Capitolo 17

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    Eleonora pov

Era lunedì mattina e io come ogni lunedì mattina mi trascinavo per i corridoi come uno straccio.

Era suonata la campana per la ricreazione. Finalmente! Sono state le tre ore più lunghe della mia vita. Come si fa a fare per tre ore solo interrogazioni?

Ma soprattutto...come si fa a fare tre ore di matematica? Quel professore era un psicopatico, letteralmente. Non potevi neanche dire una parola che ti metteva subito la nota, perché secondo lui disturbavi la lezione. Non potevi andare al bagno perché sempre secondo lui era una perdita di tempo, perché deve interrompere la lezione.

Se devo fare la pipì secondo te è una perdita di tempo? Te non vai in bagno?

Non si potevi fare nulla. Neanche dormire, era una tortura. Se, magari quel giorno, volevi seguire la lezione non ci riuscivi perché non spiegava per niente bene.
Quel nulla facente non era neanche capace di spiegare un argomento.

Avevo un sonno che non riuscivo neanche ha reggermi in piedi.

All'improvviso mi ritrovai due mani sopra gli occhi. Vidi tutto nero.
《Chi sono?》 ero tentata nel dire 'sto cazzo' ma scartai l'idea.

Subito il suo profumo mi arrivò alle narici. Sorrisi consapevole che fosse lui. Innocentemente risposi.
《Christian?》

《Si stupida.》
Mi tolse le mani. Mi girai ma neanche il tempo di farlo che mi ritrovai due labbra sulle mie. Le sue mani arrivarono su miei fianchi e li strinse, e mi avvicinò al suo petto. Si staccò e mi guardò sorridendo notando la mia faccia assonata.

《Dormigliona》disse lui scompigliando i miei lunghi capelli con un sorriso mozzafiato in faccia. Già quei capelli quella mattina facevano schifo ci si metteva anche lui a peggiorare la situazione! Cercai di renderli presentabili con le mani ma ci rinunciai dopo neanche dieci secondi.

《Mh mh》annuì io e mi stropicciai gli occhi con le mani, cercai di non sbadisgliate ma fu più forte di me.

Lui scoppiò a ridere. Ero così buffa quando avevo sonno?

《Dai ti offro un caffè, così ti svegli un po'》disse lui sorridendomi poi prese la mia mano e mi trascinò alle macchinette del cafè.

Arrivammo davanti alla macchinetta del caffè. All'improvviso sentì una voce stridula, peggio di quando una macchina frena all'improvviso e i freni fanno uno rumore insopportabile.

Mi girai e vidi venirvi in contro una delle amiche di Barbie in persona.

Aveva, minimo, tre strati di trucco in faccia, con due occhi neri che sembrava che l'avvessero picchiata. Beh se lo avessero fatto non mi sarebbe dispiaciuto.

Con i capelli che non si muovevano neanche se li avvessi pagati, ma perché tutte queste ragazze usano tutta questa lacca? Sarebbero sicuramenre caduti per protesta. Camminava come un papera. Assomigliava a sharpei di hight school music. Faceva paura la somiglianza.

《Christian!》 urlò lei alzando il braccio e scuotendo la mano.

Oh Cristo. Notai che era alta almeno una lattina e un tappo.

Ci arrivò, o meglio dire, gli arrivò perché a me non mi si filò di striscio.

Saltò addosso a Cristian urlando. Io roteai gli occhi e sbuffai. Cercai di darmi un controllo, quindi mi girai da tutt'altra parte. Preferivo vedere un quadro che la sua faccia da schiaffi.
Infastidita incrociai le braccia e uccisi con lo sguardo quello gnomo.

||Credevo di odiarti||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora