《Credo di aver veramente rovinato qualcosa o almeno di averla interrotta.》disse grattandosi la testa Paul.
Lo guardai e in quel momento non gli diedi minimamente attenzione, volevo solo fermare Cristian.
Mi voltai verso la direzione dove lo avevo visto andarsene e, l'unica cosa che vedevo, davanti a me, erano solo le sue spalle.《Oh no no tranquillo, comunque possiamo fare anche oggi pomeriggio!》gli dissi velocemente senza dare peso a cosa stessi dicendo, volevo solo che se ne andasse. Avevo il cuore in gola e se non se ne fosse andato probabilmente lo avrei volentieri mandato a quel paese. Non perché non lo sopportassi, ma in quel momento non era lui il mio problema.
《Allora perfetto poi ci sentiamo !》mi disse mentre io ero già incamminata e non gli avevo dato tempo neanche di salutarmi. Lo guardai velocemente mentre sul suo viso apparse un piccolo sorriso educato.
Dove sarà andato? E ora cosa devo fare? Cercarlo? Lasciargli un po spazio così che si calmi?
Cominciai a correre da tutte le parti. Controllai il tetto dove era solito andare, scesi ad ogni piano e buttai un occhio ad ogni classe ma niente.
Non riuscivo a trovarlo da nessuna parte e pultroppo era appena suonata la campanella quindi era diventato ancora più difficile.Sarà già entrato in classe? Probabile.
O forse no.
Accidenti.Presa dal nervosismo entrai nella classe e velocemente recuperai il cellulare nella borsa e gli inviai un messaggio.
Non avevo la minima idea di cosa scrivergli, quindi andai dritta al punto senza giri di parole.'Quando vuoi parliamo.'
Sarebbe una bugia dire che non aspettai un suo messaggio o qualsiasi cosa. Di fatti presi il cellulare e lo sistemai sul banco buttandoci un occchiata ogni tanto.
Ok forse rimasi li a fissarlo.
Passai tutti i minuti e forse più di qualche ora in questo stato, sembravo davvero un po patetica con il cellulare davanti aspettando quel famoso suono. Per un momento mi veni in mente l'idea di spegnerlo nella speranza di non pensarci più ma mi conoscevo fin troppo. Probabilmente peggioravo la mia situazione attuale, quindi scartai l'idea.
Stavo per rinunciarci quando il telefono prese a vibrare, e un colpo al cuore mi colpi.
'In bagno. Ora.'
Dire che era arrabbiato faceva abbastanza ridere, furioso era la parola esatta. Quasi riuscivo a sentire la sua voce roca urlarmi davanti, come un tempo.
Volevo rispondergli che non avevo più voglia di parlare, ma sarebbero iniziati una serie di passi indietro da parte di entrambi e, sinceramente, non volevo farmi vedere un bambina e non volevo neanche che ci allontanassimo di nuovo, le cose vanno affrontate.Avevamo detto di riprovarci.
Ma entrambi sapevamo che non era mai finita.
Riprovare a fare cosa?
Amarci un po meno?
Sentire la mancanza un po meno?
Cosa precisamente?
Urlarci contro un po meno?
Cercare di non uccidersi per qualche incomprensione?Quindi mi feci coraggio e uscì dalla classe.
Alla fine non poteva urlare nel bagno della scuola. Giusto?
Afferrai la maniglia e, dopo un respiro profondo, entrai nel bagno che mi sembrò vuoto. Mi voltai verso la finestra e lo vidi girato intento a guardare fuori.
Dopo un colpo di tosse "spontaneo" si voltò e abbassai lo sguardo quando notai il cipiglio sul suo volto e la faccia palesemente arrabbiata.《Allora...》cominciai io a parlare perché sapevo che ero io quella che doveva dare spiegazioni. Mi sentì così piccola davanti ai suoi occhi e non potevo fare nulla per cambiare l'effetto che aveva su di me, cercare di combattere quegli occhi fidatevi non era semplice.
STAI LEGGENDO
||Credevo di odiarti||
RomanceEleonora Gray,16 anni. Cristian Matthew,19 anni. "Io non l'avevo capito che,da quella sera,mi sarei persa in ogni suo particolare.Non riuscivo a capire se quello che avevo iniziato a sentire da quella sera fosse amore o solo interesse.Ero convinta...