Capitolo 26

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Catalina pov's

Le persone che mollano non sono persone deboli ma sono solo stanche

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Le persone che mollano non sono persone deboli ma sono solo stanche. Abbiamo il cuore triste e la mente consumata.

Ormai penso che morire non è nulla ma vivere è spaventoso.

Apro la finestra di questo appartamento che mi sta ospitando da una settimana, e a gran voce urlo mentre copiose lacrime escono dai miei occhi.

Nessuno può giudicare la mia vita del cazzo le mie scelte perché nessuno ha vissuto i miei dolori e le mie lacrime.

Tutti hanno sempre pensato che una stupida ragazzina e forte ma nessuno sa quante lacrime mi sono asciugata da sola mentre venivo messa da parte.

Ma il karma metterà ognuno al suo posto e dopo riderò forte alla faccia di chi a voluto calpestarmi odio tutti a partire da quella famiglia di merda mia madre è i miei fratelli, poi quella puttana da quando è entrata nelle nostre vite non ha fatto altro che creare distruzione.

Siamo stati tutti delle marionette nel suo gioco malato sono stata vittima di un gioco pericoloso in un triangolo amoroso.

Ma l'ho sempre saputo Fatima è una grandissima troia verrà il giorno in cui la calpesterò.

La vita con me è stata molto cattiva mi sta dando mille sventure si sta bleffando di me.

In questo momento mi sento sola, triste, ferita, sono un disastro, mi sono sentita anche ignorata, giudicata, stanca, incompresa.

Mi manca quando il mio sorriso era ancora vero.

In questi mesi sono cambiata tantissimo ho cambiato il mio colore di capelli tingendoli di castano non possiamo tornare indietro e cambiare ma posso iniziare a cambiare ora.

Infilo in fretta e furia una giacca ormai consumata le scarpe rovinate ed esco fuori da questo mini appartamento ed esco in strada il vento fresco del mattino presto mi arriva dritto in faccia.

Infilo le mani nella giacca per riscaldarmi un po' le mani ormai rovinate dal lavoro che svolgo in fabbrica.

Inizio a camminare verso la fabbrica di macelleria dove lavoro ho lasciato quel lavoro ho ancora una dignità da mantenere una Fontamara che diventa una prostituta.

Arrivo alla fabbrica dove lavoro passo ai controlli e mi dirigo all'interno prendendo subito il mio posto inizio a lavorare.

La vita in fabbrica non è facile entrare e uscire dalle celle frigorifere con 20 gradi sotto zero per prendere qualche cosa in più, oppure farsi toccare dal proprio datore di lavoro senza dire una parola oppure andare al piano di sopra e farsi scopare da lui.

Però la vita mi ha messo davanti a questo solo perché mi sono fatta prendere per il culo da un mafioso di merda solo perché è infatuato di una puttana che ci ha saputo fare le scarpe che ora vive nella ricchezza.

Mentre taglio le ossa dalla carne e le metto sul tavolo vicino a me si affianca una ragazza che lavorava nel bordello insieme a me e inizia a parlare con me.

Ma all'improvviso veniamo interrotte da Agostino l'assistente del mio padrone e con sguardo tetro e con voce fredda mi dice di salire al piano di sopra nel ufficio del signor Rizzo ingoio un groppo di saliva e inizio a seguirlo al piano di sopra.

Appena arrivò nel ufficio del signor Rizzo vedo lui seduto dietro la scrivania mi faccio avanti ma all'improvviso un pizzico nel collo mi oscura la vista facendomi cadere a terra.

Ossessione fataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora