19 | Vieni a dormire con me

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CAPITOLO 19
Vieni a dormire con me


Non era così che pensavo sarebbe finita una delle solite uscite di Kim. Le altre volte a combinare le stronzate ero io, ma non questa volta. Vorrei chiamare Ethan, ma non so dove sia il mio cellulare, probabilmente morto nella tasca dei pantaloni. Anche questo è finito distrutto, l'ennesimo direi. Non mi capita mai una cosa buona.

Voglio Ethan. Qui, ora. Voglio che venga e mi riporti a casa sua, a dormire nel suo letto al caldo con lui affianco mentre mi canta una delle sue canzoni preferite finché non mi addormento. Sono così tramortita che a fatica riesco a metabolizzare il posto in cui mi trovo. L'ultimo nel quale dovrei essere al momento.

Sul divano di casa Price, fisso le fotografie incorniciate sui scaffali della libreria che regge la TV a schermo piatto. Le sto fissando da un bel po', così tanto che ormai il mio cervello ha memorizzato una per una, o ad essere onesta mi ha fatto ricordare ciascuna. Le conoscevo già, le avevo visto una miriade di volte essendo che passavo qui gran parte delle mie giornate e notti.
A studiare insieme a Logan, mangiare pizza, aiutare Sofia con la cena che cucinava per noi, inclusa Elizabeth che ora non c'è più e la sua assenza si sente fra le mura di questa casa che non è cambiata per niente.
Forse ci sono solo dei giocattoli sparsi in giro, ma per il resto è rimasta tale e quale come la custodivo nei miei ricordi.

Dei rumori di passi mi fanno girare. Logan sta scendono le scale, tra le mani un cambio di abiti che posa accanto a me sul divano. Guardo questi e ci rimango con gli occhi su di essi a lungo, ipnotizzata a momenti.
Lo sento schiarirsi la voce.
«Ricordi... dov'è il bagno, giusto?» chiede incerto.

Alzo il viso, lo guardo in silenzio e poi sposto gli occhi sulle scale che portano al piano superiore dove ci sono le tre stanze da letto e il bagno dove dovrei andare per togliermi via questo accappatoio assurdo ma non mi muovo. La forza di percorrere tutto quel tragitto, che anche solo immaginare di fare, mi sembra sfiancante. Quindi afferro lentamente la t-shirt, slaccio il laccio dell'accappatoio e sotto gli occhi di Logan, che sposta svelto lo sguardo altrove, me la infilo e faccio lo stesso con i pantaloncini. Riprendo la coperta, mi copro e guardo Logan che si china, raccoglie quello che ho tolto e lo porta via per poi tornare, accendere la TV che stavo fissando a schermo completamente nero.

«So che lui è via...» prende posto accanto a me mentre guardo quello che sembra un cartone animato nuovo, non l'ho mai visto prima di adesso. E' spagnolo, forse per questo.
«Ma era un poliziotto, no? E avrà sicuramente qualche amico al distretto... e se provassimo a chiamarlo e-»
«Tyler» lo interrompo e mi giro verso di lui. «C'è Tyler ma non gli dirò niente» concludo in tono piatto e ritorno a guardare il cartone animato, tiro di più la coperta e mi lascio cadere di lato con la testa sul piccolo cuscino del divano.

Non voglio che Tyler faccia niente. Non c'è bisogno, non mi conosce nemmeno abbastanza bene, conosce Nicholas ma per il resto io e lui ci saremmo scambiati una qualche parola in più a quella festa che Edith aveva organizzato. So che Nicholas non ha tanti amici perché la maggior parte lo odia solo perché è un O'Brien, figuriamoci quindi se vado dal suo unico amico a dirgli... Che cosa? Che il fratello di Nicholas mi ha aggredita?
Kieran è intoccabile perché ha tanti soldi. Mentre io ho una dignità e il mio orgoglio mi impedisce di andare a chiedere aiuto. Non accadrà.

Passerà. Questo momento passerà, io lo dimenticherò e sarà come se non fosse mai successo. Ho vissuto di peggio e questo non è niente di speciale. Non è diverso. Io ce la faccio sempre, ma ora mi serve solo un po' di tempo.

Logan non aggiunge altro e fa bene, perché non voglio sentire un'altra sola parola a proposito di questo episodio.

Si alza e si allontana mentre rimango di testa sul cuscino e nel momento in cui spegne le luci del soggiorno le lacrime tornano a rigarmi il viso.
Non è successo niente.
Kieran non mi ha fatto niente.
Ad altre donne è successo di peggio, e io non posso lamentarmi, perché non mi è successo niente di grave. Mi riprenderò e quando succederà sarò la Ronnie di sempre, ma fin ad allora stringo le ginocchia al petto e mi abbandono a un pianto silenzioso cercando di non farmi sentire. Non voglio la compassione e né le attenzioni di Logan.

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