𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟗: 𝑻𝒊 𝒂𝒊𝒖𝒕𝒐 𝒂 𝒔𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒎𝒆𝒈𝒍𝒊𝒐.

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''L'amore che più si ricorda è quello che ha fatto più male.''

-Mirko Badiale

Soundtrack: Night Changes – One Direction

Dopo circa tre ore passate a rispondere alle domande della polizia, ed esserci assicurati che non manchi nulla dall'appartamento di Maisie, finalmente arriviamo a casa

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Dopo circa tre ore passate a rispondere alle domande della polizia, ed esserci assicurati che non manchi nulla dall'appartamento di Maisie, finalmente arriviamo a casa. Come immaginavo, convincerla ad accettare il mio invito non è stato semplice, e ha tentato in ogni modo di trovare un'altra soluzione.
Asher ci ha raggiunti lì dopo neanche mezz'ora, e ha accompagnato Maisie all'interno per recuperare l'essenziale per questi giorni che Candice sarà fuori città.
Preferisco saperla al sicuro con me, piuttosto che sola e spaventata a morte. Anche se si sforza di restare calma, io riesco comunque ad avvertire quanto è tesa, mentre si tormenta gli anelli che porta alle dita, facendoli girare continuamente, con lo sguardo a volte perso nel nulla.

Vorrei solo abbracciarla, e portarle via quella tristezza dagli occhi.
Vorrei vederla sorridere sul serio.

A volte fa male vederla così distante da me, anche mentre siamo uno di fronte all'altro, ma poi mi ricordo che l'unico da biasimare sono io, e non mi resta che accettarlo.

«Sappi che preferisco dormire sul divano, piuttosto che dividere il letto con te» brontola Maisie, fissandomi con un sopracciglio alzato non appena varchiamo la soglia della porta.

Dritta al punto.

Mi trattengo dal ridere, e le rivolgo un sorrisetto divertito, mentre le indico il corridoio. «Ti aiuto a posare le tue cose nella camera degli ospiti».

«Ottimo» sbuffa, recuperando uno dei suoi borsoni, mentre io porto l'altro più pesante.

Non voglio neanche sapere cosa ci sia, probabilmente metà del suo armadio, ma preferisco non fare domande.

«Sei proprio sicura di non voler condividere il letto? In fondo ci siamo già passati» la provoco, per distrarla dal groviglio dei pensieri che di sicuro la affliggono.

Odio vederle quell'espressione sul viso, e la cosa migliore che posso fare per lei, è offrirle qualcos'altro su cui spostare la sua attenzione.

Maisie mi rivolge il suo solito sorrisetto sfrontato, prima di rivolgermi il dito medio. «Scordatelo, superstar. Dovrai consolarti solo con l'aiuto della tua mano».

Mi avvicino di più a lei, arrivando alle sue spalle, e la sento rabbrividire quando il mio fiato le sfiora il collo, come se sentisse il mio stesso richiamo.

«O potrei mettere le mie mani su di te, sappiamo entrambi quanto ti sia piaciuto in passato».

Le si blocca il respiro, e se soltanto mi permetto di ricordare il suo corpo nudo contro il mio, quando eravamo solo adolescenti, mi viene duro all'istante.
Mi è difficile controllarmi quando è così vicina a me, bella come non mai.

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