Capitolo 20

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Fatima pov's

Quando ero bambina volevo tanto crescere in fretta, volevo esplorare il mondo allontanandomi dalla mia città natale, volevo tante amiche per fare mille pazzie  quando ero bambina era tutto più bello

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Quando ero bambina volevo tanto crescere in fretta, volevo esplorare il mondo allontanandomi dalla mia città natale, volevo tante amiche per fare mille pazzie quando ero bambina era tutto più bello. Ma poi sono cresciuta ed ho capito che il mondo è crudele tant'è volte vorrei ritornare indietro alla piccola Fatima quando i problemi non esistevano quando nessuno mi criticava quando le persone non erano false, quando bastava ricevere o un abbraccio di Beatrice o di mamma tutto ritornava come prima.

Il problema è che quando siamo bambini non abbiamo orgoglio di come quando diventiamo adulti, ma si sa purtroppo indietro non si può tornare.

Certe volte vorrei staccare la spina perché questa vita è molto dura ma io sono forte e non mi fermerò davanti a nulla.

Esco dai miei pensieri mentre poso la tazzina di caffè ormai vuota nel lavello esco mi avvicino alla porta di ingresso e la richiudo dietro di me aspetto che mi viene a prendere l'autista di Giulio per andare alla villa e mettere per una volta per tutte un punto a questa storia non posso vivere nella menzogna.

Mentre vado avanti indietro per l'ansia di affrontare Giulio è arrivata la macchina salgo saluto educatamente all'autista che ricambia il saluto, mette in moto la macchina e partiamo io nel frattempo mi perdo a guardare il paesaggio che scorre davanti ai miei occhi.

Arriviamo fuori la villa e scendo dalla macchina mi apre Rosalia ci abbracciamo dopodiché lei va in cucina mentre io vado in salone e vedo una cosa mi si spezza il cuore.

La signora Elena fra le braccia di Giulio mentre piange disperata mentre fissa il vuoto noto che fra le sue braccia c'è un foglietto di carta mi avvicino a loro gli faccio una piccola carezza e gli sfilo il foglietto e lo leggo.

"Vado via non cercatemi"
Catalina.
Appoggio il foglio sul mobiletto sospiro Catalina tu sei fatta manipolare da lui ma in realtà lui non è innamorato di te ma vuole solo distruggere la tua famiglia.

Elena si alza da terra il Rodolfo la prende sotto braccio e la accompagna in camera sua a stendersi un po'.

Siamo rimasti io e Giulio lo vedo molto nervoso ma non posso più aspettare vado verso di lui e prendo il suo viso fra le mie mani lo guardo negli occhi.

Fatima: io e te dobbiamo parlare non posso più mentire a me stessa!
Giulio: che c'è Fatima vuoi dirmi che non hai mai provato un sentimento vero verso di me non c'è bisogno che me lo dici ora già lo sapevo ma mi sono sempre voluto illudere che tu prima o poi avresti imparato ad amarmi.
Fatima: io mi dispiace...
Giulio: zitta devi stare ho cose più importanti a cui pensare mia sorella aveva ragione tu sei bella e dannata.

Urla fuori di se piangendo abbasso  la testa già sapeva tutto ma non posso farci nulla ma lui non si è mai domandato di questa mia freddezza ma l'ho sempre fatto per difendermi dal dolore che mi porto dentro.

Giulio in realtà non si è mai interessato io sono stata ferita mi hanno spezzato il cuore mi hanno delusa umiliata ma la colpa non è mia mi ci hanno portata ad essere così.

Vedendo che non rispondo va via esce sbattendo la porta rimango da sola in questo salone mi guardo allo specchio mi asciugo le lacrime salgo al piano di sopra nella camera della signora Elena a vedere se si è calmata.

La vedo che fissa la finestra la prendo sotto il braccio spalanco la porta del balcone e la faccio respirare un po' di aria fresca Rodolfo è andato a cercare la sorella.

All'improvviso guardo di sotto e quello che vedo mi fa gelare il sangue nelle vene mentre Giulio sale in macchina la sua macchina salta in aria urla atroci escono dalla mia bocca e quella della signora Elena che stringo forte ma forte a me con la paura che possa commettere qualche sciocchezza.

Dietro a questo c'è sicuramente quel figlio di puttana di Nito valdi. Ritorno lucida prendo la signora Elena e la porto in cucina con lei rimarrà Rosalia e gli faccio portare anche un po' di camomilla e un tranquillante oggi è troppo la scomparsa di Catalina e la morte atroce di Giulio ma solo vendette fatte dalla mafia possono avvenire così.

Chiamo Rodolfo che si precipita in fretta e furia qui spengono il fuoco caricano la macchina e quello che ne rimane di Giulio su un camion e Rodolfo ha preteso di sapere tutto.

Siamo rimasti io e Rodolfo qui fuori ci guardiamo negli occhi e entrambi siamo convinti...

Rodolfo: lo ucciderò con le mie mani!
Fatima: Giulio merita giustizia in questo momento pensiamo a trovare anche Catalina e salvarla da quel pazzo.
Rodolfo: Fatima sarebbe meglio che tu ti trasferisci qui la tua presenza per mia madre è molto importante mia madre si è legata a te.
Fatima: da ora ci sarò io.

Ci diamo un abbraccio fraterno nonostante Rodolfo si mostri un uomo duro in realtà sta soffrendo molto anche lui va abbracciato ogni tanto.

Ci stacchiamo dall'abbraccio e ritorno dentro da Elena che appena mi vede si butta fra le mie braccia e piange come una bambina la stringo a me facendola sfogare.

Ossessione fataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora