Capitolo 4

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Pov Eleonora.

Durante tutto il viaggio nessuno parlò. Aveva davvero una bella macchina, era ben pulita e curata. Sentì il suo profumo li dentro, un altro minuto e sarei soffocata per quanto era forte. I maschi tengono più alla loro auto che a qualsiasi altra cosa. Arrivammo a casa sua e devo ammettere che era proprio una bella casa. Era praticamente enorme, era due volte la mia.
Un enorme giardino che circondava tutta la sua casa e, se non sbaglio, un piscina. La guardai e alzai lo sguardo verso l'alto, sarà almeno di due piani.

Entrai e mi fece segno di salire, accettai un po titubante. Cercai di farmi vedere sicura di me, non potevo farmi vedere come una che ha il terrore nel stare nella camera da letto di un ragazzo e per di più quello non era un semplice ragazzo, era Christian.
Lui in sua risposta fece un sorrisino malizioso. Che coglione. Ma che pensava? Illuso.

E che fondo schiena. Ok basta sei venuta qui per studiare e non fare qualsiasi altra cosa ok? Quindi finiscila. Prima studi e prima te ne vai.
Bene ora parlavo anche da sola, stavo diventando matta.

《Sbrichiamoci cosi me ne vado》

dissi io incrociando lo sguardo di lui che intanto si era sdraiato sul letto come se nulla fosse. Appena sentì le mie parole si alzò e venne di fronte a me.

《Ma come hai fretta?》 dicendo questo mise le sue mani su i miei fianchi.

《Non toccarmi schifoso, e non credere di fare quello che fai con tutte, perché io non sono le altre. E adesso me ne vado, lo sapevo che sarebbe andata cosi....pensi solo a quello te. Ma ho una faccia da troia? Ma ti pare che vengo a darla a te? Non ho parole.》 detto ciò ripresi la borsa e andai verso la porta, aprì quest'ultima, ma non feci in tempo ad uscire che lui mi prese il polso, mi fermò e girandomi mi guardò.

《Aspetta....ehm...io..... scusa.》disse serio e era praticamente in imbarazzo.

《Cosa? Prima ci provi e poi ti scusi ? Che cazzo di problemi hai?》 dissi io un po' sorpresa, perché andiamo prima mi salti addosso e poi ti scusi ? Ma stai bene?
Ma proprio a me doveva capitare lui. Non che mi dispiacesse, anzi no, mi dispiaceva e come. Se sarei capitata con un'altra persona forse sarebbe stato più semplice e ora staremmo a studiare e non a litigare.

《Sono stato uno stupido a pensare delle cose simili
i....io... t...ti ho giudicata male ma possiamo dimenticare ciò che è appena successo?》
dissi lui in imbarazzo. Christian in imbarazzo? Quel Christian? Christina lo stronzo in imbarazzo?
Ok Maria io esco perché qui tutti stanno per impazzire! Non ci posso credere.
Mi fece quasi tenerezza, non so neanche io il perché; lo odiavo tanto ma adesso mi stava facendo veramente pena.

《Così poi te ne vai, come hai detto tu, no? Non é quello che volevi?》 disse lui con una faccia cercando di convincermi. Rimasi sconvolta da tutte le parole usate prima e adesso. Era diventato maturo e era cambiato nel giro di tre secondi? Ora mi sorgeva una domanda...com'era veramente lui? Il puttaniete o il ragazzo apposto, serio, normale? Quella era una maschera? Uno scudo?

《Su, ok moviamoci》dissi io un po, non so, dispiaciuta.
Ma come Eleonora fino a circa sei secondi fa l'odiavi a morte. E ora sei dispiaciuta perché alla fine ha detto quello che avevi detto tu?
Sei lunatica!

Così studiammo e me ne andai a casa. Pensavo andasse peggio. Alla fine si é anche rilevato simpatico. Era strano, per circa un anno e mezzo eravamo sempre stati ad odiarci e ora ci troviamo a fare un compito insieme e addirittura io lo definisco simpatico.
Certo ora non eravamo 'amici del cuore', avevamo solo passato due ore e mezza a parlare civilmente e a ridere di alcune battute dette durante lo studio. Tutto qua.

Appena arrivai a casa, non guardai nessuno in faccia e andai a prepararmi per uscire.

Christian pov.

"Scusami"le dissi. Dalla serie anche i maschi hanno un cuore.
Solo a ricordare quello che stavo per fare mi sentivo strano (?) mi sentivo come se avessi fatto o detto qualcosa di illegale, schifoso, ucciso qualcuno. Non so neanche io come spiegarlo.

