capitolo 28

2.8K 126 4
                                        

Eleonora pov

《Ho sonno.》dissi sbadigliando.
Mi coprì la bocca con la mano, chiusi gli occhi. Mi strinsi a lui come una bambina.

Sentii il sguardo addosso, aprì di poco gli occhi e notai i suoi occhi fissi su di me.  Li richiusi sorridendogli. Sicuramente gli sembrerò una tipa talmente fatta e ubriaca che non riesce neanche a reggersi in piedi, ma non ero ne ubriaca ne fatta. Quando mi ubriacherò in che stato pietoso mi troverò? Pensai.

《Andiamo.》disse lui facendo leva con le braccia sulle ginocchia si alzò.

Si alzò dal divano e io caddi sbragliandomi, perché prima era lui a sostenermi, come un sacco di patate.
Abbracciai il cuscino e poggiai la testa su di esso.

《Andiamo a letto su》disse lui tirandomi per la mano.

《Mmmhh》dissi io scuotendo la testa.

Sembra il momento dove quando si era più piccola e arrivava il momento dì andare a dormire e tu sei praticamente mezza morta sul divano e devono tipo supplicarti di alzarti a andare a dormire, ma tu non ti alzi neanche se ti dovessero regalare tutte le Barbie del mondo.

Mi arrivò vicino e si chinò sul divano. Strinse le sue mani intorno le mie braccia e mi tirò a sedere. Sbattei le palpebre e mi stropocciai gli occhi. Che delicatezza, pensai. Cercai di alzarmi dal divano ma lui me lo impedii.
Mise le sue mani sotto le mie braccia e mi tirò a se. Mi ritrovai appiccicata a lui dritta sul divano, lo abbracciai e posai la testa nell'incavo del suo collo. Lui mise le sue mani sulle mie cosce e io apri le gambe e le richiusi intorno il suo bacino. Cominciò a camminare e salii le scale.

Arrivò nella sua stanza e mi fece sdragliare sul suo letto.

《Che vuoi per dormire?》disse lui aprendo un'anta dell'armadio.

《Mh》dissi e aprì gli occhi. Lo vidi sorridere e scuotere la testa. Non riuscivo neanche a tenere gli occhi aperti e tu mi fai domande? Non so neanche di cosa stai parlando. Ma che problemi mentali hai?

Avrei voluto rispondere 'ma che cazzo di domande mi fai? Non mi ricordo neanche come mi chiamo!' Ma non avevo la forza, se domani ne avrò glielo dirò. Ma ora come ora non ho neanche la forza e la voglia di respirare.
Arrivò vicino al letto con una maglietta nera e piuttosto grande.
Si avvicinò al mio orecchio.

《Se tra un secondo non prendi la maglietta e vai a metterla lo faccio io senza problemi.》disse sussurandomi il tutto in modo seducente, mi passò un brivido per tutta la schiena.

《No tranquillo, lo faccio io》dissi alzandomi di scatto.

Andai in bagno e mi spogliai, presi la maglia tra le mani e la indossai. Avevo ancora gli occhi chiusi e stavo praticamente dormendo dritta, feci fatica a trovate il verso giusto della sua maglia. Dopo la milionesima volta lo trovai.
Mi arrivava a metà coscia, uscì dal bagno mentre cercavo di tirarla più giù possibile per allungare il tessuto. Ma quel tessuto non ne voleva proprio sapere.

Arrossii quando notai il suo sguardo su il mio corpo. Mi guardò dal basso verso l'alto poi il suo sguardo finì sul mio viso. Sposai il mio sguardo da tutt'altra parte, già ero arrossita non incrociando il suo sguardo se l'avrei fatto sarei diventata di tutti i colori.

Feci finta di nulla e andai dritta verso il letto. Lo aprì e cercai di entrarci senza alzare la maglietta. Entrai li dentro come un rotolo, un ondata di profumo mi inondo, senti l'odore di Cristian. Notai le lenzuola blu, quando entrai li dentro neanche ci feci caso.

Ma sei cecata? Mi domandai.

Era la seconda volta che mi ritrovavo dentro quel letto, ma tecnicamente questa era la prima perché della precedente non ricordo nulla se non il risveglio. Me la ricordo bene la prima, è come dimenticarla. Mi ricordo come ci finii, lui mi aveva salvata da un maniaco, ricordo che fu in quel momento che mi fidai di lui. Certo non è che provassi fiducia come un figlio con la propria madre, ma mi aveva fatto riflettere sul suo comportamento, arrivai alla conclusione che in realtà non era cosi egoista e infantile come sembrava. Semplicemente si comportava in quel modo per piacere agli altri. Lo faceva per divertirsi, per far divertire. Ma io mi sono innamorata del vero lui, è non della maschera che usa per piacere agli altri. Fu in quell'istante che mi ricredetti su di lui. Può sembrare strano ma mi sentii al sicuro tra le sue braccia, fu la prima volta in tutta la mia vita che mi sentii protetta e speciale per qualcuno. Tra le sue braccia mi sentii rinascere, come se lui emanasse energia e che io mi ricaricassi da lui. E il tutto era molto strano perché io l'odiavo, era come stare nelle braccia del nemico. Come si fa a star bene con una persona che si odia? È impossibile. E allora cos'era quell'odio? Era un modo tutto nostro di dimostrare cosa? A questo punto mi viene da chiedermi, perché l'odiavo? Perché ero troppo orgogliosa per ammettere di non odiarlo e perciò usavo la scusa di odiarlo? Mi sto confondendo da sola.
Ma forse l'odiavo perché era stato l'unico a tenermi testa, e perciò.....no basta.

||Credevo di odiarti||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora