𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟐: 𝑽𝒂 𝒂𝒍 𝒅𝒊𝒂𝒗𝒐𝒍𝒐, 𝑯𝒂𝒓𝒕𝒉𝒍𝒆𝒚.

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𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟐: 𝑽𝒂 𝒂𝒍 𝒅𝒊𝒂𝒗𝒐𝒍𝒐, 𝑯𝒂𝒓𝒕𝒉𝒍𝒆𝒚.

''La musica era il mio rifugio. Ho potuto strisciare nello spazio tra le note e dare la schiena alla solitudine.''
-Maya Angelou

Soundtrack: Starboy – The Weeknd

Soundtrack: Starboy – The Weeknd

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È il mio cazzo di momento.
Quello per cui vivo.
Il mio sogno. Il solo che riesce a tenermi ancora in piedi.
La musica. Le mie canzoni.

Sono le uniche volte a cui permetto ai miei sentimenti di venire fuori, e lasciarmi trafiggere dai ricordi. Alcuni sono belli, altri fanno male. Eppure non voglio dimenticare nessuno di essi. 

Sono un maledetto figlio di puttana, ne sono consapevole.
Ma è il mio nome quello che acclameranno stasera, e mi sta bene così.

Mi assicuro che il microfono sia acceso, che la cuffia nel mio orecchio funzioni, e che le luci del palco non siano troppo forti. Per quanto ami stare al centro dell'attenzione, è meglio evitare incidenti.

Qualcuno chiama il mio nome, e aspetto che il cantante prima di me esca prima di avvicinarmi al palco.

Asher, il mio bodyguard, mi fa un cenno col capo, e scende giù tra la folla per assicurarsi che non ci siano intralci. Mi concedo soltanto qualche secondo per trovare la concentrazione, e focalizzare il mio obiettivo: cantare e dare il massimo.

«Harthley, tocca a te.»

Io annuisco, prendendo un ultimo profondo respiro prima di avviarmi verso la piccola scalinata che mi conduce dritto al centro del palco. Rispetto ai concerti che ho già fatto, questo sarà più veloce. Dovrò cantare soltanto poche canzoni per chiudere la serata, dopodiché si spegneranno le luci.

Alzo lo sguardo verso l'alto, e prima di entrare in scena mi tocco lo sterno col braccio destro, appena sotto il cuore.

Sei con me anche stasera, leonessa.

Rispetto ad alcuni altri miei colleghi, non ho bisogno del piccolo schermo che mi suggerisce i testi delle canzoni, le ricordo perfettamente. Sono scolpite nel cuore.
Entro in scena, e mi godo l'urlo della folla, che acclama il mio nome.

Cazzo, quanto mi piace.

Non riesco a scorgere i volti di tutti, anche perché le luci me lo rendono quasi impossibile, ma non m'interessa. Ho altre priorità.
Lascio i pensieri in un angolo del mio cuore, mentre mi abbandono alla musica, sperando di trovarci la mia salvezza.

''Cause baby you're the cure for my venom.
Even in the darkest night,
Even when I lose my mind.''

Alle parole si accompagnano i ricordi, immagini precise che si ripetono costantemente nella mia testa, e hanno un unico volto. Un'unica voce. Sempre la stessa.
Questo non è un testo qualunque, è sempre stata la nostra canzone, anche se fa male.

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