28 | Il ballo scolastico

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CAPITOLO 28
Il ballo scolastico


Dentro il mio monolocale, cerco qualche vestito che possa andare bene.
Ryan ha detto di essere lì per le otto. Non posso ancora credere di farlo sul serio... Ma quando si è presentato di nuovo all'università mettendosi letteralmente in ginocchio e implorandomi alla fine ho sospirato e ho detto "D'accordo, ma se nel mentre provi a baciarmi a sorpresa solo per ingelosire la tua Penny ti staccherò via la testa dal collo".

Tiro fuori un vestito che stava in armadio a prendere la polvere e credo sia in tema con il tema spooky del ballo scolastico. Il falò con Kim è stato un disastro, magari questo potrebbe sul serio farmi sentire un po' meglio, dopotutto sarò immersa tra ragazzini con gli ormoni a palla, pieni di brufoli e intenti a parlare di stronzate.

Lo infilo nello zaino, me lo metto in spalla e prendo una brioche che ficco tra i denti pronta per uscire e andare a casa di Ethan dove mi cambierò. Quando gli ho detto del ballo lui ha insistito sul farmi bella, presentabile... certo, nemmeno stessi andando a un matrimonio. Il punto è che credo non ce la farà. Stasera ci sono più clienti del solito e ha deciso di tenere aperto fino sul tardi quindi mi arrangerò da sola.

Inciampo.
Sull'uscio d'ingresso, non appena fuori sul pianerottolo quasi non casco in avanti e finisco sul pavimento.

Stranita abbasso gli occhi e vedo una scatola. Rimango a fissarla per un po' mentre cerco di ricordarmi quand'è esattamente che ho ordinato qualcosa su qualche sito web e soprattutto perché mai il corriere dovrebbe consegnarmelo a quest'ora. Perché non dovrebbe, non può. È fuori dalla fascia oraria di consegna e questo pacco non c'era quando sono entrata qui dentro un'ora fa dopo che ho terminato il mio turno al Pink Ocean e mi sono fatta rimpiazzare da Maddy.

Logan aveva detto volermi coprire il turno, ma dopo l'ultima volta nella sua auto non ho fatto altro che evitarlo. Ero sbronza, mi sono lasciata andare al mio dolore e alla mia frustrazione e... lui ha frainteso tutto.
Non so come affrontarlo perché ogni volta che negli ultimi giorni l'ho visto a decine di metri di distanza mi sono sentita tremendamente a disagio e ho sempre preso la direzione opposta alla sua.

La mia giustificazione? Sto aspettando che il mio fidanzato morto torni a casa. Non lo voglio accettare, insomma che Nick sia morto quindi ultimamente le notti le passo nel suo appartamento. Ho perfino fatto il bucato. Ho tirato fuori dal suo armadio ogni camicia, ho fatto la lavatrice e poi ho stirato tutto seguendo quello che vedevo fare a lui e aiutandomi anche da qualche video tutorial su Internet.

Tolgo via la brioche dalla bocca e allungo un piede, mollando un piccolo calcio alla scatola quasi per assicurarmi che non ci sia niente di vivo là dentro o di... esplosivo.
Stranamente o per mia fortuna non succede niente. Quindi ficco la brioche nella tasca della felpa, mi chino e raccolgo la scatola. La scuoto accanto all'orecchio ma non riesco a sentire niente. Apparentemente è così leggera da sembrare vuota.
Alla fine con un sospiro prendo il mazzo di chiavi, ficco una chiave nel nastro adesivo, trascino la mano e apro.

Sul mio viso si dipinge una smorfia confusa.
Ma che cazzo è 'sta roba?

Infilo la mano dentro, tra la marea di petali di rose rosse che riempie completamente l'interno e ne afferro alcuni, facendoli ricadere dentro la scatola.

Mi guardo istintivamente intorno alla ricerca di chiunque abbia avuto questo assurdo scherzo. Non sono per niente in vena di scherzare e di chiunque sia stata questa idea voglio trovarlo e prenderlo a calci.

Con la scatola tra le mani scendo le scale. Raggiungo il cassonetto di lato alla strada, lo apro e ci rovescio dentro tutti i petali del cazzo, per poi mollare anche la scatola. Faccio per chiudere il coperchio del cassonetto quando mi fermo di scatto. Raccolgo qualcosa che non avevo affatto notato oltre i petali. Un biglietto ripiegato su se stesso. Semplice carta bianca, sembra un foglio strappato da un'agenda.

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