Capitolo 33

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Fatima pov's

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Fatima pov's

Dopo che sono uscita dal bagno con addosso l'asciugamano sul letto vedo che è stato riposto un nuovo completo intimo.

Sospiro buttando a terra il piccolo asciugamano e indosso il tutto.

Dopo aver indossato quei 4 stracci apro la finestra del balcone e mi siedo sulla piccola poltrona di pelle mi godo la notte che regna su di noi saranno le 22:00 il mostro per fortuna non c'è e in giro per affari.

Mi accendo una sigaretta aspirando il fumo in aria i pensieri salgono nella mia mente come sta Beatrice? Teresa? E la signora Elena? Molte lacrime scendono dai miei occhi mi sento veramente in colpa per quello che ho combinato.

In questo gioco pericoloso che mi sono cacciata ho due morti sulla coscienza Catalina e Giulio e la cosa che mi uccide di più e che ho distrutto una famiglia.

Non c'è giorno in cui io mi pento di essere entrata in quella famiglia ma soprattutto essermi scontrata con quel demonio fuori a quel supermercato.

Ho sempre tenuto il mio dolore dentro di me, ci sto malissimo ma faccio sempre finta di nulla. Quando sto male mi allontano dagli altri per non far vedere la mia negatività e il mio male interiore.

Fin da quando ero adolescente quando stavo male mi chiudevo nella mia piccola camera mi mettevo a letto mettendo il mio cuscino ingiallito in testa e scaricavo tutte le mie lacrime.

Non ho mai parlato con nessuno perché il mio dolore era solo mio mi piace curare i miei dolori da sola senza l'aiuto di nessuno.

Dopo un po' che ho scaricato un po' di lacrime butto il mozzicone di sigaretta nel piccolo vaso mi asciugo la faccia e rientro dentro chiudendomi la porta alle mie spalle stava iniziando a fare freddo nel modo in cui mi trovo.

Mi tolgo la vestaglia nera di seta da dosso e la lascio sulla poltrona mi avvicino al letto e mi stendo a pancia sotto cercando di prendere sonno.

Mentre sto per prendere sotto la porta si apre sento i suoi passi sento che si toglie la camicia lanciandola al mio fianco.

Mette la sua mano sulla mia schiena fa una piccola carezza che mi causa tanti brividi la mia schiena nuda con il contatto freddo delle sue dita, il suo tacco non mi rilassa anzi mi manda in uno stato di ansia e impotenza per quello che avverrà fra poco.

Con voce roca e profonda mi sussurra...

Nito: ti sono mancato amore?

Decido di non rispondere alla sua domanda vorrei rispondere non mi sei mancato affatto sarei stata meglio se non ti avrei mai incontrato ma decido di inghiottire e con voce dolce per non far percepire il mio disgusto rispondo...

Fatima: si mi sei mancato!

Sento che si slaccia la cintura e la apertura di una zip i miei occhi diventano lucidi la mia espressione facciale diventa disgustata.

Le mutandine mi vengono strappate lasciandoci libero accesso butta un po' della sua saliva sul suo membro che subito si fa spazio nella mia intimità con una spinta secca.

Gemiti di dolore fuoriescono dalla mia bocca ho la fica ancora dolorante si spinge dentro di me con brutalità, gemiti di piacere fuoriescono dalla sua bocca.

Appoggia le sua mani sui miei fianchi e mi solleva mettendomi nella posizione della pecora afferra i miei capelli in un pugno mentre continua a darmi spinte violente e brutali la mia schiena aderisce con il suo petto.

Fatima: basta pietà!

Non mi ascolta continua a fare le sue cose, dopo un po' sento il suo liquido dentro di me esce da me cado a peso morto sul letto bagnando il lenzuolo sotto di me con le mie lacrime.

Lui se ne va in bagno lasciandomi sola.

La vita mi ha smussato gli angoli
Mi ha tolto qualche asperità
Il tempo ha cucito qualche ferita
E forse tolto anche ai miei muscoli
Un po' di elasticità
Ma non sottovalutare la mia voglia di lottare
Perché è rimasta uguale
Non sottovalutare di me niente
Sono comunque sempre una combattente.

Esce dal bagno indossando solo il pantalone della tuta che mette in mostra i suoi addominali completamente scolpiti, questo non mi spiego è un bellissimo uomo potrebbe avere tutte le donne che vorrebbe ai suoi piedi invece no ha deciso di rendermi la vita impossibile.

Si stende nel letto provo a girarmi dall'altra parte perché non voglio stare al suo fianco ma una stretta forte sui i miei capelli mi obbliga a stendermi accanto a lui disgustata da lui ma non voglio che ricominci mi metto stendò accanto a lui cercando di dormire.

Ossessione fataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora