Capitolo 10

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Fatima pov's

Sento il canto del gallo segno che mi devo alzare dal letto sposto le coperte gialle e metto i piedi in terra sgranchisco un po' le gambe e mi metto completamente in piedi

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Sento il canto del gallo segno che mi devo alzare dal letto sposto le coperte gialle e metto i piedi in terra sgranchisco un po' le gambe e mi metto completamente in piedi.

Vado in bagno e mi do una sistemata dopodiché mi avvicino alla sedia dove ho riposto ieri sera il vestito che avrei messo stamattina.

Indosso un vestito rosa era della mia amata mamma mi fa sentire ancora il suo profumo addosso mi fa sentire ancora lei vicino a me.

Oggi è il mio primo giorno di lavoro non voglio fare tardi e dare una brutta impressione di me così mi do una spruzzata di profumo al volo ed esco dalla mia camera.

Beatrice non c'è è uscita presto chiudo la porta e mi avvio alla fermata del bus che dovrebbe passare a momenti.

Entro nell'autobus pago il mio biglietto e vado a sedermi ad un posto libero, l'autobus riparte per passare l'attesa leggo un piccolo giornaletto del mattino dimenticato da qualcuno che è stato prima di me seduto a questo posto.

Dopo varie fermate finalmente sono arrivata anche io scendo dal bus con una camminata sicura mi fermo davanti all'entrata del negozio con un lungo sospiro riprendo a camminare ed entro al suo interno.

Saluto educatamente le altre ragazze alcune rispondono con educazione mentre una mi evita come se avessi la peste guardandomi dall'alto verso il basso.

Non ci do peso sarà la solita figlia di papà con la puzza sotto al naso mi avvicino a Teresa che mi saluta sorridendo inizia a spiegarmi un po' come svolgere il mio lavoro mi concentro al massimo ad ascoltare tutto alla lettera.

Mi mostra i vari reparti dove stanno gli abiti da sera e dove stanno quelli da indossare durante il giorno mi guardo in giro un po' spaesata dalla lussuria che c'è in questo negozio.

Dopo che Teresa mi ha spiegato tutto mi metto subito all'opera porto tre scatoloni pesanti contenenti abiti da sera sono molto pesanti finalmente arrivo al bancone e li deposito li passò una mano sulla mia fronte stanca.

Guardo con aria sognante tutti i vestiti appesi in questo negozio chissà se un giorno potrò mai permettermeli.

Ah cara Fatima solo un uomo ricco devi sposare per aver questo ben di dio rido fra me e me a questo pensiero, mi rimetto di nuovo a lavorare aiutando una signora nella scelta di un abito da sera sarò pure povera ma di moda me ne intendo.

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Finito il mio turno di lavoro saluto le altre ragazze saluto Teresa che mi saluta di sfuggita intenta a consigliare a delle signore anziane degli abiti da sera per un gala.

Esci fuori dal negozio e vedo che ad attendermi c'è Giulio salgo in macchina e ci salutiamo con un bacio sulle guance.

Parte a tutta velocità facendomi scoppiare in una fragorosa risata.

Giulio: preparati oggi sarà una giornata piena di avventure per te!
Fatima: pazzo!

Parte per un luogo a me sconosciuto resto in silenzio per l'intero viaggio. Dopo un po' Giulio ferma la macchina e mi invita a scendere dalla macchina prende la mia mano nella sua e ci incamminiamo in un sentiero boschivo intono a noi è pieno di fiori colorati vedo anche altre persone e bambini che corrono felici.

Ci sediamo su una panchina e ci mettiamo a parlare del più e del meno godendoci il pomeriggio tranquillo.

Dopodiché ci alziamo e Giulio si avvicina ad una bancarella e porta due panini ripieni di prosciutto cotto si siede e iniziamo a mangiare sono veramente buoni non mettevo nulla nello stomaco da stamattina mangio il panino molto velocemente facendo ridere Giulio mentre lui mangia molto delicatamente ed ecco che si vede la differenza sociale fra di noi.

Abbiamo passato l'intero pomeriggio in quel piccolo bosco verso le 18:00 siamo andati via ora siamo seduti a tavola in un ristorante a cenare ovviamente in un ristorante di lusso dove la gente mi guarda dall'alto verso il basso solo perché non sto indossando un vestito elegante come il loro.

Giulio fa una battuta e scoppio a ridere molto rumorosamente facendo girare tutti verso di noi Giulio abbassa la testa imbarazzato smetto subito di ridere guardando male gli altri.

Porto la forchetta alla bocca e inizio a mangiare in silenzio si è vergognato di me questo un altro figlio di una puttana e.

Dopo aver cenato mi alzo ed esco fuori al ristorante aspettando Giulio nel frattempo mi accendo una sigaretta aspirando il fumo in aria.

Esce anche lui ed entriamo in macchina parte per accompagnarmi a casa non vedo l'ora di mettermi nel mio letto e cadere nelle braccia di morfeo.

Giulio: non era mia intenzione Fatima prima!
Fatima: ma di che stai tranquillo non e successo nulla dove si è visto mai una poveraccia in un ristorante di lusso!
Giulio: non devi pensare questo di te!
Fatima: lo sai come mi vede la gente di paese a me?
Giulio: no non lo so dato che non mi dici mai un cazzo!

Lui alza la voce con me facendomi saltare dalla paura ma subito mi riprendo non mi farò mai umiliare più da un uomo così alzo anche io la voce.

Fatima: mi vedono come una puttana succhia soldi stronzo ora che mi umili anche tu per una cazzo di battuta!
Giulio: a me del parere degli altri non mi interessa un cazzo mi importa di te!

Non lo rispondo finalmente siamo arrivati scendo dalla sua macchina sbattendo la portiera e andando via senza salutarlo i poveri con i ricchi sono il nulla.

Sento la sua macchina ripartire mentre io entro in casa e vedo Beatrice ancora sveglia.

Fatima: tu che fai ancora sveglia?
Beatrice: e arrivata la chiamata hanno trovato nostro padre morto in una campagna sperduta da Sicilia!

A quelle parole non mi reggo all'impiedi sono stanca notizie su notizie prendo una sedia e mi ci siedo sopra mettendo le mani sulla mia testa mentre capitose lacrime scendono dai miei occhi.

Fatima: quindi?
Beatrice: domani ci danno il corpo per fargli avere un funerale!
Fatima: e chi lo paga sto funerale?
Beatrice: qualcosa mi invento!

Annuisco solamente rimetto la sedia al suo posto me ne vado al piano di sopra lasciando Beatrice da sola in cucina.

Arrivo in camera tolgo il vestito e metto una camicia da notte ormai rovinata nel tempo spalanco la porta del balcone mi appoggio al muro e mi riaccendo una sigaretta guardando la notte che scende.

Ossessione fataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora