capitolo 25

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Correvo da un parte all'altra della mia camera. Erano le tre e venti e tra dieci minuti sarebbe arrivato Cristian per andare agli allenamenti, e io ovviamente ero in ritardo.
Mi infilai un paio di pantaloni neri a vita alta con sopra un maglione bordeaux, cominciava veramente a fare freddo.

Mi era sempre piaciuto il freddo. Era la mia stagione preferita, la aspettavo tutto l'anno. Fin da piccola mi piaceva passeggiare per strada e vedere le foglie cadere dagli alberi ormai spogli. Camminare e sentire o vedere le foglie rompersi dopo averle calpestate. Amavo sentire il vento che soffiava e mi scompigliava i capelli, sentire il silenzio. Ho sempre amato il silenzio.

L'inverno lo preferivo al caldo, amavo sentire il freddo di gennaio che ti svegliava la mattina, era come una doccia fredda dopo un lungo bagno bollente. Amavo sentire il vento freddo in faccia o le labbra congelate. Durante l'inverno la gente si ostina a mettere quattro maglioni, sette magliette, quattro sciarpe per proteggersi dal freddo dopo essersi lamentate un estate intera per il caldo. Io proprio non le capisco, volete il freddo con il caldo e il caldo con il freddo. Poi c'ero io che, distinguendomi dalla massa, d'inverno mettevo una semplice felpa o un leggero maglione e un paio di leggins.
Non sentivo freddo, andavo in giro come un cadavere, gli occhi persi e vuoti, senza guardare nessuno in faccia perché ero semplicemente stanca. Stanca di combattere per una guerra che avrei  perso. Mi ero arresa. Ma ora ero pronta ad iniziare, iniziare finalmente a vivere, pronta per combattere e avere la rivincita. Essere semplicemente felice e forse ci stavo anche riuscendo. Grazie a lui forse ci sarei riuscita.

Mi piaceva l'inverno perché rispecchiava il mio stato d'animo. L'inverno era tristezza, silenzio, stanchezza, tranquillità. Come poteva una bambina essere triste? Non ero triste, ero vuota. Stanca. Forse anche spaventata, spaventa di quell'uomo che tutti chiamavano 'padre'. Per me non era un padre era uno sconosciuto. Una persona vuota. Una persona che dorme, che non vive ogni giorno come fosse l'ultimo. Aveva perso la ragione, ma ora non poteva giustificare le sue azioni con un semplice 'scusa'. Sarò anche la persona più orgogliosa in questo mondo ma di fronte a cose simili nessuno riuscirà mai a farmi cambiare idea.

Mi risveglia dai miei pensieri.

Andai nel panico, dove cazzo sono finite le scarpe? Cominciai a saltare da un posto all'altro, poi le trovai. Erano sotto il letto.

Andai in bagno e mi lavai i denti. Guardai il riflesso sullo specchio, il verde era limpido non più il verde di pochi mesi fa. Il verde di mesi fa era come uno scudo, non faceva vedere oltre, era un semplice verde scuro, spento e stanco non lucente come ora. Com'era quella frase? Ah si.....
'Gli occhi sono lo specchio dell'anima'.
Ora i miei occhi erano verde chiaro, lucenti e vivi. Io ora ero viva.

Presi i miei capelli e gli feci una treccia di lato. Mi truccati poco. Misi solo Mascara.

Finalmente le vacanze di Natale erano finite e saremmo tornati tutti a scuola. Se ve lo state chiedendo no non mi drogo. Volevo tornare a scuola non per lo studio ovviamente ma perché avrei visto di più sia Cristian sia Asia e avrei passato più tempo con loro.
Se sarei stata un'altro giorno con  i miei li avrei uccisi.

Asia, Dio quanto mi mancava. L'avrei contattata più tardi per sapere cosa avesse fatto lei in questi giorni. Sicuramente si sarà divertita più di me.

Sentii il campanello suonare. Guardai l'ora erano le 15:30 dev'essere lui.
Presi il cappotto, cappello e scesi giù. Per la fretta a momenti caddi dalle scale. Buttai il giachetto e gli altri oggetti su un mobile.

Aprì la porta, e lo spettacolo che mi si presentò era al dir poco sconvolgente, ero sconvolta. Lui con un cappellino in testa, giubotto che gli stava una favola e labbra viola, a causa del freddo; un po bianco ma con le gote un po arrossate il tutto faceva risaltare i suoi occhi blu. Lo guardai per bene dall'alto al basso. Sorrisi pensando a come fosse possibile che una persona è la perfezione. Qualsiasi uomo in confronto a lui è niente.

||Credevo di odiarti||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora