Capitolo 7

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Fatima pov's

Ero inorridita non ci posso credere qui davanti a me c'è Nito mi riprendo dal mio iniziale shock e provo a chiudere la porta velocemente ma mette il piede in mezzo e riesce ad entrare in casa mentre io indietreggio e mi appoggio vicino al mobile antico.

Nito: finalmente ci rivediamo!
Fatima: vedere te e come vedere il diavolo mi fai schifo!

Presa dalla rabbia con tutta la forza che ho afferro un vaso di vetro e glielo scaravento contro ma lui si sposta subito facendolo schiantare al suolo e rompendosi in mille pezzi.

Si avvicina a me furioso mi arriva uno schiaffo sulla guancia facendomi girare dopodiché mi afferra il braccio mi porta nella camera da letto degli ospiti mi lancia sul letto e si mette su di me mentre io mi divincolo in tutti i modi sotto al suo corpo possente.

Fatima: lasciami in pace smettila Nito!

Dico con le lacrime agli occhi ma nulla sembra fermarlo si alza in piedi e si toglie la camicia ritorna di nuovo su di me la mia camicia si rombe in mille pezzi lasciandomi solo in reggiseno tendo di coprirmi ma un secondo schiaffo potente si abbatte sulla mia faccia stordendomi.

Mi alza la gonna strappando le mie mutandine di cotone bianco mantiene le mia gambe con una stretta forte impedendomi di chiuderle.

Con una spinta violenta e secca entra dentro di me togliendomi la mia innocenza copiose lacrime scendono mentre lui geme di piacere.

Il suo membro penetra in profondità dentro di me facendomi piangere dal dolore spero che solo tutto questo finisca in fretta.

Mi gira sul fianco e si mette dietro di me iniziando di nuovo a darmi spinte violente non posso urlare anche se vorrei per non svegliare la signora Mancuso non voglio che lui le faccia del male.

Dopo un po' finalmente smette di spingere dentro di me e sento un liquido scorrere dentro di me triste di questa terribile sorte mi sento umiliata cosa ho fatto di male per ricevere questo.

Lui dopo essersi ripreso si rialza si aggiusta i vestiti e viene di nuovo su di me che sono ancora stordita e stanca.

Estrae un coltello dalla tasca del pantalone spalanco gli occhi spaventata con voce fredda mi sussurra...

Nito: ora tutti sapranno che appartieni a me!

Con uno scatto veloce la lama del coltello affonda nella mia guancia grido dal dolore lui mi guarda con soddisfazione si alza e se ne va lasciandomi sola.

Mantengo la calma alzandomi piano dal letto non pensando al dolore atroce che ho in mezzo alle gambe prendo una camicia usata della signora e la indosso dopodiché vado in cucina prendo un vecchio straccio e me lo appoggio sulla guancia per fermare un po' il sangue.

Tremando apro la porta di casa e inizio a correre verso l'ospedale, dopo aver corso per vari minuti passo al pronto soccorso una infermiera mi vede e mi porta subito in una stanza.

Facendomi medicare mi lasciò cadere sulla sedia esausta da questa terribile notte la porta si spalanca e da essa spunta Giulio che si inginocchia e prende le mie mani nelle sue mentre io scoppio a piangere lui mi stringe a se.

Giulio: è tutto finito!
Fatima: si è vendicato!
Giulio: ti porterò al sicuro non ti farà più del male!

Ossessione fataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora