𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟒𝟏: 𝑰𝒍 𝒎𝒐𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒊𝒏 𝒄𝒖𝒊 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒆̀ 𝒑𝒓𝒆𝒄𝒊𝒑𝒊𝒕𝒂𝒕𝒐

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"Non ho smesso di pensarti, vorrei tanto dirtelo. Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare, che mi manchi e che ti penso. Ma non ti cerco. Non ti scrivo neppure ciao. Non so come stai. E mi manca saperlo."
-Charles Bukowski

Soundtrack: Make The Angels Cry – Chris Grey

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Sei anni fa

«Ti stai preoccupando troppo, papà. Tutte questi controlli sono inutili».

Quella che doveva essere una settimana da sogno, si è trasformata in un incubo.

Sapevo che parlare a mio padre dei piccoli sintomi che ho avuto in questi giorni lo avrebbe allertato in maniera eccessiva, e onestamente me ne pento.
Per un leggero formicolio alle gambe e un abbassamento della vista, ho dovuto sottopormi a risonanza magnetica, analisi e controlli senza fine. Nonostante questo, nessun medico si decide a parlare chiaro.

"Abbiamo bisogno di avere il quadro clinico al completo, visti i precedenti nella vostra famiglia."

Cerco di chiudere la paura in un angolo remoto della mia mente, mi rifiuto anche solo di considerare l'idea.
Non ho la malattia di mamma, non è possibile. Ho diciannove anni, cazzo.

Mio padre mi fulmina con un'occhiata, guardando la porta del medico come se fosse in attesa di andare al patibolo.

«Si tratta della tua salute, Davian. Non sarò negligente» brontola, senza ammettere repliche.

Tra qualche giorno ci sarà il ballo di fine anno, e sorrido se ripenso all'espressione che aveva Maisie quando l'ho invitata a venirci con me. Sarà la più bella di tutta la sala, ne sono sicuro.

Sono giorni che i sentimenti che provo per lei non mi danno tregua, mi mandano in crisi, riesco a capirci qualcosa soltanto quando inizio a scrivere. Se non la vedo a lezione, mi preoccupo. Quando corriamo insieme, mi guardo indietro per assicurarmi che lei stia bene... e sorrido quando mi sorpassa, dannazione.

A lei ho lasciato la vittoria dell'ultima gara, la luce che aveva negli occhi quando ha tagliato il traguardo per prima non ha prezzo. Il mio premio è vederla felice, piena di vita.
Penso a lei ogni secondo, muoio dalla voglia di baciarla, ogni centimetro di lei che mi ha concesso è stato un privilegio, e fanculo... da quando i miei pensieri sono così poetici?

Cosa diamine mi è preso? Cosa mi ha fatto questa ragazza?

"Sei il primo, Davian. Nessuno mi ha mai visto nuda, soltanto tu."

Voglio essere anche l'ultimo.

Il medico esce dalla porta con un'espressione accigliata, e per un attimo mi si gela il sangue nelle vene.

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