18 | Mio fratello è fatto così

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CAPITOLO 18
Mio fratello è fatto così



«Stai con mio fratello?»

Kieran O'Brien pensa bene di potermi rivolgere parola senza rischiare di essere preso a calci. Povero illuso. Se frequento suo fratello ciò non lo rende anche lui parte della mia vita, non lo rende niente e né tantomeno una sorta di detective da strapazzo che finge di essere interessato a me. So che lo sta facendo per Nicholas, perché è un O'Brien. Dietro non c'è altro, nessun vero interessamento.
«Perché me lo chiedi? Nick ha detto che ti ha chiesto di tirarmi fuori dai casini qualora mi ci ficcassi» replico con disgusto al solo pensiero di essere aiutata da lui.
Non voglio Kieran nei paraggi, né sotto veste di idiota col cervello fritto dalle droghe che sfoggia la sua posizione sociale e né, di sicuro, come angelo custode che svolazzando per i Cieli di Nostro Signore è caduto di faccia sull'asfalto, un tir l'ha investito in pieno e ora ha la sanità mentale di un criceto infetto di rabbia e dopato di steroidi. Non ci credo che uno come lui vada in palestra a sollevare pesi, è troppo occupato dall'alcol e dalle puttane egocentriche che vestono Louis Vuitton e profumano di Chanel 5.

«Non è detto che lo farò» dice lui con una smorfia. «Da quando in poi state insieme?»
«Non ti riguarda» taglio corto.

Kieran annuisce con un mezzo sorriso schifato. «Fammici pensare...» fa fintamente pensieroso. «Da quando hai scoperto che è mio fratello? Non hai potuto avere me quindi ti sei preso Nick?»

Rido non potendo farne a me, tanto da scuotere la testa tra il dissenso e l'incredulità.
«Te? E cosa avrei dovuto trovarci in uno come te?» chiedo mollandogli un'occhiata e trattenendomi a stento dal vomitargli davanti.
«I soldi. Quelle come te insignificanti che non hanno niente è questo che piace: i soldi.»

Mi sta dando per caso della arrampicatrice sociale?
«Questa pare più un descrizione che si addice a te. Ci hai fatto caso? Insomma, se solo non facessi di cognome O'Brien, probabilmente adesso saresti sul ciglio di una strada a sniffare l'asfalto pur di provare l'estasi della droga che non ti permetteresti senza la carta di credito del tuo papi» alzo gli angoli della bocca inviperita.

Lui ride e fa un cenno con la testa in basso. Seguo il suo sguardo e noto che sta indicando l'anello.
«Sei mia cognata adesso?» chiede divertito.
Lo guardo inevitabilmente male.

«Certo, se solo tu fossi veramente un fratello per Nick.»

Le mie parole gli tolgono immediatamente via dalla faccia il suo sorrisetto. Mi rifila un'occhiata glaciale.
«Abbiamo lo stesso padre, quindi tecnicamente siamo fratelli.»

Non me ne frega niente se lo sono interamente o per metà, ma è come se quanto gli ho detto gli abbia urtato il sistema nevoso. Magari essere l'O'brien bastardo del suo albero genealogico non gli va molto a genio. E' anche frustrato.
«Non mi interessa quanti geni condividete. Mi ha parlato della sua famiglia, di te» faccio una pausa guardandolo attentamente, «e che sei un cretino. Hai fatto un mucchio di stronzate e lui ha cercato di aiutarti ma tu l'hai allontanato tanto che alla fine è andato a combattere la guerra pur di sentirsi parte di qualcosa. Hai fallito come fratello, Kieran» concludo seccata.
Lui pare stupito, colto tanto di sprovvista che non aggiunge nient'altro.
Oh... finalmente l'ho scalfito questo imbecille presuntuoso con i suoi soldi di merda. Bene.

Torno con lo sguardo sulla piscina muovendo i piedi in acqua.
«E ora lui è di nuovo lì... a dare un senso a quello che gli è successo, a riscattarsi per qualcosa in cui non c'entra niente» mormoro sconsolata passandomi le mani sul viso e portando i capelli dietro le orecchie.

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