𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟒: 𝑴𝒊 𝒑𝒊𝒂𝒄𝒆 𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂.

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𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟒: 𝑴𝒊 𝒑𝒊𝒂𝒄𝒆 𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂.
"Ti propongo un accordo, il resto è armonia"

-Fabrizio Caramagna

Soundtrack: Breathe – Astrid S

Se potessi, lo prenderei a schiaffi di nuovo

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Se potessi, lo prenderei a schiaffi di nuovo. Lui e la sua stupida arroganza.

Continuo a ripensare a quelle tre dannate parole per il resto dell'inaugurazione, e non sopporto che mi siano rimaste tanto impresse, come fossero un marchio a fuoco sulla pelle.

Torna con me.

Maledetto bastardo, non avrebbe dovuto neanche prenderlo in considerazione.
Inoltre, per quanto disperata possa essere la mia situazione, usare una persona per i miei scopi è l'ultima cosa che voglio, anche se si tratta del re degli stronzi. Ma non è soltanto questo.

Potrei fingere con chiunque, tranne che con lui. Non farebbe altro che riportarmi alla mente situazioni passate, e sensazioni che in alcune notti riescono ancora a scaldarmi l'anima. Per quanto io cerchi di sentirmi arrabbiata e incollerita con lui... c'è un angolo del cuore che non ne vuole sapere di ragionare.

È lo stesso che mi spinge a cercare i suoi occhi tra la folla, le sue canzoni nei giorni più bui, e i suoi occhi verdi quando il vuoto che sento al centro del petto diventa insopportabile. Quando ricordarmi delle sue labbra mi calma dalle mie ansie, e mi pare di nuovo sentire il sapore dei suoi baci sulla bocca, assieme a tutte le promesse che poi ha rotto.
Per quanto ardentemente ci provi, il cuore non dimentica. Però ha imparato la lezione.

Come Icaro è finito per bruciarsi nel tentativo di avvicinarsi troppo al sole, permettere a Davian di rientrare nella mia vita sortirebbe lo stesso effetto, e le probabilità di restare scottata sono alte.

Potrebbe accendermi dal mio stato di torpore, o ridurmi in cenere.

«Campionessa, tutto okay?»

La voce di mio padre mi riporta alla realtà, e strabuzzo gli occhi un paio di volte prima di rispondergli, sfilandomi con un sospiro sollevato le scarpe con i tacchi che indosso. Che liberazione.

Una volta tornata dentro, la gente ha cominciato a scemare, e prima che arrivasse ora di cena erano andati già tutti via. Lottie si è trattenuta per pochi minuti, e seppure sapesse della visita poco gradita di suo fratello, ho apprezzato che non abbia commentato.

«Ora che mi sono liberata di questi tacchi infernali va molto meglio» gli rispondo, accennando un sorrisetto.

«Devo ammetterlo, è stata un'inaugurazione promettente, ma ricorda–»

Finisco la frase al suo posto, perché conosco bene come si concluderà. «Questo è un mondo difficile, e non devo illudermi che sarà semplice. Lo so, papà. Ma voglio provarci ugualmente» sospiro, esausta per discutere con lui.

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