𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟏𝟏: 𝑺𝒆𝒊 𝒂𝒓𝒕𝒆, 𝑴𝒂𝒊𝒔𝒊𝒆.

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''È una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito.''

-Clarice Lispector

Soundtrack: Try – P!nk

Non so come, ma sono sopravvissuta all'intervista insieme a Davian, alle domande assillanti dei giornalisti, all'intrusione di un estraneo a casa mia e ai momenti che sono seguiti

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Non so come, ma sono sopravvissuta all'intervista insieme a Davian, alle domande assillanti dei giornalisti, all'intrusione di un estraneo a casa mia e ai momenti che sono seguiti.
L'unica nota positiva, è che nei giorni successivi io e Davian abbiamo condotto vite opposte: lui impegnato con la sua carriera, io con la mia.
Sono tornata a casa il giorno dopo l'intervista, non appena Candice è tornata a Londra, e suo padre ha fatto installare il miglior antifurto nel mio appartamento, e ovviamente, la mia migliore amica ha dormito con me fino a quando non mi sono sentita abbastanza tranquilla per restare da sola.

Dio, ripenso ancora a quel maledetto bacio.

L'ho rivisto in ogni angolazione, ripreso da ogni paparazzo presente, ed è arrivato a perseguitarmi persino nei sogni, come un tarlo fisso nella mia mente masochista, che non ha intenzione di andare via.
Vorrei poter dire che è stato forzato, o peggio, che non mi sia piaciuto. Ma sarebbero entrambe delle menzogne, e in questo periodo, ne ho dette già troppe.
Ho mentito a milioni di persone, persino a mio padre, a cui ho dovuto rifilare un'emozionante storia di come io e Davian abbiamo deciso di darci una seconda possibilità. Ho mentito ai miei amici, a chiunque avesse chiesto di me e lui.

Sono esausta per mentire persino a me stessa.

Odio il fatto che sia stato così... bello. Come se fosse reale, e non uno spettacolo da inscenare.
Detesto che anche dopo quasi una settimana, io non riesca ad andare avanti, e in alcune sere, mi pare di sentire ancora il suo sapore sulla mia bocca, e in qualche modo contorto... quel pensiero riesce a farmi dormire meglio.

Avrei dovuto rifiutare questo maledetto accordo, e continuare avanti con la mia vita.

E come se non bastasse, questo è soltanto l'ultimo dei miei problemi.
In cima alla lista, c'è questa dannata attività che mi sforzo di portare avanti, investendo fino all'ultimo dei miei risparmi, e in cui canalizzo ogni briciolo di energia.
Faccio sacrifici, accetto compromessi, e passo ore davanti a carta e matita, e poi al pc, nella speranza che prima o poi qualcosa cambi, che qualcuno mi noti, o che apprezzi ciò che faccio. Che i miei sforzi vengano ripagati, e non soltanto perché sono la fidanzata di qualcun altro più famoso di me, ma perché apprezzano me.
La ragazza che aveva mille sogni nel cassetto, e li ha visti tutti bruciare.
Quella che ha sopportato in silenzio le risatine sommette, le battute sussurrate sottovoce, l'emarginazione sociale e l'ambiente di competizione in cui ho passato anni, affannandomi per essere sempre all'altezza delle aspettative.
Alla fine, non ero mai abbastanza brava. Mai abbastanza creativa. Mai abbastanza socievole. Mai abbastanza magra.

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