4 | Mi vuoi uccidere?

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CAPITOLO 4
Mi vuoi uccidere?

Quando Christopher Kyle è uscito dalla mia vita, ce l'avevo con lui ma anche con me stessa

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Quando Christopher Kyle è uscito dalla mia vita, ce l'avevo con lui ma anche con me stessa.
Avevo perso l'uomo che amavo. Il mio papà. E con lui ho perso ogni altra cosa che lo riguardasse: il ranch di famiglia, la nonna tornata in Italia, i cavalli. Gli avevo detto che mi sarei ripresa Jack e Light, il cavallo della mamma, ma poi quando sono tornata a San Francisco non ho mantenuto nessuna tra le mie promesse o forse minacce.

Per prima cosa ho mollato l'università che avevo detto chiaramente che mi sarei pagata da sola e l'ho fatto perlomeno per pochi mesi finché non sono caduta a fondo nel mio dolore. Per quando riguarda, invece, Jack e Light... Cosa avrei dovuto fare di preciso? Portarli a vivere nel mio monolocale sopra al Pink Ocean e trasformare la mia casa nella dimora senza tetto diventando così Dottor Dollitle ma versione alcolizzata che fuma marijuana?

I miei piani sono sempre stati fallimentari. Sin da quando ero una bambina, mi fissavo qualcosa ma alla fine il mio obiettivo pareva spostarsi nella direzione opposta per poi farmi "ciao ciao" con la manina e mollarmi nel disastro in cui puntualmente inciampavo.

Ad esempio ho cercato di evitare l'attrazione sessuale verso Adrien, e ho fallito.
Ho evitato di non innamorarmi e finire a letto con Logan, e ho fallito.
Ho evitato di perdere la verginità prima del matrimonio, e ho fallito.
Nicholas è spuntato nella mia vita quando meno me l'aspettassi. Ho detto a me stessa e anche a lui che non io non mi innamoro, che tra parentesi significava "non mi innamorerò mai più perché l'amore fa schifo", lui ha sorriso e mi ha risposto "Con te o è tutto o è niente. E se l'amore ti fa schifo, non fa nulla. Tu hai conosciuto un altro tipo di amore... io potrò farti conoscere quello mio, se lo vorrai".

Sono un disastro epocale, ambulante che va in giro a combinare stronzate.
Sono un disastro, una perdente, ho scoperto di essere anche vendicativa, cattiva, glaciale, stronza e per finire una puttana. Testuali parole di Logan.
Dovrei provare vergogna e repulsione verso me stessa ma la verità è che ho finalmente capito chi sono e non mi fa paura, non quando ho trovato la persona che mi accetta proprio così come sono, con i miei tremila difetti. Ho finalmente trovato il mio passeggero, quello a cui ho offerto il posto a sedere alla mia destra e non gli importa se a volte prendo qualche sentiero dissestato, se nel frattempo mi si buca una ruota perché so con certezza che lui scenderà e mi aiuterà a infilare quella di scorta per poi riprendere a guidare senza problemi come se niente di talmente irreparabile fosse mai accaduto.

E il mio passeggero sta uscendo proprio adesso dal portone principale del suo appartamento.
In sella alla moto, lo guardo.

Camicia bianca stretta nei pantaloni neri, il colletto leggermente aperto, le maniche tirate in su, la giacca nera nella mano destra. Dice di soffrire il freddo, o meglio l'ho scoperta da sola, eppure esce così fuori casa probabilmente perché vuole fare il fico, non lo so.
Fa per avanzare verso di me ma si blocca di getto, si guarda stranito in giro quasi alla ricerca di qualcosa, ripone gli occhi su di me e abbozza un sorriso scuotendo la testa.

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