9 | Resta qui con me

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CAPITOLO 9
Resta qui con me

Da piccola andavo in chiesa.

Mamma mi ci portava ogni domenica, ci recavamo alla messa, il pastore parlava e noi due invece facevamo parte del coro. Poi quando le persone andavano via insieme ad Adrien lucidavano il pavimento in legno, toglievamo la polvere e tutti e tre insieme tornavamo al Ranch. I cavalli ci attendevano, la solita routine alla quale le nostre vite appartenevano.

Mamma veniva da un piccolo paesino a sud della Puglia, Italia, ed era di base cattolica praticante, ma a Wichita Falls si è dovuta arrangiare con la chiesa anglicana, scoprendo successivamente che il modo in cui le cose si facevano dentro le sue mura erano di una bellezza ancora più intrinseca.

In Italia non c'era il coro come a Wichita Falls e lei non ne aveva mai preso parte a uno. Mamma era un pompiere, brava nel suo lavoro, ma era brava anche a cantare. Vivere in uno sperduto paesino abbastanza arretrato del sud Italia le aveva tarpato molte delle occasioni della propria vita, come quella di iscriversi al Conservatorio, studiare canto ed esibirsi su un palcoscenico. Il talento ce l'aveva, ma i soldi e l'apertura mentale mancavano.

Nonna Debora le voleva bene, era la sua unica figlia, la stessa che aveva avuto con tante fatiche date le sue innumerevoli complicanze in fatto di gravidanze perse o neonati nati prematuri che si sono spenti subito dopo. Quando è apparsa Eleonora, per la nonna è stato tutto un "costruirle un futuro stabile" che per una donna, soprattutto se di quella zona dell'Italia, non era affatto facile.

Quindi l'aveva mandata a scuola, le aveva detto solo studio e niente ragazzi, nessuna distrazione, poi la mamma si è iscritta alla Cattolica con una borsa di studio e due lavori che la spremevano dalle proprie energie. È stato allora che in giro per Roma lei ha incontrato Christopher Kyle. Lui perso come solo un turista testardo poteva, e lei affascinata dal fatto che non fosse italiano, che venisse da un'altra parte del mondo dove la vita è diversa, dove la mentalità è diversa.

Ed è così che è andata: ha fatto i bagagli di nascosto sapendo che la nonna non l'avrebbe mai approvato, e ha mollato tutto fuggendo via con papà in Texas.
È stato difficile agli inizi, poi lei ha ripreso gli studi dopo essersi guadagnata un posto alla Università di San Francisco per mezzo dei contatti di papà, è rimasta incinta per puro caso e sono nata io proprio qualche settimana prima che lei si laureasse col massimo del punteggio. Sarebbe voluta diventare un medico, ma tra famiglia, Ranch e me la sua specializzazione non è andata come previsto. Poteva fare l'infermiera e ha rifiutato. Quindi si è buttata sulla Caserma dei pompieri, diventando ben presto la più rispettabile pompiere donna di tutta la Contea.

A volte mancava perché doveva andare nelle città limitrofe per soccorrere le persone, ma tornava ogni volta. Lo faceva sempre.
E io mi sono abituata al fatto che ogni mattino che ci salutavamo, lei sarebbe tornata da me perché non mi aveva mai dato un solo motivo per pensare che ciò non sarebbe accaduto.

Sin da piccola sapevo cosa fosse il vero pericolo, sapevo che mamma e papà facevano il tipo di lavoro che non tutti avrebbero desiderato né per essi e né per le loro famiglie nel caso fosse andato qualcosa male e loro ne fossero usciti feriti o peggio, ma io ero fiera dei miei genitori. Ma soprattutto ero certa che sarebbero tornati da me.

Così come ero consapevole dell'imprevedibilità del loro lavoro, sono consapevole di quello di Nicholas. A volte le cose se devono succedere, succedono e basta.
A volte semplicemente non si può controllare il modo in cui queste debbano andare, ma se ci si impegna lo si può evitare.

Nicholas, invece, pare non abbia per niente preso in considerazione l'idea di evitarlo.

È la vigilia di Natale, e io sto contando i giorni con l'ansia a divorarmi dall'interno immaginando solo i peggiori degli scenari. Lui sul territorio iracheno in pericolo, lui che magari viene preso di sprovvista, lui che perde il controllo nonostante non credeva gli potesse riaccadere, lui rimpatriato e seppellito a sei metri sotto terra.

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