Volevo ma non volevo. Volevo farlo con lei per divertirmi, per continuare quello che avevo sempre fatto ovvero portare a letto una ragazza e basta. Non ci sarebbe stato niente né dopo né mai. Non volevo farlo perché mi dispiaceva (?), mi dispiaceva rovinare il tempo con lei, era come se non volevo passare così quel tempo. Volevo capire perché mi odiasse tanto. E sinceramente ancora non l'ho capito. Forse siamo diversi? Non lo capirò mai.

Ci ero rimasto talmente una merda, sia perché non capivo il mio comportamento così diverso sia perché non è caduta ai miei piedi come le altre cominciavo a chiedermi se fossi brutto, che avevo una faccia bianca latte e un nodo allo stomaco che nemmeno mangiai a cena e andai a letto. Ero rimasto male ma non tanto perché non me la portai a letto o perché mi respinse forse anche perché mi respinse. Ma perché a me di solito piace scoparmele e non fare il bravo ragazzo che si proccupa per quello che si aspetteranno dopo. Si perché dopo averle portate al letto gli dicevo semplicemente che per me non era stato niente e che potevano andare a cercare l'amore da un'altra parte. Si ero un po' stronzo ma meglio esseri sinceri che dargli false aspettative. Ma ora con Eleonora era non lo so....diverso? Non lo so neanche spiegare io. Non riuscivo a non togliermi gli occhi di Eleonora dalla mente. Ma perché? Tanto era stato solo un rifiuto! Se lei non mi vuole chi se ne frega ne posso avere quante ne voglio di donne non esiste mica solo lei!

Erano solo le otto e non riuscivo a dormire così chiamai l'unica persona che mi avrebbe tirato su di morale. Matteo.

Lo chiamai e subito rispose
《Oh bro》 dissi io un po' allegro per nascondere l'angoscia che avevo dentro.

《Hey bro come andata? Te la sei scopata?》

disse ridendo ma vide che la risata non era ricambiata, continuò.

《io te lo avevo detto che non sarebbe venuta a letto con te》 fa lui con voce come da padre affettuoso.

《Vabbe non me ne frega un cazzo di quella, voglio andare a divertirmi a ubriacarmi e portarmi a letto qualche troia, allora vuoi venire? O devo andare da solo?》dissi io alzando la voce.《oh vuoi un invito ufficiale》 alzando ancora di più il tono.

《Oh amico non urlare! Ci sento ancora benissimo, e che diamine. Ci vediamo tra mezz'ora davanti alla discoteca. Ok?》disse lui quasi spaventato e anche infastidito dal mio comportamento.

《Vabbe ciao》 dissi io e riattaccai.

Eravamo fuori dalla discoteca e io ero già alla terza sigaretta, e non avevo intenzione di fermarmi. Ero diventato lunatico cambiavo umore da un momento all'altro, una misera parola sbagliata bastava per farmi innervosire.

《Quante cazzo di sigarette vuoi fumare ancora?》disse Matteo preoccupato.

Girai il capo con sguardo tipo-ma c'e l'hai con me?- e poi ribattei io

《Fatti i cazzi tuoi. Vita mia scelte mie.》dissi io innervosito, perché la gente non si fa i fatti propri? Detto ciò entrammo e subito la musica ci fracassò le orecchie.

Subito andai in pista e dopo poco una diecina di ragazze mi saltavano letteralmente addosso baciandomi un po' da per tutto, e mi ritrovai in bagno a limonarmi una ragazza bionda.

La sbattei al muro baciandola con foga il collo le labbra, le presi le coscie le massaggiai e lei molto sfacciatamente si tirò su il vestito e strinse le sue gambe al mio bacino. Continuai a baciarla,ma ad un tratto mi venne un flash mi ritornarono quei occhi che mi perseguitavano già da troppo tempo. Mi bloccai e dissi alla bionda che non stavo bene.

Lei un po delusa se ne andò. Mi affrettai ad uscire da li perché stavo letteralmente soffocando li dentro. Appena uscì dalla discoteca il vento mi colpì il viso e mi scompiglio il ciuffo ribelle. Mi allontanai più possibile per avere un po' di pace, tutta quella confusione mi fece venire un gran mal di testa. La cosa era parecchio strana perché mi è sempre piaciuto quel caos e il resto. Subito dopo aver trovato un posto per sedermi mi accesi un'altra sigaretta, mi guardai intorno e vidi io buio circondarsi ma grazie a un lampione che riuscivo a vedere un po. Mi sedei su dei gradini e mi misi comodo fumai con una cattiveria spaventosa, chiuso gli occhi per calmarmi.

《Lasciami schifoso!!》spalancai gli occhi riconoscendo quella voce che avrei potuto riconoscere tra milioni.

||Credevo di odiarti||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora