Capitolo 21

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Buona lettura.



Pov Eleonora

Era lunedì e io non avevo voglia, come al solito, di fare nulla. Erano due giorni che ero segregata in casa come una depressa, mi mancavano solo i gatti. L'ultima cosa che avevo mangiato in quei giorni furono le patatine di quel pomeriggio. Avevo pregato dio per farmi venire la febbre o qualsiasi tipo di malattia, ma purtroppo non ci riuscì.

Mi svegliai e senza nemmeno guardarmi allo specchio mi feci una doccia. Dopo essere uscita mi vestì. Misi una semplice tuta nera con una felpa dello stesso colore. Mi feci una coda alta e non mi degnai neanche di truccarmi. Tanto con tutte quelle ragazze bellissime nessuno mi avrebbe degnata di uno sguardo.

Andai a scuola con la testa bassa. Sicuramente la notizia si sarà diffusa da per tutto, perfino i professori lo avranno saputo forse anche i bidelli. Feci un respiro profondo e cercai di far finta di non sentire i bisbiglii e di non notare gli sguardi addosso di tutti gli studenti della scuola.

Andai dritta per la mia strada. Alzai il capo e incrociai il suo sguardo. Il mondo mi si fermò, apri di poco la bocca. Ne Era passato di tempo. Riguardare quei occhi fu la cosa più brutta, fu un colpo al cuore. Era li seduto che mi fissava. Subito i miei occhi si riempirono di lacrime, in risposta gli rivolsi uno sguardo truce e abbassai il capo. Non vedevo l'ora di uscire da quell'inferno.

Mi attaccai al muro e senza accorgemene cominciai a fissare un punto indefinito. Avevo la mente vuota, mi sentivo fuori luogo, a disagio, estranea in quel momento. Fu Asia ha svegliarmi da quello stato.

《Hey》 poi improvvisamente mi abbracciò. Mi sorprese, perché lei non era il tipo di abbracci, baci e cose varie forse era per questo che eravamo amiche. Io ero il suo stampo. La stessa fotocopia.

La guardai con lo sguardo vuoto. Lei mi guardò e la sua bocca prese la forma di una linea. Mi scese una lacrima che subito asciugai. Lei mi riabbracció più forte e io la strinsi. Era stata l'unica che mi aveva capito anche se ero stata in silenzio.

《Passerà》mi disse dandomi carezze sulla schiena. Passò ad accarezzarmi i capelli lunghi, mi calmai di poco ma non del tutto.

Si.
Un tram.
Su di lui, pensai.

Fu la prima cosa che pensai.

《No, non passerà》dissi io scuotendo la testa, misi il mio viso nell'incavo del suo collo. Senti il suo profumo, era buono. Si era buono, ma sinceramente volevo sentire quello di lui al suo posto. Volevo essere consolata da lui anche se lui era la ragione del mio male.

Effettivamente era un po' impossibile che un tram gli sarebbe passato sopra, a meno che non cada dal cielo un tram.

Quando perdi una persona che ami non ti resta niente, quando perdi una persona che ami capisci cosa significa amare perché nulla ha più importanza.

Ed era vero. Anche respirare avevo iniziato a pensare che non fosse importante. Anche vivere. Perché essere vivi non significa essere vivi. Mi era praticamente caduto il mondo addosso.

Entrai in classe sola perché Asia faceva parte di un'altra classe, mi spalmai praticamente sul banco. Ascoltare le lezioni oggi era a l'ultima posto di 'cose da fare' della mia lunga lista. Prima c'era
-piangermi addosso.
-mangiare dieci vaschette di gelato.
-dormire fino all'anno prossimo.
-ancora piangermi addosso.
-buttarmi dall'ultimo piano.
-uccidermi.

E la lista era ancora lunga.

Sbuffai e presi il libro, mentre la professoressa di storia diceva non so quali sciocchezze. Tanto erano tutti morti, di certo se morivo io nessuno mi avrebbe ricordata su un libro di storia. Lo aprì a una pagina a caso e cominciai a scarabocchiarlo con la penna. Scrissi un sacco di parole che sicuramente non si trovavano nel dizionario. Tipo 'muori' 'sei uno stronzo e io una deficiente perche ti amo' 'mi manchi' 'vaffanculo' e tante altre.

||Credevo di odiarti||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora