Capitolo 36

157 6 3
                                    


Fatima pov's

Una settimana dopo...

E passata una settimana da quando sono tornata a casa ho avuto molto su cui riflettere, gli ostacoli si superano le paure le vinciamo le soddisfazioni arriveranno pian piano

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

E passata una settimana da quando sono tornata a casa ho avuto molto su cui riflettere, gli ostacoli si superano le paure le vinciamo le soddisfazioni arriveranno pian piano.

La gravidanza sta procedendo bene non mi sento di essere una madre ma non posso uccidere un'anima innocente non ha scelto lui di venire al mondo.

Quando nascerà imparerò ad amarlo.

La gravidanza di una donna è un avventura. Sarà un vero e proprio viaggio di emozioni mille sensazioni. Mi ritrovo stordita non pensavo di diventare madre a soli 20 anni per di più da una violenza.

Il mio corpo sta iniziando a cambiare, i miei occhi e il mio viso già stanno cambiando la mia luce, sarà bellissimo sentire i suoi primi movimenti, ma soprattutto l'impresa contro le nausee mattutine.

È un mix di tutto ma sicuramente sarà un bellissimo viaggio una donna possa mai affrontare la gravidanza è un dono.

Appoggio una mano sul mio ventre leggermente gonfio e sorrido.

Do uno sguardo all'orologio appeso al muro e vedo che sono le 13:00 cavolo è tardissimo, dopo che mi sono preparata scendo al piano di sotto dove trovo, Beatrice e Teresa a sorseggiare una tazza di caffè.

Mi siedo anche io vicino a loro io invece bevo una tisana preparata da Beatrice gli sorrido e inizio a bere piano piano per evitare di scottarmi la lingua.

Finiamo di bere loro il caffè e io la mia tisana parliamo del più e del meno di quello che è accaduto nelle ultime settimane.

La signora Elena non esce più dalla sua camera non si cura in poche parole si sta spegnendo poco a poco anche lei.

Da quando sono tornata non ho avuto il coraggio di vederla lei non sa che sono stata via e che sono incinta dell'assassino di Catalina e Giulio.

Io Beatrice stiamo pensando di andare a vivere nella villa di Giulio che mi regaló prima di andarsene, una volta sono andata a trovarlo al cimitero non perché non mi interessa più di lui ma perché preferisco ricordarmelo così come era.

Mi alzo dal tavolo lascio Beatrice e Teresa da sole percorro il lungo corridoio arrivando al piccolo altare che è stato installato da Rodolfo per ricordare suo padre e i suoi fratelli.

Osservo la foto dove sono ritratti tutti e tre non posso fare a meno di guardare Giulio mentre una lacrima solitaria scende dai miei occhi.

Mi alzo dalla sedia e mi metto di fronte alla sua foto con le dita gli faccio una piccola carezza

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Mi alzo dalla sedia e mi metto di fronte alla sua foto con le dita gli faccio una piccola carezza.

Caro Giulio non smetterò di ricordarti nel mio cuore è vero la tua vita è cessata ma il tuo ricordo e le emozioni che abbiamo vissuto insieme resteranno sempre una parte di me.

Catalina tu mi hai chiesto perdono ma io non ho mai avuto nulla contro di me mi sono solo difesa dal modo in cui tu hai attaccato il mio essere, ma io non sono mai stata in competizione con te per Nito e non ho mai voluto approfittarmi di questa famiglia che mi ha accolta come una quarta figlia.

Signor Carlo io e lei non abbiamo avuto modo di conoscerci ma dai racconti di sua moglie Elena voi mi avreste trattata allo stesso modo mi raccomando da lassù date la forza alla signora Elena.

Faccio il segno della croce prima di uscire ma mentre sto per andare in camera mia sento uno sparo provenire dal fondo del corridoio li c'è la stanza della signora Elena spaventata e con il cuore in gola inizio a correre mentre dietro di me si aggiungono anche Beatrice e Teresa anche loro hanno sentito lo sparo.

Non mi interessa dei tacchi apro la porta con un tonfo facendola sbattere contro il muro e vedo la signora Elena inginocchiata a terra mi avvicino a lei mentre ha lo sguardo perso nel vuoto, cautamente passo la pistola a Teresa e stringo a me la signora Elena la dondolo come se fosse una bambina.

Faccio andare Teresa al piano di sotto a preparargli una camomilla e un tranquillante, io e Beatrice la facciamo stendere sul letto mi metto accanto a lei stringendola sempre a me.

Metto la mia mano sul suo cuore mentre inizio a parlare con voce che non vuole ragioni.

Fatima: signora Elena la prego lei si deve rialzare una donna come voi non si fa abbattere da nulla..loro stanno sempre qui a proteggervi!

Annuisce alle mie parole sorridendo vedo sull'orologio che sono le 18:00 do il tranquillate alla signora e la lascio riposare.

Mi fermo un po' alla finestra e quello che vedo fuori la porta mi gelare il sangue nelle vene di fronte a me nel cortile di casa c'è il mio incubo Nito valdi.

Tremante corro per le scale e arrivò in cortile ma non c'è più nessuno ma al suo posto c'è un biglietto lo apro con le mani tremanti.

" il passato non muore mai Fatima"

Lo butto a terra metto una mano sulla mia bocca inginocchiandomi a terra piangendo istericamente il cielo diventa nero mentre una pioggia incessante cade su di me bagnandomi ma non mi interessa lui è tornato a rivendicarmi.

Scossa non vedo chi è accanto a me riconosco il profumo e mio cognato Rodolfo che mi prende a mo di sposa capisce il mio malessere quando legge il biglietto.

Rientriamo in casa e mi porta in camera mia mi da subito un tranquillante stordita chiudo gli occhi cadendo in un sonno profondo spero con tutta me stessa che è un incubo quello che ho vissuto pochi minuti fa.

Ossessione fataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora