𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟒𝟎: 𝑵𝒐𝒏 𝒄𝒐𝒎𝒃𝒂𝒕𝒕𝒆𝒓𝒆 𝒅𝒂 𝒔𝒐𝒍𝒂

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"La mia notte mi soffoca per la tua mancanza. La mia notte palpita d'amore, quello che cerco di arginare ma che palpita nella penombra, in ogni mia fibra. La mia notte vorrebbe chiamarti ma non ha voce."
-Frida Kahlo

Soundtrack: I miss you, I'm sorry – Gracie Adams

«Te ne vai così presto, Maisie? Pensavo ci stessimo divertendo insieme»

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«Te ne vai così presto, Maisie? Pensavo ci stessimo divertendo insieme».

La sua voce sembra più minacciosa delle altre volte, mi spaventa.
Prima o poi scopriranno chi è il responsabile della soffiata alla polizia, sto rischiando a restare più del dovuto. La mano di Tyler però mi preme sul fianco, impedendomi qualsiasi movimento.

Non ci ho mai trovato nulla di eccitante in lui, è stato un errore colossale.

Cerco di sciogliere la mia espressione in un sorriso convincente. «Stasera non mi va, Tyler. Anzi, credo che dovremmo chiuderla qui, è la cosa migliore».

L'espressione del suo viso mi fa capire che non è d'accordo. Fanculo, se ne facesse una ragione.

«Cosa c'è? Scopare ti ha stancato?»

Come se fosse riuscito a farmi venire più di due volte in tre mesi.

Mi divincolo dalla sua presa, tentando di prendere aria in questo locale. Si sta talmente stretti che è impossibile respirare, e ho la gola secca. Una cameriera passa a portarci da bere, e dato che muoio di sete, bevo il contenuto del mio drink senza fare troppe domande. Mi servirà del coraggio liquido per andarmene da qui.

I ragazzi di Tyler mi accerchiano, e se prima non mi sono mai sentita minacciata da loro, stavolta è diverso. Non mi piace le occhiate che mi rivolgono, o forse è il senso di colpa a farmi sentire più paranoica del solito. Sono io che li ho traditi, dopotutto.

«Non farne un dramma, Tyler. Tra poco lascerò New York, preferisco andarmene senza legami».

Lui mi squadra dalla testa ai piedi, ridacchiando sottovoce.
Improvvisamente, il caldo nella stanza aumenta, fatico persino a respirare.
La mia testa gira, è difficile mettere le immagini a fuoco.

Muovo un passo, inciampo. Ne muovo un altro, qualcuno ha messo le mani sui miei fianchi.

«Tyler...» biascico senza capire, eppure la musica che c'è qui fa sembrare tutto sopportabile.

Forse posso divertirmi un'ultima volta. Non mi succederà niente di male.
I miei pensieri sono sconnessi, pensare è un'azione che mi riesce difficile.

«Un'ultima scopata di addio, tesoro. Ti piacerà».

Non capisco chi sia a parlare, sono troppo stordita. Annuisco, scoppiando a ridere.
La mia testa non è mai stata più leggera di così.

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