurro accanto al mio viso.

«Sì. Ryan ucciderà entrambi se ci facciamo scoprire dai professori visto che è stato lui ad organizzare tutto e ti dico: quel ragazzino mi fa un tantino paura» ammetto con una smorfia pensierosa. Ryan è un tantino inquietante.

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