capitolo 32

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Giuro che uno di questi giorni uccido mia madre.
Non so se si diverta a urlare dì prima mattina o qualsiasi altra cosa ma forse è ora di finirla.
Ma sopratutto dove la trova tutta questa voglia di urlare? La vedi, di mattina, tutta pimpante e sorridente e la domanda che ti sorge spontanea è: "sarò veramente sua figlia?"

Mi alzai con gli occhi ancora chiusi e spensi la sveglia che non la smetteva di suonare.

《Sei ancora in pigiama? Sbrigati sono quasi le otto.》disse mia madre entrando in camera e subito andò ad aprire le finestre.

In un primo momento, non capì le parole di mia madre. Non so se fu il sonno o perché non capivo l'italiano.

Che cosa ha detto?

Saltai dal letto e apri l'armadio cercando qualsiasi cosa da mettere.
Presi le prime cose che vidi, le guardai e notai di aver in mano una felpa e dei leggins neri.

Presi il cellulare per mandare un messaggio a Christian.
Non sarei mai riuscita ad arrivare in tempo al suono della campanella camminando, avrei dovuto fare una maratona. E sinceramente non ne avevo voglia oggi.

A: Christian

'Mi accompagni a scuola? Per favore'

Andai in bagno e mi lavai e pettinai velocemente.
Presi lo zaino e guardai il telefono.

Da: Christian

'Sono da te tra cinque minuti'

Sorrisi contenta.

《Tesoro non fai colazione?》disse mio padre mentre scendevo le scale velocemente.

Non sa leggere l'orologio?

Beve il suo caffè mentre legge il suo giornale, come al solito con il suo completo elegante.

Sbuffo e guardo l'orologio. Ma dove è andato?

《Non posso, sono in ritardo.》dico io.

《Sta piovendo, vuoi un passaggio?》disse lui alzandosi da tavola.

Fantastico!

Se ricordo il mio comportamento di otto mesi fa circa nei suoi confronti mi viene da chiedermi come facevo ad evitarlo, odiarlo e fare finta che non esistesse. Si ha sbagliato in passato, ma ora è passato. È pur sempre mio padre, non posso evitarlo a vita. So che ora è un'altra persona, è cambiato molto e quello che è successo quasi sei anni fa non accadrà di nuovo. Certo ora non stiamo insieme tutto il giorno ridendo e scherzando, abbiamo un rapporto di 'pace'. È cambiato per tutti noi e, tutti noi apprezziamo ciò che ha fatto. Ora fortunatamente siamo una famiglia unita e felice.

《Mh...no..sta venendo un mio amico.》dico io in imbarazzo.

《Un tuo amico?》disse lui interessato.

《Ehm....si. Si è offerto di accompagnarmi e non volevo dirgli di no.》feci spallucce.

《Un amico?》disse lui guardandomi.

《Un amico.》confermai io.

Forza dimmelo un'altra volta, abbiamo tutta la giornata!

Afferrai le chiavi di casa e raggiunsi la porta.

《Ah....questa sera viene un mio amico e la sua famiglia a cena. Non lo vedo da molto e io e la mamma lo abbiamo invitato. Quindi cerca di essere puntuale, non voglio fare una brutta figura. Per essere sicuro che ci sarai per oggi non uscirai. Mi dispiace, ma ci tengo molto a fare bella figura.》disse lui, poi mi sorrise.

||Credevo di odiarti||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora