13 | Non fare niente che io non farei

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CAPITOLO 13
Non fare niente che io non farei

«Ma guardalo...» mormoro a bassa voce. Con la tazza di cioccolata calda tra le mani, stesa sul divano fisso Nicholas nella cucina di Ethan mentre fa le sue magie culinarie.
Il mio miglior amico, invece, accanto a me alza lo sguardo dal cellulare per un istante e dà un'occhiata al mio ragazzo.

«Sì, quella camicia gli sta molto bene...»
Mi giro di conseguenza verso di lui rivolgendogli una smorfia.
«Che? No, io parlo di come dopodomani se ne andrà e...» trattengo a stento un sospiro. «Niente, lascia perdere.»

Sembra che questo non influisca per niente sulla sua solita routine. Negli ultimi giorni si è alzato, è andato a lavoro, in palestra e poi la sera come sempre ha preparato la cena sotto il mio sguardo che lo ammirava silenziosamente. E lui dopodomani se ne andrà. Mi toglie il respiro questa cazzo di realtà che mi trovo a vivere.

Ethan dal suo canto mi molla un sorriso che non so come interpretare.

«Sei fortunata. Che altro vuoi? Ora taci e sorridi» mi sventola la mano davanti e si tira di più verso di me, mette il cellulare in alto e scatta un selfie prima ancora che possa dire qualcosa tipo "Ethan, vaffanculo, smettila".

«Mmh... ne facciamo un'altra? Voglio metterla su Instagram e taggarti. Sei molto famosa lì e così potrei racimolare qualche follower in più» dice lasciandomi perplessa. «Aspetta...» mi fa e si gira verso Nicholas che sta tagliando delle cose sul tagliere.

«Ehi, Nick!» lo chiama e lui come di conseguenza alza il viso verso noi due. Aggrotta la fronte, gli occhi azzurri in nostra direzione e mi perdo per un istante a guardarlo. Una sberla sul braccio mi fa tornare con gli occhi sullo schermo del cellulare. Ethan scatta un'altra foto, io lo guardo male e becca tutti e tre.

«Un O'Brien mi farebbe senz'altro acquisire più popolarità...» parla da solo con se stesso. Penso senta il mio sguardo addosso perché alza il viso.
Scuote la testa.
«Che c'è? Non ti sto sfruttando. Sfruttare significa diventare amico di qualcuno solo per trarre qualche vantaggio. Non è colpa mia se sei diventata virale e se il destino ti ha premiata con l'erede della O'Brien Atlantic!» esclama come una ragazzina e si lascia andare di spalle sul cuscino del divano, tirando il plaid fin sotto il mento mentre sbircio quello che sta facendo e lo scopro aggiungere una descrizione al post: "Quando hai l'onore di mangiare direttamente dalle mani di un dio greco e multimiliardario."

Riduco i lineamenti in una smorfia di disappunto e gli strappo il telefono dalle mani proprio quando stava per cliccare su "pubblica".

«Ehi!» strilla cercando di riprenderselo ma io lo allontano e lui si tira su provando ad afferrarmi. Cado in automatico sul pavimento, Ethan con me e il plaid con noi. Il cellulare invece scivola in lontananza.
Cazzo.

Entrambi lo guardiamo, poi ci rivolgiamo un'occhiata, riduciamo gli occhi in due fessure e lui apre bocca.

«Non ti permettere, streghetta» sibila d'improvviso come una vipera. «Voglio diventare famoso, voglio diventare un influencer e avere i regali per la collaborazioni con marchi famosi come Versace, Gucci e Chiara Ferragni. Se tu proverai a fermarmi, io ti distruggerò!»

Non finisce in tempo la sua minaccia sterile che scatto sul cellulare, lui mi afferra il piede, mi tira indietro sul pavimento e mi procede.
«È mio!» urla afferrandolo e gli salgo addosso sulle spalle.
«Tu ora starai fermo! Non voglio che altre cose di me girino su internet!» provo a fermarlo di cliccare qualunque cosa su quel maledetto display.

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